Corteo nella mattina di giovedì 13 novembre dei lavoratori di Esaote e Oms Ratto preoccupati per il futuro delle loro aziende. I lavoratori si sono dati appuntamento alla stazione di Genova Principe e hanno marciato fino alla sede del Comune di Genova in via Garibaldi. E’ stato effettuato un incontro tra il vicesindaco del Comune di Genova Stefano Bernini e i lavoratori, che da mesi chiedono a Palazzo Tursi l’approvazione della variante al Puc delle aree di Esaote dopo che quest’ultima sta attuando un piano industriale che prevede investimenti ma anche esuberi ed esternalizzazioni. L’azienda secondo i sindacati non avrebbe rispettato l’accordo di programma che le consentiva in cambio di un piano di sviluppo che garantisse gli attuali livelli occupazionali di rivendere, grazie al cambio di Puc deliberato dalla passata Giunta, come commerciali le aree liberate con il trasferimento sulla collina degli Erzelli.
“Siamo venuti a chiedere date certe per il cambio del Puc – spiega Andrea Baucia, Fiom Cgil Esaote – perché dopo il comunicato dell’azienda di ieri che, in pratica, dice che tutto è finito e loro vanno avanti con il piano industriale, noi ribadiamo che no ci sono più possibilità di trattativa. Il Puc deve variare, deve tornare area industriale. Se l’azienda vuole mettersi attorno a un tavolo per parlare del merito noi siamo disponibili. Siccome pensiamo che questo non avverrà allora il Puc deve cambiare e le aree tornare industriale. Ieri è stata aperta la mobilità per 60 persone e speriamo di poter discutere almeno di questo“.
Coinvolta dal piano industriale anche l’azienda Oms Ratto, destinata a chiudere se Esaote non rivedrà le sue scelte: “I tempi della politica e le titubanze del Comune non hanno portato a nulla di fatto mentre in concreto in Oms Ratto ci sono 60 lavoratori che rischiano concretamente e a breve il posto di lavoro e che da due mesi non prendano lo stipendio” dice Ivano Mortola, Fiom Cgil Oms Ratto. “Da due settimane i lavoratori sono fermi tra scioperi e contratti di solidarietà” spiega il sindacalista. “Da sei mesi aspettiamo una risposta certa e definitiva da parte della politica ma nonostante le promesse non è stato fatto niente. Chiediamo un atto di coraggio alla politica perché non è possibile che in questo Paese si facciano piaceri alle imprese quando le imprese disattendono gli accordi a danno dei lavoratori“. Il vicesindaco Bernini ha concluso l’incontro tra le proteste dei lavoratori impegnandosi a riferire alla Giunta le loro richieste.
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