Durante l’informativa alla Camera sul caso Artem Uss, l’imprenditore russo evaso dai domiciliari nel milanese, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha ribadito la non competenza del suo ministero negli atti della magistratura. Il Guardasigilli ha ritenuto “singolare” il fatto che qualcuno abbia domandato l’intervento ministeriale sulla questione. Ieri Nordio aveva avviato un’azione disciplinare nei confronti dei giudici della Corte di Appello.
Oggi il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha tenuto l’informativa alla Camera sulla vicenda riguardante Artem Uss, e ha sostenuto l’innocenza del suo ministero nel caso. Il Guardasigilli ha spiegato ai deputati come il lavoro di quest’ultimo non abbia competenze sugli atti della magistratura. Una dichiarazione che arriva il giorno dopo all’avviamento da parte sua di un’azione disciplinare contro i giudici d’appello di Milano.
“Il ministero della Giustizia non ha competenza né attività di controllo sull’esecuzione di un provvedimento giurisdizionale adottato da una Corte” ha detto alla Camera Nordio, aggiungendo “E’ singolare che qualcuno possa affermare che il ministero della Giustizia sarebbe dovuto intervenire”.
E non è finita qui, poiché il ministro ha voluto precisare anche come “Sono ingiustificabili e incomprensibili i vuoti di cognizione tecnica e di diritto sostanziale e processuale” spiegando quindi come “non è mai accaduto che un ministro si sia intromesso in una pronuncia giurisdizionale. Per legge il ministero è estraneo al processo, non è parte del processo e non ha diritto di impugnazione”.
Infine, ha terminato la sua informativa difendendo il diritto di verificare l’operato dei giudici e la decisione di avviare l’azione disciplinare nei loro confronti in presenza di eventi poco chiari. Inoltre, ha ricordato come gli Stati Uniti siano rimasti sbalorditi dalla decisione di concedere all’imprenditore russo gli arresti domiciliari, dopo che proprio loro avevano segnalato “un altissimo pericolo di fuga”.
“Nessuno può permettersi di imputare al ministro una interferenza invasiva quando esercita le sue prerogative di verificare la conformità del comportamento dei magistrati al dovere di diligenza, tra cui campeggia il dovere di motivazione dei provvedimenti” ha concluso Nordio.
Artem Aleksandrovich Uss, figlio del governatore della regione russa di Krasnoyarsk, è evaso dagli arresti domiciliari il 22 marzo scorso, a Basiglio, in provincia di Milano, dove si trovava dal 2 dicembre 2022.
L’uomo era stato arrestato il 17 ottobre all’aeroporto di Milano Malpensa, con un mandato di arresto internazionale in quanto sospettato, tra le altre cose, di aver comprato negli Usa componenti elettronici atti ad equipaggiare armamenti militari, rivendendoli poi a compagnie russe.
Solo due giorni prima della sua fuga, era stato dato il via libera alla sua estradizione negli Stati Uniti, dove avrebbe dovuto essere processato. Invece, benché munito di braccialetto elettronico, è riuscito a far perdere le sue tracce, tornando in Russia passando dalla Serbia.
È proprio sulla scelta da parte dei giudici della Corte di Appello di Milano, ovvero Stefano Caramellino, Micaela Curami e Monica Fagnoni, di concedere gli arresti domiciliari che Carlo Nordio ha fatto scattare l’avvio di azione disciplinare, a causa di “una grave e inescusabile negligenza”.
“Una regola fondamentale della materia disciplinare, è che il ministro e il Consiglio superiore della magistratura non possono sindacare ‘l’attività di interpretazione di norme di diritto e quella valutazione del fatto e delle prove. Sarebbe assai grave se questo limite, argine a tutela della autonomia e della indipendenza della giurisdizione, fosse stato superato” ha tuttavia replicato alla notizia Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione nazionale magistrati.
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