Conseguenza delle dimissioni di Matteo Renzi dopo la sconfitta al referendum costituzionale potrebbe essere la formazione di un governo di scopo. Cos’è un governo di scopo? Si tratta di un esecutivo politico di emergenza, formato da ministri appartenenti a tutti (o quasi) i partiti in Parlamento, con lo scopo di approvare leggi essenziali, come quella elettorale, prima di tornare alle urne.
Ha caratteristiche simili al governo di larghe intese, al quale spesso viene associato, mentre si differenzia dal governo tecnico. Quest’ultimo, infatti, è formato solo da personalità esterne alla politica, tecnici appunto, e può avere una durata più lunga. Il governo di scopo ha invece una durata più limitata nel tempo. In ogni caso si tratta sempre di “governo del presidente”, in quando è il capo dello Stato a scegliere un’autorevole personalità per guidarlo.
Un governo di scopo può essere considerato quello di Carlo Azeglio Ciampi, in carica dal 28 aprile 1993 al 10 maggio 1994. È stato il primo esecutivo guidato da un non parlamentare (Ciampi all’epoca era governatore della Banca d’Italia). Non è stato tecnico in quanto formato in prevalenza da politici. Ciampi aveva ricevuto l’incarico da Oscar Luigi Scalfaro, dopo le dimissioni di Giuliano Amato, con lo scopo principale di approvare una nuova legge elettorale. Dopo l’approvazione di essa (il “Mattarellum”) e il naufragio della Commissione bicamerale sulle riforme, Ciampi si dimise.
Governo di scopo dopo le dimissioni di Renzi?
Tra gli scenari possibili dopo le dimissioni di Renzi in seguito alla bocciatura al referendum, c’è proprio il governo di scopo, come preludio di nuove elezioni. Oltre all’approvazione della legge di Bilancio, l’eventuale esecutivo di scopo avrebbe come missione essenziale l’approvazione di una nuova legge elettorale. L’Italicum, infatti, è stata pensata solo per la Camera in quanto il Senato sarebbe diventato ineleggibile con la riforma costituzionale. Poiché questa è stata bocciata con il referendum, serve adesso una legge elettorale anche per il Senato. Al momento si andrebbe al voto con due sistemi elettorali differenti: Italicum alla Camera, Porcellum (così come modificato dalla Consulta) al Senato. Una situazione caotica e grottesca, che potrebbe generare una ulteriore situazione di ingovernabilità. Per prevenirla il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha in mano l’opzione governo di scopo con a capo, si vocifera, il ministro del Tesoro Carlo Padoan o il presidente del Senato Piero Grasso.
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