Mentre gli Stati Uniti si avvicinano a 200.000 mila vittime causate dal coronavirus, l’amministrazione della task force dedicata alla pandemia della Casa Bianca cerca di difendere l’operato del Governo e le decisioni di Trump. Peccato però che oggi minimizzare non basti, anche in vista delle prossime elezioni presidenziali. Mentre lo sfidante Joe Biden è in testa nei sondaggi nazionali, Trump sta cercando di accaparrarsi elettori giocando la carta del vaccino, “facendo promesse su cui nessuno dei suoi esperti era d’accordo”.
A quanto pare però, gli elettori non si fanno ‘abbindolare’ perché, stando a un sondaggio della Abc/Ipsos, il 69% degli intervistati non si fida delle affermazioni di Trump su un possibile vaccino. Questa settimana il presidente è stato criticato anche da un ex membra della sua task force, Olivia Troye, che ha detto: se Trump “avesse preso sul serio questo virus… Avrebbe rallentato la diffusione del virus. Avrebbe salvato delle vite”.
Con una media di 100.000 nuovi casi positivi, 1.000 morti al giorno e in totale 5,4 milioni di persone contagiate, l’India è il secondo Paese dopo gli Stati Uniti più colpiti dalla pandemia da coronavirus. Nonostante questo però, il governo di Narendra Modi ha riaperto il Taj Mahal, il mausoleo di marmo bianco di Agra, a sud di New Delhi, il sito turistico più popolare dell’India, che ogni anno attira sette milioni di visitatori.
Dopo la chiusura di marzo, da poco sono ripartire le visite per ora limitate a 5.000 visitatori al giorno (di solito sono 20.000). I turisti dovranno rispettare “rigide regole di distanziamento” sociale, oltre che all’obbligo della mascherina e della misurazione della temperatura.
Con ‘solo’ 1.464 casi confermati e 25 morti dall’inizio della pandemia, la Nuova Zelanda è una delle nazioni meno colpite dal coronavirus. Dopo che nelle ultime 24 ore non è stato registrato nessun nuovo caso, la premier neozelandese, Jacinda Ardern, ha annunciato l’annullamento di tutte le restrizioni anti-coronavirus.
Restano in vigore le misure ad Auckland, ma con qualche allentamento. Anche nel resto del continente si ‘respira’. In Australia, lo stato di Victoria ha registrato il numero più basso di casi giornalisti negli ultimi tre mesi (ed era il secondo focolaio, ndr). Il premier Daniele Andrews però è prudente e per lui “non è ancora il momento di allentare le restrizioni”.
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