Prima le zone rosse limitate al Lodigiano e a Vo’ Euganeo, poi quelle in Lombardia e in 14 province del Centro Nord. Il Dpcm che estende a tutta Italia il lockdown per provare a contenere la diffusione del Coronavirus è del 9 marzo 2020, esattamente un anno fa. Da quel giorno in Italia si sono susseguiti una serie di decreti che hanno prima riaperto e poi chiuso varie zone del Paese, a seconda dell’andamento dei contagi.
Il Dpcm del 9 marzo dispone restrizioni per l’intero Paese, che diventa un’unica zona rossa. L’11 marzo è il giorno del lockdown: si può uscire solo con “autocertificazione”, per motivi di lavoro, di salute o per fare la spesa. Tutto il resto è chiuso: dai negozi alle scuole ai ristoranti.
Il 22 marzo un nuovo Dpcm fissa nuovi limiti: vengono chiuse le attività produttive non essenziali o strategiche. Restano aperti solo gli alimentari, le farmacie, i negozi di generi di prima necessità e i servizi essenziali. Nessuno può spostarsi da un Comune all’altro se non per comprovate necessità.
Il primo aprile il lockdown è prorogato fino al 13 aprile. A pochi giorni da Pasqua, il 10 aprile, il lockdown viene prorogato fino al 3 maggio. Gli italiani quindi trascorrono Pasqua e Pasquetta in lockdown.
Il 26 aprile, nuovo Dpcm e nuovo annuncio di Conte: il decreto stabilisce la riapertura di molte attività per il 4 maggio, in quella che viene definita la fase 2 dell’emergenza.
Con la Fase 2 riapre la maggior parte delle attività produttive (non i negozi, che dovranno attendere il 18 maggio). Restano il distanziamento sociale e il divieto di assembramento. Nei luoghi chiusi obbligo di indossare la mascherina.
La ripresa culmina l’11 giugno con un nuovo provvedimento che sancisce l’avvio della Fase 3: aperti centri estivi per i bambini, sale giochi, sale scommesse, sale bingo, centri benessere, centri termali, culturali e centri sociali.
Dal 15 giugno via libera anche per i cinema. Riprendono gli spettacoli aperti al pubblico, le sale teatrali, sale da concerto e riparte lo sport professionistico. Il 20 giugno torna la Serie A.
Il 16 agosto tornano le prime restrizioni. Il governo decide di chiudere le discoteche sia all’aperto che al chiuso, in seguito alle polemiche sorte dopo la diffusione sui social di foto e video con le piste da ballo affollate.
A settembre arriva anche la riapertura ufficiale delle scuole in Italia, con nuove regole per cercare di contenere la diffusione dei contagi.
A causa della crescita dei contagi, il 13 ottobre arriva un nuovo Dpcm che fissa un’altra stretta. Fra le misure obbligo della mascherina anche all’aperto. A partire dal 6 novembre, viene stabilito il divieto di muoversi su tutto il territorio nazionale dalle ore 22 alle 5 del mattino successivo. Tra le altre misure: dad obbligatoria nelle scuole superiori, stop ai centri commerciali nei weekend, riduzione del 50% della capienza dei mezzi pubblici. Dal 6 novembre inoltre viene istituito il sistema a colori, con le zone gialle, arancioni e rosse, a seconda della fascia di rischio.
Il 3 dicembre viene emanato un nuovo Dpcm, che detta le regole per le feste natalizie. Vietato spostarsi tra Regioni dal 21 dicembre al 6 gennaio. Vietato uscire dal proprio comune il 25, 26 dicembre e il 1 gennaio. Divieto di uscire a Capodanno dalle 22 alle 7 del mattino. L’Italia si alterna tra zona rossa e zona arancione.
Resta il sistema dei colori, ma Conte firma un nuovo Dpcm, in vigore dal 16 gennaio al 5 marzo, che proroga lo stato di emergenza fino al 30 aprile. Istituita anche la “zona bianca” per le aree dove il numero dei contagi è molto basso.
A quasi un anno dal primo lockdown nazionale, arriva il primo Dpcm firmato da Draghi valido dal 6 marzo al 6 aprile. Confermato fino al 27 marzo il divieto di spostamento tra regioni. Confermata la divisione in fasce per colore. Ok all’apertura dei cinema e dei teatri dal 27 marzo con posti a sedere preassegnati. Ok all’apertura dei musei in zona gialla anche nei weekend su prenotazione.
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