Il Guardasigilli Carlo Nordio è tornato a parlare di intercettazioni e riforma della giustizia durante la recente puntata di Agorà su RaiTre. Il ministro, che ha suscitato forti polemiche per il suo Ddl, che prevede non solo restrizioni sulle intercettazioni da parte dei giornalisti, ma anche la cancellazione del reato di abuso d’ufficio, ha in sostanza detto di proseguire per la sua strada e voler tutelare segretezza e riservatezza per ora delle parti terze interessate dalle intercettazioni, ma in un prossimo futuro anche delle altre persone coinvolte. Scelte, le sue, che stanno spaccando l’opposizione, con alcuni esponenti che lo supportano e altri decisi a dare battaglia.
Non ne vuole sapere, Carlo Nordio, di tornare sulle sue decisioni, e lo ha reso più chiaro che mai nell’ultima puntata andata in onda di Agorà su RaiTre. Il Guardasigilli è intervenuto ancora una volta sul ddl giustizia e il “nodo” intercettazioni, che tanto scalpore ha suscitato non solo tra i giornalisti, ma anche tra i banchi dell’opposizione, ribadendo l’intenzione di andare avanti. A preoccupare, anche la volontà di Nordio di cancellare il reato di abuso d’ufficio, in quanto da lui ritenuto un “reato evanescente”. Il disegno di legge ha letteralmente spaccato l’opposizione, con molti esponenti politici decisi a dare battaglia in Parlamento.
“Noi interverremo per attuare completamente l’articolo 15 della Costituzione che afferma la libertà e la segretezza delle conversazioni” ha detto il ministro intervenendo ad Agorà, “In questo momento siamo intervenuti parzialmente per tutelare il terzo, cioè la persona che viene citata nelle conversazioni di altri, ma successivamente interverremo anche per tutelare la dignità e la libertà delle persone che parlano e devono parlare fra di loro in riservatezza, perché la riservatezza è l’altro lato della libertà Naturalmente senza compromettere le indagini per i grandi crimini della delinquenza organizzata” ha quindi concluso.
Ma il dibattito sui punti del Ddl Giustizia verte anche sulla volontà del Guardasigilli di cancellare il reato di abuso d’ufficio, poiché in questi anni nonostante numerose modifiche, non si è assistito ad un sostanziale cambiamento nello squilibrio tra numero di indagati ed effettive condanne: nel 2022 su 3.938 casi ne sono stati archiviati 3.536.
“Era ed è ancora un reato così evanescente che complica soltanto le cose senza aiutare minimamente, anzi ostruendo le indagini perché intasano le procure della Repubblica di fascicoli inutili disperdendo le energie verso reati che invece dovrebbero essere oggetto di maggiore attenzione” aveva dichiarato in questi giorni Nordio riferendosi proprio al reato in questione.
Di parere opposto, tuttavia, la responsabile giustizia del Pd, Debora Serracchiani, che ha spiegato come la sua cancellazione potrebbe avere conseguenze negative sia in ambito italiano che europeo: “Se si abolisce il reato di abuso d’ufficio così come oggi è, le denunce ci saranno ugualmente, ma mentre prima la denuncia finiva archiviata, ora il magistrato indagherebbe per reati più gravi, ad esempio la corruzione. E i sindaci – che legittimamente hanno chiesto interventi viste le distorsioni del passato – finiranno dalla padella alla brace” sono state le parole dell’onorevole.
“Senza contare che nel mentre si sta chiudendo l’altra direttiva annunciata da von der Leyen, quella sulla anticorruzione. Questa prevede l’obbligo per tutti gli stati europei dell’abuso di ufficio. Tutti i paesi Ue lo prevedono, noi saremmo gli unici ad abolirlo” ha quindi aggiunto, spiegando che verrebbe aperta una procedura d’infrazione Ue nei confronti del nostro Paese, se questo Ddl venisse approvato.
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