Come confermato dagli ultimi dati sui contagi, la situazione Coronavirus in Italia è ancora molto delicata. Nei prossimi giorni, infatti, la Regione Lazio raddoppierà le postazioni drive-in dove poter effettuare il tampone naso-faringeo per diagnosticare l’eventuale infezione al Covid-19.
L’Assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, ha spiegato il motivo dietro questa importante decisione. “È nostra intenzione potenziare raddoppiando la rete dei drive in. Questa è una fase in cui bisogna aumentare l’attività di screening, per cui i drive-in assieme anche ai laboratori privati autorizzati con la possibilità di fare il test a una tariffa calmierata. Questo consentirà di aumentare il denominatore e noi ci attendiamo anche una riduzione dei tempi di attesa“, le sue parole a “La Repubblica”.
Per poter velocizzare i tempi d’attesa, anche i medici di base hanno deciso di dare un importante contributo. Nello specifico, in futuro i medici di famiglia effettueranno dei tamponi rapidi direttamente negli ambulatori e permetteranno di riconoscere in meno di un’ora la presenza dell’antigene nel paziente.
A dare la conferma è stato il vicepresidente della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg), Pier Luigi Bartoletti, spiegando che il progetto partirà a breve: “Questa attività sarà collegata in rete con la Regione, che potrà così monitorare l’andamento dei contagi”.
Secondo quanto affermato dal dottor Bartoletti, l’obiettivo principale è quello di “dare una risposta più rapida ai cittadini, snellire i drive-in dove le attese per l’esecuzione dei tamponi sono al momento molto lunghe e facilitare anche la gestione dei casi“.
Inoltre, Pier Luigi Bartoletti ha dichiarato che “da luglio avevamo chiesto di aprire alla medicina generale e alla pediatria la possibilità di fare il tampone rapido e il sierologico, sempre dal punto di vista della volontarietà del collega e del fatto di avere gli spazi idonei. Questa proposta è stata accettata dall’assessorato alla Sanità della Regione Lazio, speriamo che il bando venga pubblicato a giorni”.
Secondo Bartoletti, infatti, “è una cosa che non ha fatto ancora nessuno. La proposta è già costruita, ma serve un avviso pubblico per capire chi tra i medici di famiglia e i pediatri vuole partecipare. Abbiamo un problema di salute pubblica e a noi oggi serve dare una risposta“, le parole del vicepresidente della Federazione italiana dei medici di medicina generale a “La Repubblica”.
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