Il segretario di Stato Antony blinken è arrivato in Cina e ha cominciato tra numerose polemiche il suo viaggio per ripristinare le relazioni diplomatiche attualmente molto tese a causa di diversi avvenimenti capitati negli ultimi mesi che hanno gettato fango sulla diplomazia tra Washington e Pechino. Dalle notizie emerse si evince che il funzionario usa ha già avuto modo di incontrare il ministro degli Esteri cinese Qin.
La visita del funzionario statunitense In Cina è stata rimandata da Febbraio a causa della disputa diplomatica nata a seguito dell’abbattimento del pallone spia, trovato e poi ha eliminato nei cieli statunitensi che ha generato una sorta di maggior diffidenza e in un rapporto già estremamente deteriorato a seguito delle questioni inerenti alla guerra tecnologica in particolar modo dei chip e anche dalle dinamiche emerse dal conflitto tra Russia e Ucraina, che hanno alimentato nuove alleanze e consolidato posizioni geopolitiche ed esigenze momentanee.
Le due maggiori economie mondiali, Cina e Stati Uniti sono in disaccordo su una serie di questioni che spaziano dal commercio alla tecnologia e alla sicurezza regionale. Ma va sottolineato che entrambe hanno espresso speranze caute di migliorare la comunicazione, sebbene abbiano minimizzato le aspettative di una svolta significativa.
Il presidente Usa Biden ha minimizzato l’episodio del pallone che è avvenuto mentre il Segretario di Stato Antony Blinken si stava dirigendo in Cina, dicendo: “Non credo che la leadership sapesse dove era e cosa c’era dentro e cosa stava succedendo”.
Biden ha in seguito dichiarato ai giornalisti che pensava che l’episodio fosse stato più imbarazzante che intenzionale. Nonostante le tensioni tra i due Paesi, sembra che ci sia ancora volontà di comunicazione e di miglioramento delle relazioni, sebbene le prospettive di un cambiamento significativo siano ancora incerte.
Il presidente degli Usa ha inoltre espresso il desiderio di incontrare nuovamente il presidente cinese Xi Jinping dopo il loro lungo incontro a novembre a margine del vertice del G20 a Bali, dove avevano concordato la visita del Segretario di Stato Antony Blinken in Cina.
Biden ha dichiarato: “Spero che, nei prossimi mesi, incontrerò di nuovo Xi e discuterò delle legittime differenze che abbiamo, ma anche di come ci siano aree in cui possiamo trovare un accordo”.
Resta da vedere se questi sforzi porteranno a risultati concreti o se le differenze tra le due nazioni continueranno a ostacolare la loro relazione.
I leader di Usa e Cina potrebbero partecipare al prossimo vertice del G20 a settembre a Nuova Delhi. Inoltre Jinping è stato invitato a recarsi a San Francisco a novembre quando Washington ospiterà il vertice del gruppo di cooperazione economica Asia-Pacifici.
Blinken avrà modo di incontrare a Pechino anche altri funzionari cinesi e parteciperà a un banchetto presso la pensione statale nei giardini Diaoyutai.
Durante una recente telefonata tra Blinken e il suo omologo cinese Qin Gang ha evidenziato l’acuirsi delle tensioni tra le due parti. Il ministro degli Esteri cinese ha sottolineato la necessità che gli Stati Uniti riconoscano le “preoccupazioni fondamentali” di Pechino, come la delicata questione di Taiwan.
Qin ha anche affermato che gli Stati Uniti dovrebbero “smettere di interferire negli affari interni della Cina e smettere di danneggiare la sovranità, la sicurezza e gli interessi di sviluppo della Cina in nome della concorrenza”.
In ogni caso l’incontro tra Blinken e i funzionari cinesi potrebbe rappresentare un’importante occasione per discutere e cercare di risolvere le questioni che hanno portato alle tensioni tra le due Nazioni. Sarà interessante vedere come si evolverà la situazione e se le due parti saranno in grado di trovare un terreno comune su cui costruire una relazione più costruttiva.
Le relazioni bilaterali tra Washington e Pechino hanno subito un deterioramento repentino e su molti aspetti differenti.
La preoccupazione globale che emerge da questa sorta di crisi diplomatica in atto tra Cina e Usa è quella di un’escalation delle tensioni che possano scaturire in un conflitto reale, soprattutto a causa della delicata faccenda di Taiwan, che Pechino considera un provincia ribelle ma di sua sovranità territoriale e la riunificazione alla Cina continentale è qualcosa che preme molto al presidente Xi Jinping.
L’intromissione statunitense ha peggiorato il malcontento scaturito dalla crisi tecnologica causata da limitazioni reciproche ma soprattutto statunitensi nei confronti di Pechino.
Non è da tralasciare la posizione nettamente in contrasto riguardo ai diritti umani che, secondo i funzionari statunitensi, non vengono rispettati appieno in Cina e nonostante le direttive internazionali viene applicata ancora una pesantissima censura e ciò rende difficile valutare esattamente la portata delle restrizioni applicate ai cittadini.
Blinken ha spiegato durante la conferenza stampa precedente alla partenza per Pechino che gli obbiettivi di questo incontro erano sostanzialmente tre ovvero trovare meccanismo da attuare per gestire la crisi, promuovere interessi Usa e degli alleati e confrontarsi direttamente sugli ultimi sviluppi diplomatici che hanno generato l’attuale situazione di crisi.
Il funzionario Usa ha riferito in merito: “Se vogliamo assicurarci, come facciamo, che la concorrenza che abbiamo con la Cina non si trasformi in conflitto, il punto di partenza è la comunicazione”.
Washington ha avuto modo di confrontarsi anche con gli alleati di Corea del Sud e Giappone prima di partire per questi due giorni di viaggio in Cina.
In questo momento si stanno tenendo colloqui separati da quelli di Blinken e del ministro di Pechino Qin, che vedono protagonista il consigliere per la sicurezza statunitense Sullivan che è in visita a Tokyo per incontrare le autorità del Giappone, Corea del Sud e Filippine. Durante gli ultimi mesi sono stati presi accordi tra Manila, Tokyo per accordarsi azioni strategiche sulla difesa di Taiwan.
Il segretario di stato degli Stati Uniti Blinken è arrivato a Pechino per il primo viaggio di alto livello di un funzionario statunitense in Cina in quasi cinque anni. Il viaggio avviene in un momento di tensioni tra i due paesi e dopo il ritardo causato dalla scoperta di un sospetto pallone spia sopra gli Stati Uniti a febbraio.
Entrambe le nazioni hanno espresso speranze prudenti di migliorare la comunicazione, pur mantenendo basse le aspettative riguardo a progressi significativi. Il presidente degli Stati Uniti Biden ha minimizzato l’episodio del pallone spia e ha espresso la speranza di incontrare nuovamente il presidente cinese Xi Jinping.
Blinken si incontrerà anche con altri funzionari cinesi e parteciperà a un banchetto nella residenza per ospiti di stato nei giardini di Diaoyutai. Le tensioni tra Cina e Stati Uniti riguardano questioni che vanno dal commercio alla tecnologia e alla sicurezza regionale, con particolare preoccupazione per il possibile scontro militare riguardo a Taiwan.
Blinken ha affermato che il suo viaggio ha tre obiettivi principali: stabilire meccanismi per la gestione delle crisi, promuovere gli interessi degli Stati Uniti e degli alleati e discutere direttamente delle preoccupazioni correlate ed esplorare aree di potenziale cooperazione.
Il Segretario di Stato Usa ha anche tenuto stretti contatti con alleati come il Giappone, la Corea del Sud e Singapore. Il ministro degli Esteri di Singapore Vivian Balakrishnan ha affermato che il viaggio di Blinken è “essenziale, ma non sufficiente” e che ci vorrà tempo per costruire il rispetto reciproco e la fiducia strategica.
Blinken ha inaugurato la sua visita in Cina incontrando il Ministro degli Esteri cinese Qin Gang, in carica da circa sei mesi dopo la nomina a conclusione dell’esperienza di ambasciatore a Washington.
Blinken e Qin si sono stretti la mano in segno di saluto all’ingresso della sontuosa residenza Diaoyutai, dimora riservata agli ospiti di Stato, nel pomeriggio di domenica. Era il loro primo incontro di persona nelle rispettive nuove posizioni.
I due alti funzionari hanno scambiato alcune convenevoli in inglese durante il volo della delegazione americana prima di entrare in una sala riunioni luminosa e spaziosa, con ampie vetrate che si affacciavano su uno stagno popolato da fiori di loto e una grande opera d’arte tradizionale cinese a inchiostro appesa sul muro.
Né Blinken né Qin hanno rilasciato dichiarazioni pubbliche dopo i colloqui suscitando domande e supposizioni internazionali.
La delegazione americana comprendeva il vicedirettore per l’Asia orientale e il Pacifico del Dipartimento di Stato Daniel Kritenbrink e l’ambasciatore Usa in Cina Nicholas Burns. Qin era affiancato da alti funzionari del Ministero degli Esteri cinese, tra cui l’assistente del ministro Hua Chunying. Hua ha detto: “Spero che questo incontro possa riportare le relazioni USA-Cina sul binario auspicato dai due Presidenti a Bali“.
Dopo l’incontro pomeridiano, Blinken e Qin hanno previsto una cena di lavoro per approfondire i temi e le questioni più urgenti.
Lunedì Blinken incontrerà anche il massimo diplomatico cinese Wang Yi, oltre a partecipare a tavole rotonde con studenti statunitensi e imprenditori. Il rapporto tra l’amministrazione Biden e Pechino è uno dei più complessi di sempre e provengono da mesi di tensioni, inclusi due recenti incidenti di natura militare.
Le relazioni bilaterali con Xi rappresentano una delle sfide globali più significative per Washington, tra questioni commerciali, diritti umani, influenza geopolitica e strategie militari. I colloqui tra Blinken e i suoi omologhi cinesi puntano ad avviare un dialogo costruttivo pur nelle inevitabili divergenze.
Sia gli Usa che la Cina concordano sul fatto che questo primo viaggio di Blinken a Pechino non cambierà radicalmente le relazioni bilaterali o risolverà le tante controversie in corso. Entrambe le parti vogliono mantenere aspettative realistiche ed evitare di dare l’impressione di volersi accomodare con la controparte.
I contatti inerenti le questioni militari restano congelati e la visita di Blinken potrebbe non bastare a rilanciare il dialogo su quel fronte.
Un esperto politico di nome Shen ha spiegato: “Gli Stati Uniti ospiteranno il vertice dei leader dell’Asia Pacific Economic Cooperation a novembre, cui Xi parteciperà indipendentemente dallo stato delle relazioni con Washington”.
Questo viaggio rappresenta soltanto un primo passo per rilanciare il dialogo bilaterale su temi cruciali come commercio, sicurezza e diritti umani, che da mesi minacciano le relazioni tra Stati Uniti e Cina. Le tensioni militari che hanno spinto ad avere ancora più astio reciproco e pertanto la presenza di entrambe le forze militari sono aumentate esponenzialmente nella zona dell’Indo Pacifico.
Tuttavia, nessuna delle due parti sembra disposta a fare concessioni significative per migliorare i legami. Sia USA che Cina vogliono gestire le aspettative ed evitare di sembrare troppo desiderosi di coinvolgersi l’un l’altro. Non esistono ancora contatti militari ad alto livello e la visita di Blinken potrebbe non cambiare questo. Pechino ha rifiutato un incontro formale tra il Segretario alla Difesa USA Lloyd Austin e il Ministro della Difesa cinese Li Shangfu a Singapore, anche se si sono brevamente salutati.
A novembre gli Usa ospiteranno il vertice dei leader della Cooperazione Economica Asia-Pacifico, al quale con ogni probabilità parteciperà anche Xi, indipendentemente dai rapporti USA-Cina.
La visita di Blinken a Pechino segna solo un timido inizio per rilanciare il dialogo bilaterale su cruciali questioni che stanno mettendo a dura prova i rapporti per mesi, tra cui commercio, sicurezza e diritti umani. Un lavoro molto più difficile attende per gestire i disaccordi e stabilizzare i tesi rapporti tra queste due potenze mondiali.
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