Il vaccino contro il Covid-19, sviluppato dall’università di Oxford in collaborazione con la casa farmaceutica AstraZeneca, genera una significativa risposta immunitaria nei soggetti anziani, ovvero il gruppo più vulnerabile della popolazione. A riportarlo è il Financial Times, che parla di “speranze” generate dai trial.
A livello di sperimentazione clinica del vaccino, siamo alla fase 3: l’ultima prima di sapere con esattezza se il vaccino di Oxford è sicuro e se permette di proteggere la popolazione dalla malattia. Dopo l’eventuale superamento dell’ultima fase, si dovrà attendere l’approvazione degli enti regolatori, prima che il vaccino possa essere regolarmente immesso sul mercato.
Secondo due fonti citate dal quotidiano, il Financial Times evidenzia che il vaccino di Oxford genera una forte risposta immunitaria negli anziani, attivando gli anticorpi e i cosiddetti linfociti T, ovvero quelle cellule responsabili di identificare e uccidere gli agenti patogeni invasori.
I risultati ottenuti non garantiscono, tuttavia, che il vaccino di Oxford alla fine si dimostri sicuro ed efficace nelle persone anziane. Questo si saprà solo quando saranno stati analizzati i dati completi del processo clinico per il gruppo di età in questione.
“Grazie alla forza economica e organizzativa della multinazionale AstraZeneca, abbiamo cominciato a produrre il vaccino già da mesi“, commenta Piero Di Lorenzo, presidente dell’Irbm di Pomezia, il centro che sta lavorando, insieme all’università di Oxford, al candidato vaccino prodotto da AstraZeneca.
“Se tutto andrà bene, è ragionevole aspettarsi che le prime dosi di vaccino, 2-3 milioni, arrivino in Italia entro la fine dell’anno“, continua Di Lorenzo. Il contratto tra la multinazionale e l’Unione Europea prevede, infatti, la consegna di 300 milioni di dosi entro giugno 2021. E anche In Italia ogni mese arriveranno una decina di milioni di dosi. “Entro giugno 2021, tutti quelli che vorranno vaccinarsi in Italia potranno farlo“, prevede Piero Di Lorenzo.
Secondo una recente statistica dell’Istat, il 75% degli italiani è pronto a vaccinarsi. “E’ dunque ragionevole pensare – spiega Di Lorenzo – che il 75% degli italiani entro giugno 2021 sia vaccinato“. Secondo i protocolli internazionali, un vaccino è ritenuto valido se garantisce come minimo il 50% di efficacia. Nelle sperimentazioni già pubblicate, “il vaccino presentava un’efficacia del 90%“, aggiunge Di Lorenzo.
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