La Russia ha espresso la propria posizione in merito alle decisioni prese all’interno del vertice nato conclusasi ieri dopo due giorni di colloqui. Il Cremlino ha manifestato il suo disappunto ma Oltre a ciò è anche emersa una notizia che riguarda il comandante della cinquantottesima brigata d stanza in Ucraina Popov a causa delle affermazioni che ha scelto di condividere con il pubblico levando l’ira di Mosca.
Negli ultimi giorni è stato ben evidente la divisione tra Oriente ed Occidente, che vede gli Stati Uniti e le Nazioni europee sostenere in maniera costante ed esaustiva le truppe di Kiev nella difesa del proprio territorio, nonostante non sia stato presentato l’invito tanto atteso da Zelensky per l’ingresso nell’alleanza militare. A esternare commenti negativi e provocatori, in merito al summit in Lituania, non è stata soltanto la Russia ma anche la Cina, che è sempre più al fianco di Putin nonostante si sia presentata come tacere all’interno del conflitto in atto. Ciò che lega ancora di più Pechino e Mosca in questo momento è l’astio nei confronti dell’occidente che nonostante i tentativi degli ultimi giorni non hanno ha riscosso l’effetto sperato, nonostante il riavvicinamento economico delle due potenze internazionali.
Secondo le notizie emerse, il maggiore generale Ivan Popov, comandante della 58esima armata combinata russa, è stato rimosso dal suo incarico a causa delle critiche mosse alla strategia del Cremlino nell’ambito del conflitto in Ucraina.
Secondo i rapporti, Popov ha espresso le sue perplessità riguardo l’operato del governo russo nella regione ucraina, mettendo in dubbio l’efficacia delle azioni intraprese dal Cremlino e ha precisato che le truppe sono in sofferenza estrema a causa delle carenze.
La rimozione del generale Popov segna inevitabilmente un’ulteriore crepa nel sistema di comando militare russo in merito alla gestione del conflitto in Ucraina, poiché questo avvenimento segue le dimissioni del precedente comandante in capo delle forze armate russe in Ucraina, il generale Andrei Serdyukov, avvenute lo scorso anno.
Questa notizia giunge in un momento di crescente tensione tra Ucraina e Russia, con il Cremlino che ha recentemente accumulato avvisato che, alla luce dei fatti, la trasformazione della guerra in Ucraina in un conflitto mondiale non è così lontano, alimentando le preoccupazioni della comunità internazionale. La rimozione di Popov potrebbe avere ripercussioni significative sulla situazione in Ucraina, poiché la 58a armata combinata russa è stata attiva nella regione donbass duramente colpita.
Tutto questo accade a seguito dell’ ammutinamento del leader dei mercenari Wagner Prigozhin che ha marciato fino a 200 km da Mosca, per far presente la sua contrarietà contro l’establishment militare russo e in particolar modo per contrapporsi al ministro della Difesa sergei Shoigu. Nonostante gli esperti di politica pensassero che questa azione avrebbe indebolito pericolosamente Putin e la sua influenza la realtà ha mostrato sì un indebolimento a livello della figura e del potere del leader ma in realtà non ha ribaltato la situazione, perlomeno fino ad ora, come era stato ipotizzato inizialmente.
La leadership militare russa ha rimosso il maggiore generale Ivan Popov dal suo incarico di comandante della 58a armata combinata russa che opera nel sud dell’Ucraina, a causa delle sue preoccupazioni e critiche sulla strategia russa sul campo di battaglia. Popov ha espresso le sue preoccupazioni per le inefficienze militari di Mosca attirando malcontento e tensione, sostenendo che le truppe russe impegnate nel conflitto non stavano ottenendo i risultati sperati.
Popov ha anche rivolto un messaggio vocale ai soldati, diffuso tramite Telegram, in cui ha spiegato di essere stato sollevato dal suo incarico a causa delle sue critiche alla strategia russa in Ucraina. La rimozione del comandante dalla sua posizione di comando punta il focus sulla crescente insoddisfazione all’interno dell’esercito russo sulla gestione del conflitto in Ucraina da parte del Cremlino.
Questa notizia arriva in un momento di crescente tensione tra Ucraina e Russia, con la comunità internazionale che osserva con preoccupazione il proseguimento del conflitto tra Mosca e Kiev.
Secondo quanto riferito, le sue critiche sono state diffuse sul canale Telegram del legislatore della Duma Andrei Gurulyov.
Popov, la cui unità era impegnata in combattimento nella regione meridionale ucraina di Zaporizhia, ha espresso disappunto nei confronti dei suoi superiori, accusandoli di non aver agito adeguatamente per prevenire le morti e i feriti causati dall’artiglieria nemica. Ha anche sostenuto che i soldati ucraini non sono riusciti a sfondare il fronte russo, ma che il comandante in capo aveva inferto un colpo decapitando l’esercito nel momento più critico.
Secondo i canali Telegram, il capo di stato maggiore russo Valery Gerasimov avrebbe definito Popov un “allarmista” e lo avrebbe sostituito con un altro comandante. La rimozione di Popov rivela un’ulteriore frattura all’interno dell’esercito russo in merito alla gestione del conflitto in Ucraina, poiché questo evento segue le dimissioni del precedente comandante in capo delle forze armate russe in Ucraina, il generale Andrei Serdyukov, avvenute lo scorso anno.
Secondo il think tank con sede a Washington DC, l’Institute for the Study of War (ISW), la rimozione del maggiore generale Ivan Popov dal suo incarico di comandante della 58a armata combinata russa in Ucraina è stata probabilmente causata dalle sue lamentele riguardo all’incapacità di Mosca di far riposare le truppe russe impegnate sul fronte ucraino.
Secondo l’ISW, Popov avrebbe informato il capo di stato maggiore Gerasimov che le sue truppe erano state impegnate in combattimento per un periodo di tempo prolungato e avevano subito pesanti perdite, sottolineando la necessità di una rotazione lontano dal fronte. Tuttavia, Gerasimov ha accusato Popov di allarmismo e di ricatto nei confronti del comando militare russo, secondo le fonti online russe citate dall’ISW.
In seguito alla sua rimozione dal suo incarico, Popov sarebbe stato inviato in “posizioni avanzate” in Ucraina, dopo aver minacciato di sporgere denuncia al presidente russo Vladimir Putin. Questi rapporti, se confermati, potrebbero suggerire che le forze russe non dispongono di riserve operative che consentirebbero loro di effettuare rotazioni del personale in difesa contro le controffensive ucraine, e che le linee difensive russe potrebbero essere fragili.
Non ci sono informazioni ufficiali sulle accuse di “allarmismo e ricatto” rivolte a Popov dal capo di stato maggiore Gerasimov, né sulle ragioni specifiche della sua rimozione e del suo trasferimento in “posizioni avanzate” in Ucraina. Ma, come segnalato dal think tank Institute for the Study of War, questi rapporti potrebbero suggerire la fragilità delle linee difensive russe in Ucraina.
Le critiche di Popov alla leadership militare russa si uniscono alla rabbia espressa da Prigozhin, capo delle forze mercenarie russe Wagner, che ha rimproverato i massimi comandanti russi per la scarsa pianificazione militare prima di lanciare una rivolta di breve durata dai suoi mercenari lo scorso giugno per rimuovere un alto funzionario della difesa russo.
La ribellione del gruppo Wagner a generato caos all’interno della politica russa, nonostante i tentativi di mostrare un’immagine rilassata e serena, ma ha sollevato discussioni accese a livello internazionale. In merito è emerso che l’intelligence di Mosca ha avuto modo di confrontarsi con il capo della CIA Burns durante la crisi Ucraina sollevata da Prigozhin.
Il capo dell’intelligence straniera russa Sergey Naryshkin ha confermato che lui e il capo della CIA William Burns hanno discusso della situazione in Ucraina durante una telefonata alla fine del mese scorso. Secondo un rapporto dell’agenzia di stampa statale TASS, Naryshkin avrebbe affermato che la conversazione ha riguardato la “situazione internazionale” e non solo l’Ucraina.
Il New York Times e il Wall Street Journal hanno anche riferito il 30 giugno che Burns aveva chiamato Naryshkin per assicurare al Cremlino che gli Stati Uniti non avevano alcun ruolo nel breve ammutinamento del capo mercenario russo Yevgeny Prigozhin e del suo gruppo di combattenti Wagner. Non ci sono ulteriori informazioni disponibili sul contenuto della conversazione tra Naryshkin e Burns.
Il capo dell’intelligence straniera russa Naryshkin ha confermato che il capo della CIA, William Burns, ha parlato degli eventi del 24 giugno durante una loro telefonata alla fine del mese scorso. In quell’occasione, i mercenari di Wagner avevano preso il controllo di una città della Russia meridionale e avanzato verso Mosca prima di raggiungere un accordo con il Cremlino per porre fine alla rivolta.
Naryshkin ha dichiarato che la maggior parte della chiamata ha riguardato la situazione in Ucraina. La Russia ha invaso l’Ucraina nel febbraio 2022 e ha sostenuto che altri paesi non dovrebbero negoziare il futuro dell’Ucraina al suo posto. Gli Stati Uniti hanno sostenuto lo stesso principio, noto come “niente sull’Ucraina senza l’Ucraina”.
Non ci sono ulteriori informazioni disponibili sul contenuto della conversazione tra Naryshkin e Burns. Tuttavia, è stato riferito che i due hanno mantenuto una linea di comunicazione dall’inizio della guerra in Ucraina, in un momento in cui gli altri contatti diretti tra Mosca e Washington sono al minimo storico e le relazioni sono al punto più basso dalla crisi dei missili cubani del 1962. Le parole di Naryshkin non hanno ha ricevuto risposta perlomeno immediata da parte della CIA.
Naryshkin ha rilasciato rilasciato una dichiarazione all’agenzia di stampa Tass dove ha precisato che prima o poi è inevitabile, come in qualsiasi conflitto, arrivare a dei negoziati tra Ucraina e Russia. Ha sottolineato che è soltanto tramite un negoziato che un conflitto armato può finire. Inoltre ha sottolineato che le condizioni per tali negoziati devono ancora maturare. Non è chiaro se questo argomento sia stato discusso durante la telefonata tra Naryshkin e Burns.
Resta il fatto che la situazione in Ucraina rimane tesa, con le forze russe ancora presenti in gran parte del Paese e la comunità internazionale che continua a condannare l’invasione russa. L’Ucraina ha ripetutamente espresso la sua volontà di risolvere la crisi attraverso negoziati pacifici, ma ha anche affermato che qualsiasi dialogo deve essere basato sul rispetto dell’integrità territoriale e della sovranità dell’Ucraina.
Il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak ha dichiarato che la Russia sta perdendo la guerra in Ucraina e che non ci possono essere negoziati con persone come Sergey Naryshkin. Secondo Podolyak, la percezione che questa élite russa ha degli eventi è del tutto inadeguata, quindi non c’è nulla di cui parlare con loro.
Podolyak ha anche affermato che chi va compiuto un passo importante iniziando lo scorso mese la sua controffensiva verso Mosca e pertanto non è di certo in questo periodo che sceglierà di entrare in trattative dato il punto a cui si è arrivati sul campo di battaglia. Ha sottolineato successivamente che la Russia ha conquistato un sesto del territorio ucraino.
L’Ucraina sembra non essere disposta a negoziare con la Russia in questo momento, mentre Mosca ha espresso la possibilità di negoziati futuri sulla guerra in Ucraina. Resta da vedere come evolverà la situazione sul campo di battaglia e se ci saranno ulteriori sviluppi nelle relazioni tra Russia e Stati Uniti riguardo alla questione ucraina.
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