Il rapporto tra Stati Uniti e Israele ha subito un contraccolpo inaspettato, all’ interno di relazioni bilaterali già compromesse, a seguito delle azioni intraprese dal governo Netanyahu che non sono andate a genio al presidente statunitense Biden. Dopo che è emersa la notizia dell’invito a Washington per il presidente israeliano, che sembrava indicare una svolta, la Casa Bianca si è, però, rifiutata di confermare invia ufficiale se Biden abbia invitato o meno Netanyahu allo Studio Ovale.
In un’intervista al New York Times, Biden ha espresso timore sul fatto che Netanyahu abbia avanzato una riforma giudiziaria importante in maniera frettolosa, che sta portando a conclusione dell’iter in maniera troppo veloce e, sopratutto, senza un ampio consenso, essenziale alla riuscita di un cambiamento della giustizia a Israele sostanziale e ciò, a suo avviso può danneggiare in maniera irreparabile le relazioni con gli Stati Uniti.
Biden ha dedicato un’ora a parlare di questo delicato argomento con il giornalista del New York Times, Friedman. Questo mette chiaramente in evidenza l’importanza che il presidente americano attribuisce alla questione.
Alla luce dei fatti e sopratutto alla luce delle nuove informazioni, confermate, il leader dei democratici pensa che portare avanti un cambiamento su un tema così delicato come la giustizia con forzature e fraintendimenti non può fare altro che aggiungere tensione e nervosismo all’interno della società israeliana ma oltre a ciò, creerà rapporti ancora più tesi con Washington.
Secondo la Casa Bianca è essenziale e fondamentale che la coalizione di Netanyahu proceda con la massima cautela nell’avanzamento del disegno legislativo, che va sostanzialmente a cambiare radicalmente ciò che è stato fino ad ora senza coordinarsi con gli alleati e senza raggiungere più consenso all’interno di Israele. Tutto ciò rischia di gettare nel caos il Paese e di veder alterati per sempre gli equilibri internazionali raggiunti con sforzo fino ad oggi.
Secondo Friedman, il messaggio di Biden a Netanyahu è stato chiarissimo: “fermati subito, non approvare riforme così importanti senza un ampio consenso, o rischi di compromettere la democrazia israeliana e il rapporto con gli USA, forse in modo irreparabile.”
Il presidente Usa ha sostenuto fermamente che la cautela e l’evitare forzature paghi a lungo andare e riesca a generare una sicurezza politica durata e inopinabile.
Nell’articolo del NYT è stato specificato che Biden potrebbe essere l’ultimo presidente democratico filo israeliano. Sottolineando inoltre che Netanyahu dovrebbe tener conto di queste affermazioni senza ignorarle e dando peso alle preoccupazioni mostrate che nascono dalla volontà radicata di preservare relazioni bilaterali ma soprattutto uno stretto legame tra Israele e Stati Uniti.
Ciò che si evince chiaramente dalle informazioni che ha rivelato Friedman e che l’aver accelerato il procedimento alla Knesset israeliana senza aver tenuto conto dei consigli e delle munizioni può far generare il caos come mai prima d’ora a Israele e quel che irrita l’amministrazione Biden è che sembra che ciò non interessi alle autorità israeliane. L’appello del presidente Usa è quello di non pestare troppo il pedale per evitare un incidente di percorso che potrebbe generare conseguenze disastrose.
Netanyahu sembra essere stato quindi chiaramente avvisato che la riforma così frettolosa della giustizia israeliana andrà quasi sicuramente a logorare i rapporti tra Tel Aviv e Washington
Il confronto tra il presidente Biden e Friedman sì è svolto il giorno dopo in cui, per l’appunto, il presidente ha avuto modo di parlare con Netanyahu, dopo mesi di gelo diplomatico. Nonostante la conversazione avuta con il capo di Stato israeliano, è emerso un profondo timore sul fatto che le divergenze su questo temuto disegno di legge non riescano a far superare realmente la tensione alle due Nazioni.
A seguito della velocità con la quale la Knesset avanza e discute la riforma giudiziaria sono state organizzate accese proteste che si stanno scaldando e prendono una forma più violenta e nervosa, ma nonostante ciò la coalizione al governo punta alla chiusura del procedimento legislativo senza curarsi di tutte le raccomandazioni globali.
Mentre è sostenuto dai pro riforma che essa andrà a rafforzare il sistema di giustizia gli oppositori, invece, credono che andrà a minare irreparabilmente la democrazia trasformando Israele in una dittatura, nella quale la classe al comando non può essere messa in discussione da nessuno.
Dal resoconto del New York Times sembrerebbe emerge anche se non chiaramente specificato, che le preoccupazioni del capo di Stato Usa sono state espresse sia nel colloquio telefonico con Netanyahu che successivamente con Friedman e con il presidente di Israele Herzog.
Nel suo articolo Friedman ha riportato solo due prese di posizione dirette di Biden, che hanno evidenziato un’ampia mobilitazione da parte di moltissimi settore della società israeliana che dimostrano l’interesse dei cittadini per la democrazia che è qualcosa di essenziale secondo Biden per mantenere vivi i rapporti bilaterali.
In sostanza, pur non volendo interferire in maniera sconsiderata, Biden ha sottolineato che il percorso intrapreso da Netanyahu lo porterà a pentirsi delle scelte fatte senza aver ponderato ogni possibile scenario futuro.
Biden, nelle parole riportate da Friedman, ha affermato che la riforma della giustizia è un tema che portato per le strade di Israele centinaia di migliaia di persone che temono di vedere intaccata la democrazia del paese e non vogliono consegnare l’imparzialità dell’Alta Corte così come la nomina dei giudici alla classe politica.
Il presidente Biden ha fatto una raccomandazione ovvero quella di procedere con calma e senza fretta cercando di conquistare il massimo consenso dalla società israeliana e dall’opposizione politica in un ambito che va ad effettuare un cambiamento significativo per il paese.
Secondo il funzionario israeliano Hanegbi, tali preoccupazioni non sarebbero state esternate durante la conversazione telefonica tra Biden e Netanyahu, descritta invece come “buona, cordiale e costruttiva” da entrambe le parti.
In sostanza, nonostante i commenti riportati dalla stampa, secondo i funzionari di Tel Aviv, Biden non ha espresso direttamente a Netanyahu la sua opposizione alla riforma. Segno forse della volontà di non interferire apertamente negli affari interni israeliani.
A seguito della precisazione voluta dal presidente Usa Biden sono emersi numerosi commenti e opinioni. Una situazione delicata che va a plasmare la precedente e mettere in una luce completamente diversa e l’attuale rapporto tra Netanyahu e il leader dei democratici statunitensi, che sembra aver portato davvero al punto più basso bene relazioni tra Israele e Stati Uniti.
A seguito delle dichiarazioni di Biden che gettano una luce completamente differente sull’attuale stato dei rapporti bilaterali tra Usa Israele, sono spuntate considerazioni ed opinioni che vanno a fare ipotesi cercare di capire quale potrebbe essere il futuro sviluppo.
Secondo il sito Walla, le dichiarazioni di Biden a Friedman Sono sono una chiara reazione a quello che ha ritenuto un resoconto non veritiero, diffuso dall’ufficio del primo ministro d’israele Netanyahu, che è stato giudicato fuorviante da Washington.
In particolar modo sembra che l’amministrazione Biden non avvia gradito come Netanyahu ha descritto la conversazione telefonica ovvero come “calda e lunga” ma anche la diffusione della notizia dell’invito alla Casa Bianca ha stizzito il leader.
Questo a causa del fatto che è invece ben chiaro ed evidente a tutti che sono stati mesi freddi e di gelo diplomatico tra Washington e Tel Aviv, causati dalle scelte politiche interne, passando per la crisi internazione arrivando fino agli insediamenti in Cisgiordania
Biden quindi sembra aver voluto correggere l’impressione emersa dalle autorità israeliane in merito al colloquio avuto con Netanyahu per far comprendere realmente l’attuale situazione e come dovrebbe essere gestita la cosa. In realtà, la distanza sulla riforma della giustizia rimane e Biden ha voluto sottolinearlo con fermezza.
Un segnale di quanto la faccenda sia delicata per Washington, al punto da spingere il presidente americano a intervenire pubblicamente per eliminare possibili equivoci e continuare ad avere una posizione coerente.
Secondo Biden l’interpretazione data al colloquio telefonico avuto con Netanyahu non corrisponde alla realtà e ha voluto precisarlo per far comprendere la reale opinione sulla questione israeliana.
Non emerge un chiaro invito al presidente di Israele Netanyahu dal riassunto condiviso dalla Casa Bianca in merito alla telefonata e al colloqui, ma è stata invece rimarcata la preoccupazione riguardo a questa scelta del governo israeliano.
Biden avrebbe anche sottolineato ribadito che i valori democratici condivisi devono essenzialmente essere un focus nelle relazioni tra Washington e Tel Aviv.
Ciò che emerge chiaramente è una visione completamente differente posta tra ciò che sarebbe emerso nella telefonata tra i due leader.
Il riavvicinamento tanto decantato dai media sembra quindi essere soltanto un’illusione.
Hanegbi ha definito il colloquio “positivo e costruttivo” e ha aggiunto inoltre che il governo hai intenzione portare avanti rapidamente la riforma della giustizia per poi cercare un consenso più ampio.
Ma la portavoce della Casa Bianca ha ribadito che le parole di Biden riportate da Friedman rappresentano fedelmente il suo pensiero. Il presidente Biden è stato quindi molto chiaro sulla necessità del consenso per cambiamenti così profondi, in linea con i valori democratici centrali nelle relazioni USA-Israele.
La relazione tra Israele e Stati Uniti sembra quindi essere ancora in piena crisi diplomatica e la contrapposizione sembra diventare in realtà sempre più profonda nonostante il tentativo di non far trasparire a pieno la realtà dei fatti.
In privato Biden ha detto a Herzog che è vitale per maggioranza e opposizione arrivare a un compromesso sulla riforma della giustizia. Il presidente di Israele ha risposto che sta lavorando per trovare un terreno comune, sebbene i negoziati siano al momento congelati.
Dopo l’incontro alla Casa Bianca, Herzog ha spiegato che l’interessamento di Biden non vuole essere un’ingerenza ma è una conseguenza dalla profonda preoccupazione per la democrazia israeliana.
Le parole di Herzog sembrano respingere la reazione di alcuni alleati di Netanyahu, che hanno denunciato le critiche USA e occidentali come indebite ingerenze.
In sostanza, secondo Herzog la posizione critica di Biden non è un’interferenza ma una legittima apprensione per la tenuta democratica di Israele. Una risposta a chi in Israele vorrebbe liquidare gli avvertimenti americani come inammissibili interferenze.
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