L’Italia non fa marcia indietro verso eventuali allentamenti. Per la prossima settimana infatti, altre regioni potrebbero tornare in zona rossa a causa delle ulteriori restrizioni per prevenire il contagio da Coronavirus. Soltanto il Molise conserva ancora la speranza di poter tornare in zona arancione.
A rischiare di più, tra tutte le regioni è la Toscana, che potrebbe unirsi alle dieci che già si trovano nella fascia delle misure più dure e restrittive.
Leggermente meno a rischio la Valle d’Aosta, dove la situazione è peggiorata soltanto nell’ultima settimana. Non sarebbero stati rilevati comunque i 250 casi ogni 100mila abitanti, elemento fondamentale per l’assegnazione della zona rossa. L’impatto sugli ospedali inoltre, resta tutto sommato relativamente basso. Va segnalato però che nelle ultime ore l’Rt è decisamente sopra 1,5.
In Calabria e Liguria, invece, i dati non sembrano cresciuti in maniera allarmante rispetto a quelli registrati nelle precedenti settimane.
In attesa del report dell’Istituto Superiore di Sanità, il governatore Eugenio Giani ha commentato così l’aumento dei contagi in Toscana: “Ce lo aspettavamo: siamo a 246 contagi su 100mila abitanti quindi sotto la soglia di 250”. Ha poi continuato: “La Toscana quindi può pensare, ragionevolmente, di rimanere in zona arancione anche per la settimana prossima”.
L’intento del governatore è quello di andare avanti “con il metodo che ormai usiamo da quattro settimane” cioè “ritagliando la zona rossa per quelle zone di livello provinciale in cui si supera quella soglia”.
Oltre a Pistoia e Prato, rischiano la zona rossa “la provincia di Arezzo dove faremo una valutazione nelle prossime ore e tra le altre province più a rischio c’è quella di Grosseto”.
Campania e Molise sono in zona rossa già da due settimane, e potrebbero quindi avere la possibilità di eventuali cambiamenti di fascia. Il Molise in particolare potrebbe sperare nel passo verso l’arancione a fronte di un lieve calo dei contagi. Bisogna ricordare però che nella regione, proprio in queste ore, la percentuale dei posti letto occupati da pazienti Covid nelle terapie intensive (rispetto al totale di quelli disponibili), si attesta al 44% a fronte del 37% nazionale.
Dovrebbe invece restare invariata la situazione della Sardegna.
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