Nonostante il clima di crescente tensione tra Cina e Stati Uniti, è in programma un importante incontro tra i due Paesi. Sì tratta di un viaggio programmato da tempo, ma rimandato a causa delle dispute diplomatiche, che hanno caratterizzato le relazioni bilaterali tra Washington e Pechino negli ultimi mesi. Blinken si appresta a partire per raggiungere la capitale cinese per cercare di attuare una sorta di disgelo diplomatico.
Nei giorni scorsi gli sforzi per migliorare i rapporti sono stati complicati da un nuovo spunto di discussione che vede come protagonisti il Segretario di Stato americano Antony Blinken e il ministro degli Esteri Qin Gang. Durante una chiamata telefonica Pechino ha chiesto al governo Usa di mostrare rispetto, sottolineando che le autorità statunitensi dovrebbero smettere di interferire negli affari interni della Cina.
Questo ennesimo contrasto ha generato ulteriori tensioni tra Cina e Usa e ha boicottato i tentativi di ripristinare un dialogo costruttivo, con lo scopo di ridurre le tensioni. Le dichiarazioni, però, sono in contrasto con la volontà mostrata dalle due potenze, o meglio, con la necessità di cooperazione per continuare lo sviluppo globale. Questa esigenza, nonostante le divergenze, è qualcosa che genera un meccanismo che va oltre le posizioni politiche, si tratta di mantenere attivo il progresso economico, produttivo e commerciale dell’intera comunità internazionale.
La visita del Segretario di Stato Usa Antony Blinken a Pechino, prevista da tempo, ha suscitato molte aspettative riguardo alle possibilità di appianare le relazioni tra le due Potenze mondiali. Ma in realtà la diplomazia tra Cina e Stati Uniti ha subito un brusco arresto e da quanto emerge dai media, locali e internazionali, l’atmosfera a Pechino non sembra essere accogliente.
Di recente il governo cinese ha criticato gli Stati Uniti per il costante aumento delle tensioni tra i due Paesi. In una telefonata con Blinken, il ministro degli Esteri cinese Qin Gang ha esortato gli Stati Uniti a “mostrare rispetto” per le preoccupazioni fondamentali di Pechino e a smettere di interferire nei suoi affari interni.
Questa dichiarazione del governo cinese sembra preannunciare le basse aspettative di Pechino per l’incontro con Blinken e fa notare una sorta di sfiducia mentre la reazione dell’amministrazione Biden è quella di spingere per un “disgelo” nelle relazioni tra Washington e la Cina.
Gli esperti concordano sul fatto che il viaggio di Blinken in Cina sia ad alto rischio ma soprattutto emerge la possibilità che la visita non porti a risultati concreti. Nonostante ciò la presenza di Blinken in Cina è un segnale importante del desiderio degli Stati Uniti che mostra la voglia di migliorare le relazioni con le autorità cinesi e di trovare modi per collaborare su questioni di interesse comune.
Ci sono molte questioni importanti che saranno affrontate durante la visita di Blinken in Cina e, nonostante le difficoltà, Washington e Pechino hanno un forte interesse a collaborare su queste questioni, poiché la loro cooperazione apporta benefici significativi per entrambi ma anche all’intera comunità globale.
La visita degli Usa in Cina rappresenta un’opportunità importante per riuscire a cooperare e a migliorare le loro relazioni. Il successo della visita dipenderà dalla capacità l di superare differenze e di trovare un terreno comune su cui lavorare.
La dichiarazione del governo cinese, che è stata rilasciata successivamente rispetto alla telefonata tra Blinken e Qin,rivela la profonda crepa diplomatica che c’è tra le due superpotenze mondiali. Questo accade in un momento in cui gli Usa stanno cercando di migliorare i rapporti bilaterali con Pechino, dopo uno dei periodi più bui in assoluto delle loro relazioni bilaterali.
La situazione che si prospetta in questo preciso momento storico non sembra rivelare la capacità di giungere a un equilibrio, almeno non nell’immediato.
Sun, direttore del China Program presso lo Stimson Center, think tank di Washington, ha notato e sottolineato che la copertura mediatica della visita di Blinken in Cina, da parte dei media statali cinesi, è stata limitata e meno entusiasta rispetto a quella dell’Occidente. Ciò potrebbe suggerire che l’attesa per la visita di Blinken, almeno in apparenza, non sia così sentita dalle autorità di Pechino, ma può rivelare anche che la questione è appositamente gestita senza troppa enfasi dalle autorità cinesi.
La situazione che emerge da questo preciso momento storico osservando la diplomazia tra Pechino e Washington, rivela molte sfide da risolvere per poter tornare ad avere fiducia, almeno in parte, e rispetto reciproco lasciandosi alle spalle la diffidenza emersa dagli ultimi accadimenti.
Usa e Cina hanno espresso chiaramente la volontà di migliorare il rapporti bilaterali ma nonostante ciò è difficile, come spiegato poc’anzi, trovare una soluzione nel breve termine, data la portata della disputa, nata a causa della guerra tecnologica e della questione dei Taiwan che al suo interno racchiude, oltre che ovviamente alla sovranità territoriale cinese ostentata su Taiwan e la disputa legata alla guerra dei chip.
In generale quindi si può affermare che, nonostante i tentativi di rendere equilibrata la questione a livello mediatico, si evince chiaramente una difficoltà nella ripresa dei rapporti che si denota con le dinamiche che ne sono derivate, ovvero alleanze distinte tra Oriente e Occidente che preoccupano la comunità internazionale. Il timore di possibili contrasti, data l’attuale situazione di crisi globale, è presente e rende ancora più complicata una possibile soluzione.
Gli Stati Uniti hanno recentemente portato avanti una campagna per sensibilizzare la comunità internazionale sull’importanza di una gestione responsabile della concorrenza tra Potenze mondiali. Nonostante l’impegno dimostrato il massimo diplomatico del Dipartimento di Stato per l’Asia orientale Daniel Kritenbrink ha minimizzato le aspettative per il prossimo incontro con le autorità cinesi.
Già durante la scorsa settimana Kritenbrink ha riferito: “Non andremo a Pechino con l’intento di avere una sorta di svolta o trasformazione nel modo in cui trattiamo gli uni con gli altri” e ha anche precisato che: “Veniamo a Pechino con un approccio realistico, fiducioso e un sincero desiderio di gestire la nostra concorrenza nel modo più responsabile possibile. Speriamo come minimo di raggiungere questo obiettivo“.
L’incontro tra Washington e Pechino avrà luogo in un clima di crescente tensione e diversi esperti si chiedono se il summit avrà realmente un impatto positivo o se non farà altro che alimentare l’ha già presente tensione tra i due Paesi.
Molti osservatori temono che la concorrenza economica e tecnologica tra gli Usa e la Cina possa degenerare in un reale conflitto aperto. In tal senso l’impegno di Washington per una gestione responsabile della concorrenza è un segnale importante per la comunità internazionale ed evidenzia che, nonostante divergenze e astio, ciò che conta realmente è l’equilibrio globale.
Sostanzialmente non si prevedono svolte epocali, ma piuttosto un approccio realistico e pragmatico che vada a trovare un punto d’incontro tra Cina e Usa.
Il ripristino delle relazioni diplomatiche tra gli Stati Uniti e la Cina si presenta come un compito arduo e le autorità cinesi sembrano non aver superato la fiducia politica nata durante l’amministrazione Trump. In particolare, il clima di sospetto che circonda Pechino rende la situazione estremamente delicata.
Secondo Wang Yong, professore presso la Peking University di Pechino, l’opinione prevalente in Cina è che le parole e le azioni degli Stati Uniti sono incoerenti e non rispecchiano ciò che viene dichiarato. Negli ultimi mesi, come riportato dall’accademico, gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni a società cinesi ma anche spinto gli alleati a limitare il commercio dei semiconduttori alla Cina e organizzato alleanze economiche avanzate per contrapporsi alla “coercizione economica” di Pechino.
Ma soprattutto hanno firmato un nuovo accordo commerciale con Taiwan, una democrazia che gode di autonomia ma che la Cina ritiene come una provincia ribelle e spesso ribadisce che è una questione interna e la sovranità sull’isola inopinabile.
Le scelte intraprese da Washington hanno sollevato il malcontento di Pechino, che ha messo in dubbio la “sincerità” dell’amministrazione Biden.
Un portavoce del ministero degli esteri cinese ha riferito nelle scorse settimane che: “Gli Stati Uniti chiedono comunicazione da un lato, ma dall’altro sopprimono e contengono la Cina con ogni mezzo possibile“. Questo quando Biden aveva comunicato da pochissimo di essere positivo riguardo a un disgelo nelle relazioni bilaterali.
Gli esperti cinesi ritengono che nelle questioni chiave in cima agli interessi di Pechino sono in prima linea le limitazioni sulle esportazioni di tecnologia tra Taiwan e Usa. Il malcontento maggiore è riguardo ai limiti sulla fornitura di semiconduttori avanzati e attrezzature per la produzione di chip alla Cina.
La competizione tra Stati Uniti e Cina rappresenta uno dei temi centrali della diplomazia internazionale degli ultimi anni. Da un lato Biden ha cercato di mantenere aperte le linee di comunicazione ma dall’altro lato Pechino ha reagito con un atteggiamento di crescente distacco e sospetto.
Al centro della presa di posizione di Pechino c’è il rifiuto di una premessa fondamentale della strategia dell’amministrazione Biden, ovvero che le due Potenze possono competere in modo aggressivo mantenendo aperte le linee di comunicazione per evitare di virare verso il conflitto.
La Cina ha interrotto i colloqui con i comandanti militari degli Stati Uniti a seguito della visita dell’ex portavoce della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi a Taiwan lo scorso agosto, il che ha alimentato i timori di un possibile incidente che scatenerebbe un conflitto globale.
Negli ultimi mesi sono stati evidenti i contrasti tra le due Nazioni, che si sono trasformati velocemente in pericolose dimostrazioni militari, tra cui anche una quasi collisione tra navi nello stretto di Taiwan e un incidente sfiorato tra jet.
Secondo Tong Zhao la Cina ha adottato una “politica di rischio calcolato” per far presente il rischio di uno scontro con Washington. Ha affermato che: “la Cina sta cercando di aumentare deliberatamente alcuni rischi a livello tattico, nella speranza di costringere gli Stati Uniti a scendere a compromessi a favore della Cina a livello strategico.”
Secondo alcuni esperti, la Cina ha accettato la visita di Blinken per motivi pratici ma potrebbe anche essere preoccupata per le ripercussioni della rivalità USA-Cina a lungo termine.
Zhao ha precisato anche che: “anche i dati economici deludenti potrebbero aver offuscato la visione ottimistica della Cina sull’equilibrio di potere tra essa e gli Stati Uniti”.
La mancanza di comunicazione tra i due eserciti più potenti del mondo è motivo di nervosismo per la comunità internazionale, che ha paura di possibili conflitti inaspettati. Sarà importante monitorare gli sviluppi della situazione e verificare se sarà possibile trovare un terreno comune per la cooperazione e il dialogo tra le due potenze mondiali.
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