Il 25 aprile, il giorno della festa della Liberazione, una festa per definizione antifascista, si avvicina, e le polemiche per le parole di Ignazio La Russa, il presidente del Senato in quota Fratelli d’Italia, stanno continuando a far discutere. Nonostante la virata e le continue rettifiche del co-fondatore del partito della presidentessa del Consiglio, Giorgia Meloni, le lamentale (e talvolta le richieste di dimissioni) non sono finite. Oggi, dal salotto di Mezz’ora in più, Gianfranco Fini, ex presidente di Alleanza Nazionale di cui anche il siciliano faceva parte, ha consigliato alla premier di cogliere l’occasione “per dire senza ambiguità e senza reticenze, perché ne è convinta, per dire che la destra i conti con il fascismo li ha fatti in fondo e senza infingimenti quando è nata Alleanza nazionale”.
“Non capisco la ritrosia sulla parola antifascismo“, ha detto ancora Fini, che ha rimarcato anche che valori come “libertà, uguaglianza sono valori democratici, sono della Costituzione, sono valori antifascisti: non capisco la ritrosia a pronunciare questo aggettivo“.
L’ombra del fascismo nella destra di governo, e soprattutto in Fratelli d’Italia la leva ancora una volta Gianfranco Fini. L’ex presidente di Alleanza Nazionale, che a Fiuggi consegnò il Duce e le sue politiche alla storia, ai microfoni di Lucia Annunziata, a Mezz’ora in più, ha un po’ giustificato, un po’ di più tirato le orecchie alla seconda e alla quarta carico dello Stato, ex membri di quel partito che lui stesso ha contribuito a creare.
Sulle polemiche nate dopo la mozione della maggioranza di governo, in Senato, per la celebrazione di diverse feste, in cui non era mai citata la parola antifascismo, e le esternazioni di Ignazio La Russa, che di Palazzo Madama è il presidente dell’aula, che invece ha detto che neanche nella Costituzione viene mai citato il lemma, l’ex presidente della Camera di un esecutivo di Silvio Berlusconi ha voluto dire la sua.
Il primo è un invito alla presidentessa del Consiglio, Giorgia Meloni, che è anche la leader dello schieramento (il più votato in Italia, per altro), per lui, il 25 aprile è l’occasione giusta per la premier “per dire senza ambiguità e senza reticenze, perché ne è convinta, per dire che la destra i conti con il fascismo li ha fatti in fondo e senza infingimenti quando è nata Alleanza nazionale. An condannò il fascismo. Giorgia Meloni ha questa sensibilità“.
Non solo, però, perché l’appello, Fini, lo ha rivolto a un po’ tutta la destra, nonostante da più parti siano arrivate delle parole di distanza rispetto a quello che ha detto il numero uno del Senato, anche dal suo omologo alla Camera, Lorenzo Fontana (in quota Lega), che in un’intervista al Corriere della Sera, ha detto che la festa della Liberazione “deve essere la festa di tutti. E dunque, proprio per questo, ritengo che sia un errore non riconoscersi in questa ricorrenza: l’antifascismo è un valore“.
Ecco, proprio della parola ha parlato l’ex ministro degli Esteri del terzo governo del Cavaliere dicendo di non capire il motivo della ritrosia. “La destra – ha detto ancora – i conti li ha fatti, Giorgia Meloni dica, perché so che ne è convinta, che libertà, uguaglianza sono valori democratici, sono della Costituzione, sono valori antifascisti: non capisco la ritrosia a pronunciare questo aggettivo. La capisco ma non la giustifico“.
E il fondatore di Alleanza Nazionale, e ultimo presidente del Movimento sociale italiano, ha continuando spiegando che “Proprio perché conosco Ignazio La Russa da una vita e Giorgia anch’essa da tanto tempo sono convinto che ne siano consapevoli, ergo, soprattutto il premier, perché sulle sue spalle c’è non soltanto la guida del governo ma anche la guida di Fratelli d’Italia, abbiano la determinazione nel dire chiaramente quello che so che ritengono veritiero: libertà, giustizia, solidarietà sono valori antifascisti, perché i sono valori della Costituzione“. Infatti, per lui, l’antifascismo “non si confonde con la parodia degli anni piombo“.
Per quanto riguarda la festività in sé, Fini non ha nascosto il suo rammarico perché “ancora una volta sarà un 25 aprile di divisione, ancora una volta un 25 aprile all’insegna delle polemiche, delle risse per fortuna soltanto verbali. Credo che tutti si debbano chiedere perché, ma soprattutto tutti debbano fare quello che è in loro potere per evitare anche l’anno venturo e in quelli successivi che si sia ancora nella stessa condizione“. “E se lo deve chiedere – ha esortato ancora l’ex leader di An – soprattutto la destra, perché oggi governa in prima persona, forte di un suffragio elettorale indiscutibile e soprattutto perché buona parte della polemica deriva dal fatto che secondo molti a sinistra, non tutti, la destra attuale non avrebbe fatto i conti a sufficienza con il fascismo“.
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