Il Comitato tecnico scientifico ha dato il via alla possibilità di effettuare test rapidi nelle scuole per l’attività di screening contro il coronavirus. C’è stato infatti un accordo di massima durante la riunione sulla bozza della circolare presentata dal ministero della Salute, nella quale si afferma in maniera esplicita che “ai fini esclusivi di screening è possibile utilizzare i test antigenici” negli istituti.
Di fronte a un sospetto caso di Coronavirus, si potranno testare nel giro di 20-30 minuti al massimo, tutti i contatti stretti (nel caso specifico della scuola quindi l’intera classe). In caso di positività, però, sarà necessario sottoporsi al tampone molecolare per avere la diagnosi definitiva.
Si tratta dunque di una decisione importante, perché in buona sostanza il Cts conferma che i test antigenici hanno un’attendibilità che può essere considerata sufficientemente elevata per essere impiegati in più contesti. Ricordiamo infatti che fino ad oggi i test rapidi sono stati utilizzati solo negli aeroporti come un primo filtro ai turisti in arrivo da tutti quei Paesi considerati a rischio.
All’apparenza il test rapido si presenta come il classico tampone. Allora dove sta la differenza? I test rapidi anziché identificare la presenza del materiale genetico del Sars-Cov2 nei secreti del paziente, vanno alla ricerca della proteina spike che ricopre la superficie del virus.
Il modello più diffuso al momento si effettua sempre con un cotton-fioc che viene passato nel tratto naso-faringeo dall’addetto. La differenza più importante però sta nel fatto che con il test rapido il responso arriva direttamente sul posto, nel giro di pochi minuti.
Ad aprire sull’uso dei test era stato il ministro della Salute, Roberto Speranza, al termine di una sua audizione al Senato in commissione Sanità. “Per l’arrivo di vaccini e cure efficaci serviranno ancora mesi”, aveva detto, e sul fronte dei test aveva aggiunto: “Settimana dopo settimana ne abbiamo di migliori e più rapidi, stiamo iniziando ad usarli, come abbiamo fatto per i test antigenici negli aeroporti”.
Sempre il ministro aveva parlato dell’uso dei test rapidi nelle scuole: “Ora è passato un mese e mezzo da quando abbiamo cominciato ad utilizzarli e ci sono numeri significativi sull’affidabilità. Stiamo cominciando a pensare di estenderne l’uso anche in altre sedi come nelle scuole”.
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