Il governo, all’interno del Def, ha intenzione di utilizzare 3 miliardi al fine di diminuire le tasse sul mondo del lavoro.
Si tratta di una misura che andrà a modificare i redditi medio-bassi. Ecco quali potrebbero essere tutti i cambiamenti.
Durante le ore passate il Def ha previsto anche un taglio di cuneo fiscale pari a 3 miliardi così da portare dei vantaggi ai redditi medio bassi. A questo riguardo infatti si legge “A fronte di una stima di deficit tendenziale per l’anno in corso pari al 4,35% del Pil ,il mantenimento dell’obiettivo di deficit esistente (4,5%) permetterà di introdurre, con un provvedimento di prossima attuazione, un taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi di oltre 3 miliardi a valere sull’anno in corso”
Infatti, da circa due anni a questa parte, gli interventi sul cuneo concernono soprattutto i lavoratori. La manovra del taglio del 2023 ha avuto un impatto di 5 miliardi. Infatti, in base a ciò che ricorda Il Sole 24 Ore, tale norma ha ampliato le retribuzioni lorde fino a raggiungere i 25.000 euro a cui viene applicato anche un esonero sulla quota dei contributi previdenziali che spetta ai lavoratori pubblici e dipendenti. Se invece si prende sotto esame la fascia retributiva che comprende un importo dei 25-35.000 euro, l’esonero confermato è del 2%.
Per il momento però gli effetti di questo taglio sono risultati essere ancora troppo esigui. Infatti per i redditi che non superano i 25.000 euro si fa riferimento ad un risparmio di 41,15 euro al mese, cifra che nel corso di un anno si traduce in 493,85 euro. Per quegli stipendi da 27.500 euro a 35.000 euro si fa riferimento ad un aumento di 30 euro in più all’interno della busta paga e quindi per ad un importo di 390 euro nel corso di un anno.
Attraverso i tre miliardi che sono stati annunciati dall’esecutivo, tali cifre si rimpingueranno sempre di più con un intervento che avrà luogo tra maggio e dicembre di quest’anno. E’ ancora lontano l’obiettivo di Confindustria il quale aveva intenzione di realizzare un taglio strutturale del costo del lavoro pari a 16 miliardi, una decisione che avrebbe dato la possibilità di ottenere una mensilità di 1.223 euro fino ad un reddito di 35.000 euro.
Attualmente il cuneo fiscale contributivo italiano è arrivato al valore di 46,5% al lavoratore, uno dei livelli più altri se si fa riferimento a livello internazionale. Per il momento due terzi del taglio è pagato dalle imprese mentre un terzo dai lavoratori. Confindustria invece chiede che si faccia l’opposto e quindi che due terzi sia a favore di lavoratori mentre un verso a favore delle imprese.
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