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Cosa è successo dopo la manifestazione a Israele che ha coinvolto circa 500.000 cittadini

Ieri sera Israele si sono riunite quasi 500.000 persone, stando a quanto riferito dal Movimento di protesta contro la riforma giudiziaria, e l’affluenza è di certo qualcosa che riflette chiaramente il malcontento popolare. I manifestanti si oppongono, fermamente, alla proposta di legge che riforma l’ambito giudiziario ed emerge nuovamente all’interno dell’entourage del primo ministro Netanyahu l’opinione che vedrebbe gli Stati Uniti come responsabili dell’organizzazione finanziaria delle proteste israeliane.

Israele, manifestazione contro la riforma giudiziaria – Nanopress.it

Ieri sera fino a tarda notte il popolo d’Israele sì è riunito e ha manifestato contro la riforma giudiziaria e contro il governo Netanyahu.  La decima settimana di proteste si è fatta notare per la sua intensità e ciò nonostante le autorità israeliane procedono nel portare comunque avanti i propri piani legislativi e governativi, avanzati dalla coalizione, che prevedono di gettare il sistema giudiziario in mano alla classe politica senza mantenere in essere l’attuale imparzialità della Corte Suprema israeliana, che vedrebbe il suo potere decisionale intaccato.

Gli organizzatori degli eventi che hanno attraversato il paese ieri, 11 Marzo,  hanno riferito che soltanto nella capitale Tel Aviv  sono state stimate quasi 300.000 persone, ma la stima potrebbe essere ben più alta, per quanto riguarda l’intero paese, e l’affluenza è stata chiaramente eccezionale. L’organizzazione massiccia è stata attuata con l’appoggio dato all’opposizione a chi, come loro, si contrappone al cambiamento di Israele è ben evidente.

Le proteste stanno avendo luogo nel momento in cui la coalizione sta procedendo a pieno ritmo per riuscire a portare a termine il proprio disegno di legge mentre opposizione politica è anche il capo di Stato Herzog si sono opposti alla riforma giudiziaria così come è stata presentata in quanto necessita di  modifiche e aggiustamenti per non gettare nel baratro l’ambito giudiziario di Israele.

Il rifacimento della magistratura ha raccolto l’ira dell’opposizione e il malcontento di moltissime categorie diverse di lavoratori partendo da insegnanti e professori, infermieri medici fino ad arrivare ad ex magistrati ed esponenti di spicco in ambito economico e giudiziario. Per ultimi poi si sono uniti al Movimento di protesta d’Israele anche i militari riservisti che hanno deciso di non sostenere una riforma che mina la democrazia israeliana.

Il presidente israeliano ha anche chiesto azioni immediate per evitare il collasso della Nazione.

Gli organizzatori delle proteste hanno affermato che, nel caso in cui neanche ciò che è avvenuto nella serata di sabato porti ad un risultato e quindi il governo scelga in ogni modo di  proseguire con il processo legislativo, verrà organizzata un’altragiornata di resistenza crescente giovedì.”

Giovedì scorso sono state organizzate manifestazioni accese, in una giornata che ha segnato una un’affluenza e una partecipazione fino ad allora senza precedenti.  La coordinazione dell’evento da parte degli organizzatori ha permesso di creare scompiglio e ricevere così l’attenzione necessaria a sollevare la questione della riforma giudiziaria a livello internazionale. I disagi creati hanno preso di mira gli svincoli e le arterie principali come l’aeroporto ben gurion e l’autostrada Ayalon.

Centinaia di migliaia in piazza a Israele per manifestare contro la riforma

Gli organizzatori delle proteste, che hanno avuto luogo ieri, hanno specificato in precedenza anche nella giornata di mercoledì avrebbero tentato di bloccare il primo ministro Netanyahu in partenza all’aeroporto di Tel Aviv per Roma e ed è quello che effettivamente capitato, nonostante il primo ministro sia ugualmente riuscito a partire, la decisione degli organizzatori è quella di ripetere l’azione tentando di bloccare la prossima partenza in programma del premier verso Berlino.

Per gli israeliani in protesta questa è una delle settimane più importanti  per salvaguardare  la democrazia di Israele e gli organizzatori delle proteste hanno dichiarato che:Questa è una delle settimane più critiche nella lotta per salvaguardare la democrazia israeliana da coloro che cercano di provocarne la distruzione.”

Aggiungendo anche che:Ogni israeliano nel cui cuore c’è la Dichiarazione di Indipendenza deve uscire questo giovedì con forza e coraggio per difendere lo Stato di Israele”.

Il giudice in pensione Hila Gerstel ha parlato al raduno principale in Kaplan Street a Tel Aviv, all’esterno degli uffici governativi dopo la manifestazione delle 18, e come riporta N12 News, ha affermato di: “sostenere le “riparazioni” della magistratura ma non la sua “distruzione. Per 24 anni ho prestato servizio nel sistema giudiziario e, insieme a tutte le sue virtù, sono ben consapevole dei suoi difetti. Ho istituito la commissione di controllo, sono stato una delle voci più accese per la riforma del sistema e ho criticato il comportamento della Procura di Stato. Proprio per questo, sono qui oggi e dico che c’è spazio per le riparazioni, non c’è spazio per la distruzione”.

Durante la manifestazione a Beersheba che ha riscosso un’affluenza record con circa 10.000 persone presenti, ha preso parola il leader dell’opposizione ed ex premier Lapid.  L’ex primo ministro ha spiegato che proprio mentre Israele ha bisogno di azioni ma invece: “L’unica cosa che interessa al governo è continuare a schiacciare la democrazia israeliana e l’unità del popolo israeliano”.

I media in lingua ebraica hanno riportato che sono stimate anche ad Haifa circa 50.000 persone radunate in protesta contro le riforme Netanyahu e la stessa si è verificata in numerose altre località e si tratta di un record per Israele.

Sono state organizzate oltre 95 manifestazioni in zone differenti di Israele tra cui Gerusalemme, Ashdod, Efrat, Modiin, Netanya, Kfar Saba, Yavne, Herzliya, Beit Shemesh, Rishon Lezion e Bat Yam.

Gli organizzatori hanno affermato che circa 240.000 persone si erano radunate a Tel Aviv con mentre altre 250.000 sì sono raccolte in circa 100 località differenti di Israele. Le organizzazioni hanno dichiarato inoltre che si è trattata della notte di protesta più importante della storia di Israele.

Manifestazione contro il governo Netanyahu – Nanopress.it

Nel frattempo però a Gerusalemme si è tenuta una manifestazione opposta a quella  dell’opposizione che ha organizzato la coalizione unitamente ai cittadini che sono d’accordo alla riforma giudiziaria di Levin.

La manifestazione di Gerusalemme  si trova d’accordo con il pacchetto di riforme presentato e si trovano a favore del compromesso per riuscire a far quadrare il disegno proposto organizzata per la terza volta dell’ex ministro Yoaz Hendel.

La protesta principale si è tenuta  sotto la supervisione del comandante del distretto di Tel Aviv Amichai Eshed.

Questo avviene dopo che il procuratore generale Gali Baharav-Miara  ha ordinato che la rimozione attuata nei confronti dell’uomo stabilita da parte del ministro della sicurezza nazionale israeliana Ben Gvir che ha, a sua volta, ordinato al commissario della polizia israeliana Kobi Shabtai la sospensione del poliziotto. La decisione presa  dalla procuratrice rivela la volontà di esaminare le motivazioni che hanno portato a tale scelta, dato che apparentemente sembrerebbe una scelta di orientamento politico.

Eshed  è stato accusato di aver fomentato le proteste non attuando il pugno fermo e pertanto è stato trasferito nel reparto di addestramento in maniera da collocarlo al di fuori delle proteste.

Secondo il ministro della Difesa israeliano, la posizione del commissario era stata troppo leggera e la sua mancanza di imposizione, mediante un utilizzo più duro nella forza,  ha alimentato l’euforia di quelli che definisce anarchici. Va a precisato che il politico ha già ottenuto condanna in passato per aver finanziato un gruppo terroristico ebraico e avere incitato al razzismo ed è proprio per la sua richiesta di utilizzare la violenza contro i manifestanti, la quale però non è stata  accolta, che ha scatenato il suo malcontento. Ieri Shabtai ha ammesso di aver fatto un errore  nel licenziare Eshed  dal suo  incarico.

Il poliziotto è stato accolto con calore entusiasmo dagli applausi dei manifestanti o Tel Aviv nella protesta avvenuta ieri.

Si apprende che la polizia ha arrestato un residente di Netanya che ha cercato di colpire con un petardo i manifestanti nella zona centrale. Il sospettato è stato poi individuato è trovato con un altro petardo requisito al momento dell’arresto.

Si è verificato un altro incidente dove la polizia ha riferito di aver arrestato due sospetti, che si sono scagliati contro i manifestanti velocità de Hadera.  Altre manifestanti hanno bloccato l’autostrada Ayalon Tel Aviv che è stato necessario l’intervento delle forze dell’ordine, che dopo ore ed ore sono riusciti a ripristinare il traffico nell’arteria principale e sono state arrestate tre persone.

Shaul Mofaz, ex capo dell’ IDF e ha affermato che:la dittatura è già iniziata. Ascolto le discussioni nel Comitato per la costituzione [della Knesset]… lì è in atto una dittatura. Non c’è discorso lì, c’è il caos. Sono molto preoccupato per quello che sta succedendo lì. Non vedevo una realtà così dura dalla guerra dello Yom Kippur”.

Le manifestazioni si sono svolte proprie mentre la coalizione sta per preparare gli elementi fondamentali del controverso programma di revisione giudiziaria alla Knesset. Sono in programma riunioni quotidiane per discutere la legge fino a mercoledì.

I progetti  di legge saranno quindi presentati al plenum della Knesset per le ultime votazioni dopo una pausa di 48 ore.

Si scontreranno con la proposta presentata da il presidente della Repubblica Herzog. Anche secondo il capo dello Stato di Israele è possibile che la suddetta riforma giudiziaria intacchi irrimediabilmente la democrazia del Paese.

Per questo il presidente ha chiesto di abbandonare l’attuale pacchetto dannoso per la sicurezza di Israele a favore di un procedimento di riforma consensuale.

Tutti sono dell’idea, cittadini e opposizione, che il disegno di legg mini la democrazia del paese in maniera irrimediabile e pertanto è necessario proseguire nel difenderla senza esitazione.

L’entourage di Netanyahu crede che gli Stati Uniti finanzino le proteste e si tratta di qualcosa che era già emerso, ma che di recente è stato dichiarato ufficialmente da alcuni deputati della coalizione di Netanyahu.

La convinzione che gli Stati Uniti finanzino le manifestazioni israeliane

Alti funzionari che siedono al fianco di Netanyahu ritengono che anche il trasferimento del capo della polizia di Tel Aviv sia stato un gesto talmente audace da essere ponderato a loro avviso da altri menti.

Un funzionario che si trovava assieme al primo ministro Netanyahu in Italia ha affermato, venerdì, che sono necessarie prove che attestino il coinvolgimento statunitense nel nell’organizzazione di delle manifestazioni per poter muovere delle accuse all’amministrazione Biden.

Joe Biden – Nanopress.it

Le notizie emerse dagli altri funzionari sono: “Questa protesta è finanziata e organizzata con milioni di dollari. Stiamo seguendo quello che sta accadendo. Questa è un’organizzazione di altissimo livello. C’è un centro organizzato da cui tutti i manifestanti si diramano in modo ordinato”.

Concludendo poi, come cita Israel Times,  anche: “finanzia i trasporti, le bandiere, le tappe? Per noi è chiaro”.

È stato inoltre svelato da un altro collega, che l’alto funzionario si riferiva proprio agli Stati Uniti nonostante non lo avesse comunicato apertamente.

Un’altra affermazione simile è emersa la scorsa settimana dall’esperto pro Netanyahu Bardugo, il quale ha dichiarato al telegiornale di Channel 14  che, a suo avviso, gli USA erano coinvolti nell’organizzazione delle proteste.

Sabato sera invece il figlio di Netanyahu Yair ha riferito, in un articolo tramite il sito web breitbart, che il dipartimento di Stato americano è sicuramente coinvolto nei finanziamenti nei confronti di gruppi che hanno alimentato le proteste.

Questo sorge dal momento in cui  l’amministrazione statunitense ha cominciato ad ammonire e criticare le scelte intraprese dal governo di Netanyahu e, soprattutto, la non curanza dopo aver avuto chiara dimostrazione della capacità del popolo di Israele di creare scompiglio all’interno della Nazione.  Stando da quanto riferiscono i media, ma anche le autorità locali, attualmente il governo di Netanyahu e gli Stati Uniti stanno avendo un rapporto conflittuale che rivela malcontento soprattutto in merito alla riforma giudiziaria.

Si evince anche dal fatto che dopo due mesi dalla sua vittoria che ha decretato la nuova Presidenza forse la ragione della coalizione governativa il premier non ho ancora ricevuto nessun invito per presenziare negli Stati Uniti.

Ma oltre alla questione della riforma giudiziaria, anche l’astio alimentato da Israele nei confronti della Palestina che ha generato una nuova potente faida tra fazioni contrastanti ha alimentato un netto distacco tra Tel Aviv e Washington.

Un alto funzionario israeliano ha spiegato che: “C’era una sensazione di debolezza americana e israeliana, quindi l’Arabia Saudita si è rivolta ad altri canali”, ha detto l’alto funzionario israeliano, nonostante il fatto che i resoconti dei media Indichino chiaramente che i negoziati tra Arabia Saudita e Iran erano già cominciati nel 2021  quando Netanyahu era ancora primo ministro.”

Parole che si scontrano con la realtà dei fatti che rivela in realtà un avvicinamento da parte di Biden all’Iran e emerge la volontà statunitense di riprendere il patto sul nucleare mentre è pese il  graduale allontanamento verso le autorità israeline mostrato fin dall’insediamento del nuovo governo israeliano.

Emerge chiaramente una spaccatura è un allontanamento tra le due amministrazioni ovvero quella israeliana e statunitense che sono notoriamente state molto unite fino al momento del nuovo insediamento al governo di Netanyahu.  Una situazione insolita che ha attirato l’attenzione internazionale e preannuncia uno stravolgimento nelle relazioni tra  Tel Aviv e Washington.

Netanyahu – Nanopress.it

Un funzionario strettamente collegato al primo ministro Netanyahu ha dichiarato: “Il procuratore generale è irrimediabilmente audace: nessuno l’ha scelta per governare il Paese. Non può in alcun modo andare contro la decisione di un ministro e fare un giro di nomine. Questo procuratore generale mostra perché c’è così tanta rabbia nei confronti del sistema legale. Quello che sta succedendo qui non ha senso e non può continuare”.  Shabtai e Ben Gvir hanno, entrambi, riferito che la rimozione dall’incarico del capo della polizia di Tel Aviv sia stata una mossa che in realtà era già  stata pianificata in precedenza.

Ma va precisato, però, che il ministro della Difesa nazionale israeliano aveva già precisato, anche in precedenza, che la scelta proveniva dal fatto che a suo avviso nelle ultime 10 settimane di protesta la polizia aveva attuato una condotta troppo permissiva, che ha concesso in sostanza tutto ciò che si è verificato poi a Israele. Sembra che nella coalizione aleggi la paura che  siano in atto azioni Supportate da funzionari americani che hanno interasse nel tenere pacifica e moderata la situazione.

 

 

 

Letizia De Rosa

Mi chiamo Letizia De Rosa, ho 35 anni e per molto tempo ho lavorato nell'ambito della mediazione finanziaria e immobiliare. Amo la natura e il suo potere rigenerante. Sono curiosa e ho, da sempre, fame di conoscenza e proprio per questo approfondisco minuziosamente ogni argomento negli ambiti più disparati. Imparare e conoscere è un punto focale della mia vita e ho sfruttato, così, un momento di difficoltà personale per dare finalmente un ruolo concerto alla mia più grande passione ovvero la scrittura, creando un connubio perfetto tra la penna e tematiche che mi appassionano come la geopolitica e i rapporti internazionali e diplomatici. Questo mi ha permesso, con grande orgoglio e dopo aver acquisito anni di esperienza, di occuparmi su Nanopress.it proprio di ciò che amo di più ovvero di news e dinamiche estere, comprese le relazioni tra Stati.

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