È passato esattamente un anno oggi, martedì 1 dicembre, dall’inizio della pandemia da Coronavirus. Il primo dicembre del 2019, infatti, è stato il giorno in cui il primo uomo, nella città di Wuhan, in Cina, mostrava i sintomi di Covid-19, in quel momento una malattia alla quale non era ancora stato dato un nome.
Da Wuhan, metropoli cinese da 11 milioni di abitanti, nonché capoluogo della provincia di Hubei, è partita la seconda pandemia del secolo. Un’epidemia che, nel giro di poche settimane, è passata da essere locale a mondiale.
Covid-19 ha infatti varcato presto i confini nazionali cinesi, diffondendosi, con maggiore e minore intensità, in tutti i continenti del mondo.
Il 31 dicembre 2019, l’ultimo dell’anno, le autorità cinesi hanno informato l’Oms, l’organizzazione mondiale della Sanità, di una serie di polmoniti, molto simili tra loro, proprio nella cittadina di Wuhan. Il virus, hanno fatto sapere in quella data le autorità cinesi, non era conosciuto e si stava indagando sull’origine della malattia.
Ancora oggi, che è passato un anno, si hanno molti dubbi sulla provenienza del virus. Da diversi mesi la Cina sostiene che il virus non sia partito dal mercato del pesce di Huanan, a Wuhan, ma dai prodotti surgelati arrivati dall’estero.
Quello che si sa è che l’epicentro, all’inizio della pandemia, è stato proprio individuato nel mercato citato, dove si mescolavano giornalmente tantissime persone con animali, vivi e morti, in condizioni igienico sanitarie scarse. Il mercato è stato poi chiuso dal primo gennaio 2020.
Un recente studio, pubblicato sula Wiley Online Library, ha rivelato che non è da escludere che il virus abbia avuto la sua origine in laboratorio.
La ricerca, condotta dagli esperti del Dipartimento di Microbiologia dell’Università di Innsbruck, ha evidenziato che i risultati delle analisi suggeriscono che il Coronavirus possa derivare dalla combinazione del coronavirus RaTG13, individuato nei pipistrelli, con il recettore RBD, tipico della tipologia di Covid-19 che infetta i pangolini.
“Questo potrebbe essere il risultato di esperimenti di mutagenesi, può darsi che la prima infezione sia avvenuta accidentalmente e abbia contagiato gli sperimentatori” ha spiegato Rossana Segreto, ricercatrice del dipartimento di Innsbruck.
Tornando alla storia dell’epidemia, il 7 gennaio le autorità cinesi hanno confermato di aver identificato la nuova tipologia del virus. Covid-19, come viene rinominato, farebbe parte della famiglia dell’influenza e della Sars.
Pochi giorni dopo, l’11 gennaio, è stata confermata la prima vittima di Covid-19: un uomo di 61 anni. Secondo le notizie diffuse dalla Cina, in quel momento sono 40 i casi di cui si ha certezza.
Da quel momento, sono venuti alla luce i primi casi di Coronavirus e decessi nel mondo. Il 13 gennaio viene trovata la prima vittima fuori dalla Cina, in Thailandia, dove muore una donna cinese che era da poco rientrata da Wuhan.
Il virus inizia così a circolare in Giappone, Corea del Sud e Australia. Il 21 gennaio le autorità americane confermano il primo caso negli Usa: un uomo, anch’esso rientrato nel Paese proprio da Wuhan.
Il 24 gennaio vengono alla luce i primi casi accertati di Covid-19 in Europa e, nel frattempo, Wuhan viene isolata.
Il Coronavirus, il 30 gennaio, viene dichiarato “emergenza sanitaria globale”. Lo stesso giorno si ha la conferma dei primi casi in Italia: due turisti cinesi, ricoverati all’ospedale Spallanzani di Roma.
Il virus corre così anche in Italia e il 4 marzo il premier Giuseppe Conte firma il primo di una lunga serie di Dpcm, nel quale chiude scuole e università fino al 15 marzo, inserendo restrizioni anche per il campionato di calcio, i cinema e i teatri.
Solo quattro giorni dopo, l’8 marzo, in Italia inizia il lockdown nazionale, che durerà più di due mesi.
Da quel giorno di ormai un anno fa, il Coronavirus ha causato nel mondo oltre un milione e 476mila vittime e i casi sono stati oltre 63 milioni.
In Italia, oggi divisa in tre zone, i casi accertati hanno raggiunto quota 1.601.554, con oltre 55mila vittime.
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