Piero Angela, che a dicembre compirà 92 anni, sta per tornare in TV con una nuova stagione di “SuperQuark+ – Brevi racconti di scienza”, una serie di dieci puntate monotematiche della durata di 15 minuti ciascuna, dedicate ad argomenti che riguardano la quotidianità e che toccano aspetti della vita di tutti noi (la prima puntata sarà sui capelli).
Realizzate in collaborazione con cinque giovani ricercatori e divulgatori (Davide Coero Borga, Giuliana Galati, Luca Perri, Edwige Pezzulli e Ruggero Rollini), insieme agli autori storici di “SuperQuark”, saranno in onda in esclusiva su RaiPlay a partire da domani martedì 6 ottobre. In occasione della presentazione del programma, Angela è tornato a parlare di Covid e delle misure da adottare per scongiurare un secondo lockdown.
Piero Angela e il ruolo del divulgatore scientifico
“Non sono uno scienziato, io parlo con le persone, leggo e mi informo. Il divulgatore è quello che mette insieme i pezzi per spiegarli e comunicarli nel miglior modo possibile, e non mi stanco di segnalare la pericolosità di questi virus. Quando ha iniziato a girare il Covid-19 ho fatto interventi che hanno avuto milioni di visualizzazioni sul web, ma quello che continuo a ripetere è che bisogna proteggersi”, le sue parole.
Ancora una volta, ha ribadito l’importanza del ruolo del divulgatore scientifico come colui che cerca di comunicare in maniera semplice concetti complessi, provando magari a far attuare comportamenti virtuosi. “Adesso con l’apertura delle scuole penso che non ci sia abbastanza pressione sul pubblico per far rispettare le regole, molto utili in attesa del vaccino, quindi penso che il nostro dovere di giornalisti scientifici sia quello di spiegare le cose e mettere bene in evidenza la necessità di incentivare il rispetto. Rivolgendosi soprattutto ai giovani, che si sentono invulnerabili, spiegando che non è solo un problema loro: il vero pericolo è che attacca l’economia, la più colpita da questo virus“.
Piero Angela: “Se serve, giusto l’esercito in strada”
Piero Angela ha spiegato che potrebbe essere utile il dispiego anche delle forze militari in strada per controllare che l’uso della mascherina e il distanziamento sociale vengano rispettati: “L’esercito in campo per far rispettare le norme di sicurezza sanitaria? Secondo me è utile. Questo è un virus mortale. Non si può dover chiedere ‘per favore, mettete le mascherine’. Quelli che non le usano sono degli untori, soprattutto se sono stati ben informati“.
Una soluzione drastica
In tanti ritengono che l’imposizione delle norme anti-Covid possa rappresentare una forte limitazione alla libertà personale degli individui e l’ipotesi ventilata da Agnela di schierare l’esercito per strada che controlli i cittadini sicuramente desterebbe proteste.
Eppure, secondo il divulgatore, come fare altrimenti affinché tutti indossino la mascherina anche all’aperto, come da nuovo dpcm? Basterà far leva sul buon senso e il senso civico del singolo? Vedremo come si comporteranno gli Italiani e se, alla fine, avrà avuto ragione lo storico volto della TV italiana.