Dopo mesi di accese discussioni, il presidente della Turchia Erdogan ha deciso di supportare l’adesione della Svezia alla NATO, a seguito di colloqui a porte chiuse con il capo dell’alleanza militare Stoltenberg. La scelta di non adeguarsi alla maggioranza dei membri è stata attuata dal presidente turco per poter avere concessioni, fino a questo momento negate e risolvete questioni in sospeso.
Inaspettatamente, soltanto poche ore prima del vertice della NATO in Lituania, che si sta svolgendo proprio in questo momento, il Segretario generale Stoltenberg ha annunciato di aver raggiunto un accordo con Ankara e aggiungendo che finalmente Erdogan aveva deciso di sostenere la Svezia e il suo ingresso nell’alleanza.
La disputa tra Ankara e Stoccolma ha tenuto banco tra i membri della Nato per molti mesi e le motivazioni sono state varie. Una delle più importanti, che ha segnato un distacco profondo tra autorità turche e svedesi è stata sicuramente la questione inerente alla popolazione curda, che secondo Erdogan anche se appartenente a gruppi ritenuti pericolosi, è stata protetta invece di essere trattata come organizzazione criminale terroristica dalle autorità svedesi.
Ma questa è soltanto una delle motivazioni, dato che il presidente Erdogan utilizza spesso questa tipologia di approccio diplomatico, non è la prima occasione in cui il leader conserva assi nella manica, come il veto sulla Svezia in questo caso da utilizzare nelle trattative in stallo o per ottenere concessioni.
Dopo negoziati riservati tra il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg e il presidente della Turchia Erdogan ha acconsentito ad accogliere la Svezia nell’alleanza militare transatlantica.
Questa decisione è stata annunciata da Stoltenberg in una conferenza stampa tenutasi lunedì a Vilnius, in vista del vertice NATO che è in atto in Lituania. Ha precisato che l’ingresso della Svezia rappresenta un passo importante per la sicurezza di tutti gli alleati dell’alleanza in un momento storico estremamente critico.
L’adesione della Svezia alla NATO è stata definita come un evento storico e dopo la tensione emersa tra Stoccolma e Ankara era quasi impensabile arrivare ad un punto d’incontro nel breve termine.
Poco dopo l’annuncio di Stoltenberg, Washington ha dichiarato di aver preso la decisione di inviare aerei da combattimento F-16 alla Turchia, dopo aver tenuto consultazioni con il Congresso Usa.
Questa sembra essere una sorta di concessione, o compromesso, in cambio del supporto di Ankara all’adesione di Stoccolma alla Nato.
È emerso direttamente dal Pentagono che il segretario alla difesa utsa Austin ha avuto modo di confrontarsi con il suo omologo turco Yasar Guler riguardo al ruolo degli Stati Uniti nel percorso di modernizzazione militare della Turchia. Questo passaggio suggerisce che i colloqui sull’adesione della Svezia siano stati aiutati e indirizzati concedendo a Erdogan ciò che rincorreva da tempo, ovvero un accordo sulla difesa tra Usa e Turchia.
La Turchia ha cercato di reperire F-16 statunitensi e di modernizzare quelli già in suo possesso, come compensazione per essere stata rimossa nel 2019 dal programma internazionale guidato dagli Stati Uniti per lo sviluppo e la produzione di nuovi caccia F-35.
Tale decisione è stata presa dopo che Ankara ha acquistato il sistema di difesa S-400 dalla Russia, nonostante le ammonizioni e la chiara contrarietà di Washington.
Questo scenario ha creato una crisi bilaterale tra i due alleati e ha portato successivamente all’imposizione di sanzioni, nel 2020, da parte degli Usa alla Turchia nell’ambito della difesa, ai sensi del Countering America’s Adversaries Through Sanctions Act. La decisione presa contro il governo turco ha generato un primato fato che è stata la prima volta che le sanzioni hanno preso di mira un membro stesso dell’alleanza.
Il veto della Turchia per l’adesione della Svezia ha rappresentato un ulteriore ostacolo in un rapporto già difficile tra Ankara e l’Occidente da oltre un anno. Svezia e Finlandia hanno presentato la loro domanda di adesione alla NATO nel maggio 2022, a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina.
Secondo Galip Dalay, senior fellow non residente presso il Middle East Council on Global Affairs, l’adesione della Svezia alla NATO è stata solo uno dei punti dell’agenda della Turchia nei confronti dell’Occidente, e in particolare degli Stati Uniti.
Ha dichiarato che: “Le aspettative di Ankara riguardo agli F-16 da Washington sono state evidenti fin dall’inizio di questo processo. Tuttavia, la Turchia ha anche cercato una normalizzazione generale e un miglioramento delle sue relazioni con i paesi dell’UE e gli Stati Uniti in generale attraverso il processo della Svezia, utilizzandolo come punto di ancoraggio“.
La Svezia ha ribadito che non fornirà supporto ai gruppi di combattenti curdi e all’organizzazione che la Turchia descrive come “Fethullah Terror Organisation“.
Il gruppo terroristico è accusato di aver organizzato il, poi fallito, golpe del 2016 che ha provocato la morte di centinaia di persone. Dopo aver concluso i colloqui è stata rilasciata una dichiarazione congiunta dove viene fatto riferimento anche al processo di adesione attualmente in stallo Della Turchia all’interno dell’Ue. Ankara è candidata all’adesione all’UE dal 2005, ma i negoziati si sono interrotti nel 2016.
La dichiarazione congiunta ha anche visto la Svezia promettere di “sostenere attivamente gli sforzi” in due aree che Ankara voleva migliorare: la modernizzazione dell’unione doganale UE-Turchia e la liberalizzazione dei visti.
Ankara ha criticato l’aumento delle domande di visto Schengen respinte da parte di cittadini turchi e ha chiesto l’esenzione dal visto per i turchi in Europa. I funzionari dell’Unione Europea hanno chiesto alla Turchia di lavorare sui criteri del blocco per ottenere la concessione, e affermano che non vi è alcun maltrattamento delle domande da parte dei cittadini turchi.
Il presidente turco Erdogan ha collegato l’offerta della NATO di Stoccolma alla ripresa dei colloqui con la Turchia sull’adesione all’Unione Europea, condizione che è stata respinta immediatamente da Washington e Berlino.
Erdogan ha detto prima di partire lunedì per il vertice Nato che: “Prima, venite ad aprire la strada alla Turchia nell’Unione Europea e poi apriremo la strada alla Svezia, proprio come abbiamo fatto per la Finlandia”.
Secondo Marwan Kalaban, direttore dell’analisi politica presso il Centro arabo per la ricerca e gli studi politici di Doha, il presidente turco sapeva già che questa condizione non sarebbe stata soddisfatta quando ha fatto la dichiarazione. Sembra che Erdogan abbia cercato di utilizzare l’adesione della Svezia alla NATO come leva per spingere l’UE ad accelerare il processo di adesione della Turchia.
Resta da vedere se questa mossa avrà successo nella ripresa dei colloqui di adesione tra la Turchia e l’UE, oppure se le tensioni tra Ankara e l’Occidente continueranno ad aumentare.
Ankara non ha ancora rilasciato una dichiarazione ufficiale sull’ingresso della Svezia nella NATO, ma sembra che il processo di ratifica da parte del Parlamento turco sia un punto cruciale per l’adesione del paese scandinavo all’alleanza militare.
Questa non è la prima volta che la Svezia cerca di aderire alla NATO. Nel giugno del 2022, un accordo simile concordato a Madrid non ha portato all’adesione del paese scandinavo poiché Ankara non era soddisfatta dell’attuazione dell’accordo da parte di Stoccolma, in particolare dei suoi sforzi per contrastare il “terrorismo”.
Da allora, la Svezia ha apportato modifiche alla sua costituzione e ad altre leggi per rafforzare i regolamenti nell’area, assumendo una posizione più dura nei confronti dei raduni a sostegno di gruppi vietati e tentando di raccogliere o fornire loro aiuti finanziari.
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