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Scontri nel centro di Roma durante il corteo degli operai dell’Ast di Terni. Secondo quanto riferiscono fonti sindacali, i tafferugli si sono verificati intorno alle 13.30 all’altezza di piazza Indipendenza. Il corteo era diretto verso il ministero dello Sviluppo economico, dove la ministra Federica Guidi ha ricevuto l’amministratore delegato dell’Ast, Lucia Morselli. Secondo quanto viene riferito, i manifestanti hanno cercato di forzare il cordone delle forze dell’ordine, ma sono stati respinti.
Da qui i tafferugli: i feriti sarebbero tre manifestanti. Al ministero dello Sviluppo economico c’è stato un incontro tra la ministra Federica Guidi e una delegazione dell’acciaieria di Terni, guidata dal segretario generale della Fiom-Cgil, Maurizio Landini.
Camusso: “C’è stato un ordine”
“Ho incontrato personalmente i lavoratori dimessi, tutti e due raccontano la stessa cosa: c’è stato un ordine esplicito. Stupisce sempre, del resto, che queste cose possano avvenire per caso. Ci deve essere un ordine“. Non ha dubbi Susanna Camusso, intervistata da Il Fatto Quotidiano in merito al ferimento di alcuni lavoratori della Ast di Terni. “Le manifestazioni pacifiche non possono essere trattate in questo modo – continua la segretaria generale Cgil -. Abbiamo chiesto di convocare il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica in modo da rendere esplicita una direttiva su quale deve essere il comportamento delle forze dell’ordine. Quello che è accaduto oggi non deve più verificarsi“. Camusso annuncia che i fatti avvenuti a Roma non anticiperanno lo sciopero generale annunciato per sabato 8 novembre, perché fino ad allora “ci sono mobilitazioni già decise. Continuiamo a pensare che bisogna articolare e allargare le iniziative, dare voce ai territori. Saremo sottoposti a numerose tensioni, a probabili voti di fiducia, non abbiamo in mente una lotta di breve periodo“.
Sugli obiettivi che la Cgil vuole raggiungere con queste iniziative, Camusso spiega che “La priorità è che si crei lavoro, buon lavoro. Nella legge delega non c’è nulla sul superamento delle tante forme della precarietà. Lo Statuto dei lavoratori va esteso, non ridimensionato. Legge delega, legge di Stabilità e riforma della Pubblica amministrazione sono tre cose che vanno insieme, una cosa non derubrica l’altra. In ogni caso, noi non diciamo solo dei no. Abbiamo idee, proposte: l’estensione dei diritti, la riduzione della precarietà, la qualità della pubblica amministrazione“. “Una pietra sopra” sulla possibilità di confronto col Governo “non ce la mettiamo mai – spiega la segretaria Cgil -. Una strada per confrontarsi è la più idonea ma non ne vediamo in questo momento le premesse. Abbiamo proposte e restiamo disponibili al confronto. Non ci chiudiamo in un fortino“.
La Cgil non è sotto assedio, assicura la sindacalista, piuttosto la fase attuale è “caratterizzata da una grandissima questione sociale. Per correttezza, va detto che la situazione non è tutta figlia di questo Governo, ma di una lunga stagione di crisi che ha lasciato moltissimi nodi irrisolti. Capisco che ci sia del nervosismo in giro. L’isolamento non ci riguarda a meno che non si voglia intendere una separazione dei temi del lavoro dalle priorità del Paese“. “Quando sono stata eletta – aggiunge – la preoccupazione era come affrontare una crisi così lunga. Ma forse abbiamo sottovalutato che una crisi così avrebbe cambiato non solo i rapporti sociali ma anche i rapporti sul piano politico. Ciò che invece non è mutata è la forte vocazione di autonomia della Cgil“.
Sulle parole di Pina Picerno Camusso preferisce non dire nulla, se non commentando “Non mi interessa rispondere al protagonismo di qualcuno. Ovviamente, ci riserviamo di valutare gli elementi di diffamazione, ma non è questo il punto“. E sull’eventuale necessità di un rinnovamento generazionale all’interno della Cgil la sindacalista conclude: “La Cgil non è mai un mondo omogeneo. Sabato scorso è stato evidente che siamo più compositi e più giovani di quello che è riconosciuto. Che poi anche noi abbiamo un problema di accelerazione del rinnovamento non c’è dubbio. Ma questa discussione l’abbiamo aperta prima del ‘cinegiornale dell’era Renzi’“.
Le altre reazioni
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, ha sentito poco fa al telefono il segretario della Fiom Maurizio Landini. E’ quanto si legge in una nota della Presidenza del Consiglio. “Il Governo continua ad essere impegnato nell’affrontare la crisi di Ast Terni – dichiara il sottosegretario Delrio – ed effettuerà una puntuale verifica per quanto accaduto oggi con il ferimento di alcuni operai“.
“Quanto è accaduto oggi a Roma è un fatto gravissimo, che non si deve più ripetere“. Lo dichiara Guglielmo Epifani, presidente della commissione Attività produttive della Camera, in riferimento agli scontri per l’Ast. “Bisogna accertare le responsabilità – aggiunge – e fare in modo che sia garantito il diritto di chi protesta per il proprio lavoro, per l’occupazione“. “In casi così drammatici ci può essere tensione, ma i lavoratori dell’Ast vanno ascoltati non caricati“. Così, su Twitter, il presidente del Pd Matteo Orfini.
Camusso telefona ad Alfano
“Per accertarsi dello stato di salute dei lavoratori e dirigenti colpiti oggi, il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, si è recata in queste ore nell’ospedale Policlino Umberto I di Roma dove sono stati ricoverati. Allo stesso tempo il segretario generale ha telefonato al ministro degli Interni, Angelino Alfano, per chiedere conto di quanto avvenuto oggi“. E’ quanto si legge in una nota del sindacato di Corso d’Italia sugli scontri che hanno coinvolto a Roma lavoratori dell’Ast. “Il governo, infatti – prosegue la nota – deve rispondere pubblicamente dei fatti di oggi e convocare il Comitato permanente per l’ordine e la sicurezza pubblica per dare esplicite indicazioni di attenzione e rispetto“.
“La Cgil – scrive il sindacato – denuncia con forza e sdegno le cariche della polizia sugli operai della Ast e di diversi dirigenti sindacali, avvenute oggi a Roma nel corso di una pacifica protesta dei lavoratori delle acciaierie ternane, coinvolti in una difficile vertenza, ed esprime piena vicinanza e solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori in piazza, specie nei confronti di coloro che sono stati violentemente caricati dalle forze dell’ordine“.
Per la Cgil, conclude la nota, “molteplici sono le vertenze aperte senza soluzioni e in una situazione così drammatica, in un Paese che non riesce a interrompere la caduta in una spirale di crisi, quanto registrato oggi in piazza è di una gravità inaudita. Il governo faccia al più presto chiarezza“.
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