Nella puntata di oggi di Report, saranno rese note delle intercettazioni del governatore del Veneto, Luca Zaia, contro l’ex direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova e ora senatore del Partito democratico, Andrea Crisanti.
Nello specifico, il leghista diceva di voler “schiantare” l’infettivologo che, nel merito, aveva criticato la scelta della regione di comprare dei tamponi rapidi che lui non riteneva affidabili, su cui, tra l’altro, ha indagato anche la procura della città veneta. In un’intervista all’AdnKronos, Crisanti ha detto che lascerà il suo incarico nell’ateneo per non metterlo in imbarazzo: “La decisione è dovuta al fatto che, se gli avvocati identificheranno delle responsabilità di carattere penale, sulle quali nel caso ho tutta l’intenzione di andare a fondo“, ha spiegato.
Allo scoppio della pandemia da Covid-19, nel febbraio del 2020, ci sono state della realtà, come quella del Veneto, in cui la situazione sembrava essere più sotto controllo rispetto ad altre. Il merito poteva essere diviso equamente tra Luca Zaia, il governatore della regione in quota Lega, e il direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova, Andrea Crisanti.
Qualcosa, poi, soprattutto nelle fasi successive, è cambiato e quel modello aveva iniziato ad avere delle crepe, tanto che i morti, nella seconda ondata, erano stati 1600 in più rispetto alla media nazionale. Anche il rapporto tra l’esponente del Carroccio e il microbiologo, ora senatore del Partito democratico, si è deteriorato soprattutto a causa di un esposto, presentato a novembre del 2020 dal docente dell’ateneo patavino, su dei tamponi rapidi che dal Veneto e da altre cinque regioni avevano ordinato per andare avanti con lo screening.
Dalle indagini della procura di Padova, presentata perché, secondo Crisanti, i test antigenici di Abbott Panbio non erano affidabili quanto invece millantavano dalla regione e dall’azienda che li produceva – per lui, che aveva anche pubblicato uno studio su Nature nel merito, solo sette su dieci erano attendibili, contro il 90% di affidabilità di cui parlavano i produttori -, sono finiti nel calderone Roberto Rigoli, direttore della microbiologia di Treviso che era stato incaricato di confermare l’idoneità clinico-scientifica dei tamponi, e Patrizia Simionato, direttrice generale pro tempore di Azienda Zero, la centrale regionale per gli acquisti.
È sempre nel merito delle indagini sulla maxi commessa da 148 milioni di euro che Zaia è stato intercettato (non direttamente) e non ha usato certamente parole lusinghiere nei confronti del professore di microbiologia. Il governatore, come emergerà chiaramente da un servizio che andrà in onda oggi su Report, riteneva di avere qualcosa per confutare le conclusioni dello studio di Crisanti. “Ho in mano una relazione autorevolissima, che lo ha preso e l’ha aperto come un carciofo…“, aveva confidato a Roberto Toniolo, numero uno di Azienda Zero, riferendosi al parere espresso da un primario del San Raffaele di Milano. Ma una mossa di Toniolo ha mandato all’aria la strategia.
Il direttore di Azienda Zero, infatti, ha scritto all’ateneo padovano specificando che contro Crisanti non è stata inoltrata alcuna denuncia in procura (si tratta infatti di un esposto), proprio nel momento in cui il Senato accademico sta valutando una mozione in favore dello scienziato. Cosa che manda Zaia su tutte le furie. “È un anno che prendiamo la mira a questo… Adesso fa il salvatore della patria“. Non solo: “Sono qua a rompermi i co***oni da 16 mesi, stiamo per portarlo allo schianto e voi andate a concordare la lettera per togliere le castagne dal fuoco al Senato Accademico per sistemare Crisanti!“, avrebbe detto ancora Zaia al suo interlocutore.
Zaia non ha rilasciato interviste né al programma di Rai Tre di Sigfrido Ranucci, né in generale, mentre il microbiologo, che dopo esser stato eletto al Senato aveva già lasciato il suo incarico da direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova prima ha parlato a Mow, poi con l’AdnKronos.
Al magazine ha detto che le dichiarazioni del governatore sono “di una gravità senza precedenti”. “Lo inseguo fino alla fine del mondo per inchiodarlo su qualsiasi responsabilità che ha nei miei confronti. Questo regime di intimidazione in questa Regione deve finire“, ha detto Crisanti. Per lui è “ininfluente” la propria attuale candidatura politica nel Pd: “Qui è un problema di etica, non è un problema politico. Accolgo con sgomento queste dichiarazioni. Perché poi non sono solo queste le dichiarazioni“, ha spiegato.
Il senatore, infatti, ha avuto accesso agli atti, e non ci sarebbero solo quelle tra le parole che inchiodano Zaia, perché, ha detto ancora, ce ne sono altre che dimostrerebbero “che lui è l’orchestratore di una campagna di diffamazione e discredito nei confronti di una persona che lavora per la Regione e che, tra le altre cose, ha preso delle posizioni proprio per salvaguardare la Regione stessa“. “Evidentemente se fosse stato preso sul serio lo studio che ho fatto e che poi è stato pubblicato su ‘Nature’, chiaramente avrebbero dovuto riflettere sugli ordini che stavano facendo e gli appalti per 200 e passa milioni di euro. Questi praticamente hanno accettato come giustificazione la dichiarazione di Rigoli (direttore della microbiologia di Treviso, incaricato di confermare l’idoneità clinico-scientifica dei tamponi, ndr) che non ha fatto nessuno studio, ed erano addirittura consapevoli che non l’aveva fatto“, ha concluso nell’intervista pubblicata online da Mow.
All’agenzia, invece, il microbiologo ha detto di voler lasciare l’università di Padova: “La decisione – ha detto – è dovuta al fatto che, se gli avvocati identificheranno delle responsabilità di carattere penale, sulle quali nel caso ho tutta l’intenzione di andare a fondo, non voglio mettere in imbarazzo l’ateneo che fra le altre cose si trova anche in una situazione di collaborazione istituzionale con la Regione Veneto“.
Le carte per l’addio all’università, e nello specifico al ruolo di professore ordinario di microbiologia e microbiologia clinica, sono pronte, ha assicurato Crisanti, che ha già parlato della decisione ai vertici.
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