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Politica

Cosa ha detto Piantedosi in audizione in commissione alla Camera

Il naufragio al largo delle coste calabresi poteva essere evitato? Si poteva fare di più per salvare la vita delle persone che, invece, sono morte in mare? A queste domande ha provato a dare una risposta il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, in audizione alla commissione Affari costituzionali della Camera proprio oggi che il comandante della Guardia costiera di Crotone, Vittorio Aloi, ha detto che sì, il salvataggio si poteva fare perché il mare era forza 4 e si può uscire fin quando è forza 8.

Matteo Piantedosi – Nanopress.it

Il titolare del Viminale, poco prima dell’intervento anche della nuova segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, che ha chiesto le dimissioni di Piantedosi per le sue esternazioni dopo la tragedia di Cutro, ha spiegato che Frontex in primis non avesse segnalato nessun pericolo. Sulla questione migranti, poi, anche la presidentessa del Consiglio, Giorgia Meloni, ha scritto una lettera all’Unione europea in cui ha chiesto che delle decisioni in merito vengano prese tutti insieme per affrontare al meglio il problema dei trafficanti di esseri umani.

Piantedosi in audizione in commissione sul naufragio crotonese: “Frontex non aveva segnalato il pericolo”

Non è un periodo semplice per il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi. Dopo il naufragio vicino alle coste calabresi, in cui hanno perso la vita 67 migranti (ma se ne temono molti altri), il titolare del Viminale ha fatto delle dichiarazioni non troppo felici sulle persone che, di fatto, si sono messe in mare spinte dalla disperazione, scatenando le ire delle opposizioni e anche della società civile.

I fiori per i migranti morti nella tragedia di Cutro – Nanopress.it

Non solo, però, perché secondo le ricostruzioni, il salvataggio delle persone presenti sul barchino, ha detto oggi Vittorio Aloi, il comandante della Guardia costiera di Crotone, poteva essere fatto perché, di fatto, il mare in quel momento era a forza 4, e fino a forza 8 ancora si può uscire.

Ed entrambi i temi, collegati e importantissimi, sono stati affrontati nell’audizione alla commissione Affari costituzionali della Camera dal ministro che, prima di rispondere alle domande dei deputati, ha voluto precisare che “l’assetto aereo di Frontex che per primo aveva individuato l’imbarcazione non aveva segnalato una situazione di pericolo o di stress a bordo, indicando la presenza di una persona sopra coperta e di altre sotto coperta e una buona galleggiabilità dell’imbarcazione. Poi le condizioni meteo sono peggiorate diventando particolarmente avverse“. Il suo discorso, poi, si è concentrato sul fatto che da quando l’esecutivo è in carica, ovvero dal 22 ottobre, “gli apparati dello Stato hanno gestito 453 eventi Sar, soccorrendo 27.457 persone. La loro professionalità merita il rispetto e la riconoscenza di tutti“.

Elly Schlein e Peppe Provenzone in commissione Affari costituzionali della Camera durante l’audizione di Matteo Piantedosi – Nanopress.it

Nessun cenno, quindi, alle parole, poi ritrattate, su cui però si è concentrata la nuova segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, alla sua prima volta da “sostituta” di Enrico Letta. “Sono rimasta molto colpita dalle sue parole di oggi. E non solo quelle di oggi: ricordiamo tutti che, dopo la strage, lei ha fatto dichiarazioni sul fatto che la disperazione non giustifica viaggi che mettono a repentaglio la vita dei figli. Dichiarazioni indegne di un ministro. Parole disumane, inaccettabili e non all’altezza del ruolo“, ha iniziato l’ex vice governatrice dell’Emilia Romagna.

La deputata dem ha precisato poi come le dichiarazioni di Piantedosi abbiano trasformato le vittime in colpevoli e ha chiesto, in maniera provocatorio, chi sarebbe lui “per decidere cosa giustifica o meno la disperazione? Quale alternativa reale hanno le persone che fuggono in cerca di protezione, oltre a quella tra morire di torture e morire in mare? Cose che lei dall’alto dei suoi privilegi non ha vissuto neanche da lontano“. Non solo: “Noi attendiamo fiduciosi le risultanze delle indagini ma dal punto di vista delle responsabilità politiche io concordo con quanto affermato dai miei colleghi, già soltanto le sue dichiarazioni suggeriscono le sue dimissioni e una riflessione profonda per Giorgia Meloni“, ha concluso Schlein, che in realtà ha fatto eco alle richieste anche di Riccardo Magi, anche lui neosegretario di +Europa, e anche delle altre forze delle opposizioni, come il terzo polo, il MoVimento 5 stelle e l’alleanza Verdi e Sinistra.

Uno striscione apparso a Napoli che chiede le dimissioni del ministro degli Interni dopo il naufragio vicino alle coste calabresi – Nanopress.it

È arrivato poi il momento delle risposte, non solo per i dem, da parte del ministro. “Ognuno di noi deve avere la postura giusta, il governo però con i fatti ha dimostrato qual è la considerazione che ha sul tema della disperazione che genera la migrazione“, ha iniziato (ancora) Piantedosi che poi ha spiegato che il “law enforcement e il search and rescue sono ambiti che spesso si sovrappongono ma intervenire per un’operazione di polizia non significa non farsi carico“.

Certo, ha spiegato ancora il titolare del Viminale, che se la tragedia di Cutro si è verificata “per una debolezza del mio ministero mi assumerò le mie responsabilità“, ma è la magistratura che sta indagando ed è lei che deve capire cosa effettivamente è accaduto che, ha precisato, “non significa buttare la palla in calcio d’angolo, ma dare valore a quella che sarà la sede più giusta per individuare responsabilità, se ce ne fossero” e al momento ci sono quattro scafisti indagati.

Piantedosi ha poi detto che non è la prima volta che capita una situazione così tragica, perché “le morti e le tragedie come questa sono successe negli anni anche a guida sicurissima del mio ministero. Trovo difficile fare una confronto fra tragedie né mi sogno di attribuirlo alla fermezza di chi mi ha preceduto ma se si guarda quello che avviene da molti anni il bilancio è tragico“.

Quanto all’azione del governo, il ministro ha spiegato che “sin dall’inizio del nostro mandato il cardine di tutte le politiche di gestione dei fenomeni migratori favorire ingressi regolari. Abbiamo sempre detto ‘non consegnatevi ai trafficanti’, vi forniremo noi le opportunità di venire attraverso canali di ingresso regolari“. E nel merito della proposta (poi smentita) del ministro Francesco Lollobrigida ha spiegato che, pur non avendoci parlato, “ha fatto una programmazione per i prossimi cinque anni. Se noi abbiamo fatto 83mila ingressi per anno e ci ripromettiamo, secondo analisi che competono al ministro dell’Agricoltura, di immaginare che il nostro mercato del lavoro ha bisogno di circa 100mila ingressi regolari all’anno. Basta moltiplicarlo per 5, gli anni di legislatura, ed ecco la proposta di un mezzo milione di ingressi regolari”.

Il titolare del Viminale – Nanopress.it

L’intervento di Piantedosi si è concluso dicendo che “spesso vengo giudicato per essere stato un questurino, sono orgoglioso di essere stato un funzionario dello Stato“, e a Schlein in particolare non è piaciuto. Al termine dell’audizione, infatti, la segretaria del Pd ha detto di non essere soddisfatta dalla risposte ricevute.

Meloni scrive all’Unione europea sulla questione migranti

Sempre sulla questione migranti, Meloni ha mandato una lettera all’Unione europea indirizzata al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, alla presidentessa della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e al primo ministro della Svezia, Paese titolari della presidente Ue, Ulf Kristersson.

Il naufragio avvenuto nei giorni scorsi a pochi metri dal litorale di Crotone, nel quale sono morte decine di persone e tra queste molti bambini, ha sconvolto tutti noi – ha iniziato la premier -. Non si tratta purtroppo di un caso isolato. In Italia da molti anni ci ritroviamo a piangere tragedie come quelle di domenica scorsa nelle quali chi prova a raggiungere le nostre coste su imbarcazioni di fortuna perde la vita in mare“.

Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen – Nanopress.it

Per la leader di Fratelli d’Italia, “è nostro dovere, morale prima ancora che politico, fare di tutto per evitare che disgrazie come queste si ripetano“, ma non è una sfida semplice, anzi il contrario, “perché quello delle migrazioni è un fenomeno epocale e complesso, soprattutto quando le imbarcazioni cariche di migranti prendono la via del mare. Proprio per questo non possiamo cadere nella tentazione di accontentarci di facili soluzioni di facciata, utili forse sul piano comunicativo, ma del tutto inadeguate a risolvere la questione“.

Il problema da risolvere non è tanto il fatto che arrivino migranti in Europa, ha premesso, quanto quello “di stroncare la tratta illegale di esseri umani, e fare in modo che il fenomeno migratorio sia gestito nel rispetto delle regole e della sicurezza (anzitutto nell’interesse degli stessi migranti), e con numeri tali da consentire l’effettiva integrazione di chi viene in Europa con la legittima aspirazione a una vita migliore“. Ed è per questo che serve una “politica unica europea sui rifugiati che preveda il sostegno al di fuori dei confini dell’Unione europea di chi è colpito da guerre e calamità, e corridoi umanitari legali e sicuri per i profughi che gli Stati europei decidono di accogliere sul proprio territorio“.

Per Meloni, l’immigrazione, materia diversa dai profughi, “l’unica possibilità di ingresso deve essere data dalle quote di immigrazione legale che ogni Stato decide liberamente stabilire. Così come fatto dal governo da me presieduto con il decreto flussi con il quale si consente l’arrivo regolare di lavoratori stranieri, secondo necessità preordinate e definite“. Non devono essere, per la premier, “le organizzazioni e i trafficanti di esseri umani a gestire i flussi migratori verso l’Europa” perché è in questo modo che si stanno arricchendo “a dismisura sulla pelle dei disperati, e più aumentano i loro guadagni più le condizioni di chi tenta di attraversare il Mediterraneo diventano precarie. Una civiltà come la nostra non può consentirlo“.

Ciò che serve, ha ribadito ancora nella lettera l’inquilina numero uno di Palazzo Chigi, è lavorare insieme “per ribadire il principio che in Europa si entra solo legalmente, e quindi in condizione di totale sicurezza. Occorre sviluppare e potenziare i canali legali di migrazione, distinti tra chi ha diritto alla protezione internazionale e chi intende accedere per ragioni di lavoro. E occorre contrastare, senza tentennamenti, i clan criminali che alimentano l’immigrazione illegale di massa“.

Senza concreti interventi dell’Unione europea – ha spiegato  Meloni -, sin dalle prossime settimane e per l’intero anno, la pressione migratoria sarà senza precedenti, posto il difficile contesto che investe vaste zone del pianeta“. D’altronde, per lei, “la politica è responsabilità, consapevolezza, capacità di fare delle scelte per gestire fenomeni complessi. È quello che dobbiamo fare insieme anche in tema di immigrazione. Dipende da noi, dalla nostra volontà di mettere in campo soluzioni che sino a oggi non sono state adottate“.

Nel Consiglio europeo straordinario dello scorso febbraio, ha ricordato in ultima battuta ai presidenti delle istituzioni di Bruxelles, si sono individuate delle linee “che vanno nella giusta direzione, ma il fattore tempo è decisivo. È fondamentale e urgente adottare da subito iniziative concrete, forti e innovative per contrastare e disincentivare le partenze illegali, ricorrendo anche a urgenti stanziamenti finanziari straordinari per i Paesi di origine e transito affinché collaborino attivamente“. “L’Italia è pronta, a partire dal prossimo Consiglio Europeo, a dare il suo contributo a ogni iniziativa comune che vada in questa direzione, per evitare di ritrovarci a breve a piangere nuove tragedie. Confido che non sia sola in questa battaglia di civiltà“, ha concluso Meloni.

Mariacristina Ponti

Nata nel lontano 1992, nel giorno più bello per nascere, a Cagliari. Dopo la maturità scientifica, volo a Padova e poi a Roma per studiare lettere. Nella Capitale poi rimango anche per il master in giornalismo. Tra stage a profusione, sempre nelle redazioni sportive, anche se il vero amore è sempre stato la politica, ho ancora da ritirare un tesserino da professionista.

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