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Coronavirus, Italia: 2.499 nuovi casi e 23 decessi

I nuovi dati diffusi dal Ministero della Salute e dalla Protezione Civile riportano che in Italia sono 319.908 i casi totali di Coronavirus dall’inizio della pandemia: 2.499 in più rispetto a ieri.

Il numero dei decessi sale a 35.941, +23 dall’ultimo aggiornamento. I tamponi effettuati nelle ultime 24 ore sono 120.301: si tratta di un nuovo record giornaliero, che supera quello registrato ieri di 118.236. Aumentano di 3 unità le persone ricoverate in terapia intensiva, per un totale di 294.

Cresce anche il numero di pazienti guariti: 229.970 in totale, con 1.126 persone in più di ieri. Aumenta il numero degli attualmente positivi che risultano in totale 53.997, 1.350 in più. I positivi in isolamento domiciliare sono 50.561, +1.302 nelle ultime 24 ore.

Le regioni con il maggior incremento nei contagi da Coronavirus sono: Campania (+392), Lombardia (+307) e Lazio (+264). Nessuna regione registra zero casi, con il Molise che ne riporta solo 4 in più di ieri.

Coronavirus: la situazione italiana

Solo nella serata di giovedì, il virologo Roberto Burioni su Twitter aveva lanciato il proprio allarme, chiedendo agli italiani di non abbassare la guardia e di seguire le regole essenziali per limitare i contagi da Coronavirus: indossare la mascherina, mantenere la distanza di sicurezza e lavarsi bene le mani.

Sempre nella giornata di ieri il presidente del ConsiglioGiuseppe Conte, aveva confermato la propria intenzione di chiedere il prolungamento dello stato di emergenza fino al 31 gennaio: “Andremo in Parlamento a chiedere la proroga dello stato di emergenza fino al 31 gennaio”, aveva detto il Premier ai giornalisti. Concetto espresso nuovamente oggi a Bruxelles: “Siamo in stato di emergenza ma non significa che stiamo vivendo un lockdown o che qualcuno stia abusando dei pieni poteri”.

Anche il Presidente del Consiglio superiore di sanità e membro del Comitato tecnico scientifico (Cts), Franco Locatelli, in una intervista a “La Repubblica” ha ribadito: “La chiusura totale non si prende in considerazione. Ora il Paese è preparato, ci sono comunque terapie per rallentare la malattia, presto arriveranno vaccini e medicinali efficaci come gli anticorpi monoclonali“.

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