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Cosa ha risposto Israele al rapporto Onu che che l’ha accusato di reclutare bambini palestinesi

Il conflitto tra Israele e Palestina è uno dei conflitti più lungi e complessi della storia moderna, che ha causato molte vittime tra i civili, tra cui molti bambini e minori. Questo conflitto è stato costantemente al centro dell’attenzione internazionale, con l’Onu che ha pubblicato rapporti su presunte violazioni dei diritti umani da entrambe le parti ma in particolar modo israele 

Esercito israeliano- Nanopress.it

Recentemente, l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha accusato Israele di aver reclutato tre minorenni palestinesi e di averli tenuti in detenzione senza processo. Tuttavia, Israele ha negato queste accuse e ha sostenuto che il rapporto dell’Onu ha trascurato il contesto più ampio del conflitto.

Israele ha sottolineato che i bambini palestinesi sono spesso coinvolti in atti di violenza contro le forze di sicurezza israeliane, come lanciare pietre o molotov, e che molti di loro sono addestrati e incoraggiati da gruppi terroristici come Hamas o la Jihad islamica palestinese.

Israele ha anche sottolineato, come riporta Israel Times, che molti di questi bambini sono utilizzati come scudi umani da questi gruppi, che li costringono a partecipare a scontri violenti o a nascondersi tra la folla per evitare di essere individuati dalle forze di sicurezza israeliane.

La risposta di Israele alle accuse dell’Onu

Israele ha citato la sua politica di “zero tolleranza” verso l’uso della forza letale contro i minori, a meno che non siano coinvolti in atti di violenza grave o minaccino la vita dei soldati o dei civili israeliani.

Le autorità hanno sostenuto che il numero di bambini palestinesi uccisi dalle forze di sicurezza israeliane è diminuito rispetto all’anno precedente, e che il 90% di essi erano coinvolti in attacchi terroristici o scontri violenti con le forze di sicurezza israeliane.

Inoltre, il governo israeliano ha evidenziato la minaccia costante rappresentata dai razzi lanciati dalla Jihad islamica palestinese e da altri gruppi terroristici da Gaza verso centri abitati israeliani, che hanno messo a rischio la vita dei civili, compresi i bambini. Israele ha sottolineato che molti di questi razzi sono diretti a obiettivi civili, come scuole e ospedali, causando dannimateriale e psicologico ai bambini israeliani.

D’altra parte, i palestinesi sostengono che Israele sta perpetrando una serie di violazioni dei diritti umani contro i minori palestinesi, compresa la detenzione arbitraria, la tortura, la privazione dei diritti fondamentali e l’uso eccessivo della forza. Inoltre, i palestinesi hanno sottolineato la difficoltà dei bambini palestinesi a vivere in un ambiente di conflitto costante, dove la violenza e la repressione sono all’ordine del giorno. I bambini palestinesi subiscono spesso traumi psicologici e fisici e sono a rischio di sviluppare problemi di salute mentale a causa del conflitto.

I palestinesi hanno criticato anche la politica di Israele di costruire insediamenti illegali nei territori palestinesi occupati, che ha causato la confisca di terre e risorse vitali per i cittadini della Palestina, comprese le scuole e gli ospedali. Questo ha un impatto negativo sui bambini palestinesi, che spesso non hanno accesso a servizi sanitari e di istruzione adeguati.

La delicata questione dei bambini utilizzati negli scontri

Va notato che il conflitto ha un impatto negativo sulla vita di entrambe le comunità, compresi i bambini e i minori che ne sono le principali vittime. I bambini di entrambe le parti sono costretti a vivere in un ambiente di costante insicurezza e violenza, che può avere un impatto negativo sulla loro salute mentale e fisica, sul loro benessere e sulla loro capacità di apprendere e svilupparsi.

Inoltre, i bambini palestinesi e israeliani sono spesso costretti a vivere in condizioni precarie, senza accesso a servizi di base come acqua potabile, cibo, alloggio e istruzione.

In questo contesto, è importante che tutte le parti coinvolte nel conflitto agiscano nel rispetto dei diritti umani dei bambini e dei minori, proteggano i loro diritti fondamentali e lavorino per garantire loro un futuro migliore. Ciò richiede un approccio equilibrato e attento alle varie sfaccettature del conflitto, nonché un impegno concreto per la pace e la riconciliazione tra le due comunità.

L’educazione dei bambini e dei minori è di fondamentale importanza per preparare le nuove generazioni a costruire un futuro solido ad entrambe le comunità. L’istruzione dovrebbe essere accessibile a tutti i bambini, senza discriminazioni di alcun tipo, e dovrebbe essere fornita in un ambiente sicuro e protetto. Inoltre, è importante che i genitori, gli insegnanti e i leader comunitari promuovano valori come la tolleranza, il rispetto reciproco, la non violenza e la pace, al fine di costruire una società fondata sulla giustizia e l’uguaglianza.

Milize palestinesi – Nanopress.it

Adottare un approccio equilibrato e costruttivo al conflitto tra Israele e Palestina richiede il coinvolgimento di tutte le parti interessate, comprese le Nazioni Unite, i governi, le organizzazioni internazionali e la società ovviamente è tenuta a fare la sua parte.

Un impegno condiviso e un approccio collaborativo renderà possibile costruire un futuro migliore per i bambini e i minori e tornare a donare loro speranza e sogni che purtroppo ora hanno perduto.

La comunità internazionale ha il compito di garantire la protezione dei diritti umani dei bambini e dei minori in Israele e Palestina, nonché di promuovere la giustizia e la pace. Questo richiede un impegno concreto per trovare una soluzione pacifica  al conflitto, che tenga conto delle preoccupazioni e dei diritti di entrambe le comunità e permetta perlomeno la convivenza.

Tuttavia, il conflitto in corso sembra essere molto difficile da risolvere, con entrambe le parti che continuano a prendere misure che alimentano ulteriormente le tensioni. Il governo israeliano ha annunciato piani per la costruzione di nuovi insediamenti in Cisgiordania, mentre i palestinesi continuano a lanciare attacchi contro le forze di sicurezza israeliane.

Inoltre, la pandemia di COVID-19 ha aggravato la situazione, con i bambini e i minori israeliani e palestinesi che hanno subito un ulteriore impatto negativo sulla loro salute mentale e fisica, oltre a essere stati privati di accesso a servizi di base come l’istruzione e la sanità.

Per porre fine al conflitto, entrambe le parti devono impegnarsi in un dialogo costruttivo e deve emergere la disponibilità di entrambe le parti a fare compromessi. La comunità internazionale ha un ruolo importante da svolgere nel fornire supporto e assistenza alle parti e nel promuovere un processo di pace efficace.

In sintesi, il conflitto tra Israele e Palestina è un conflitto complesso che ha causato molte vittime tra i civili, compresi molti bambini e minori. Entrambe le parti sono accusate di violazioni dei diritti umani dei bambini e dei minori, compresa la detenzione arbitraria, la tortura e l’uso eccessivo della forza. L’educazione dei bambini e dei minori è di fondamentale importanza per preparare le nuove generazioni a costruire un futuro migliore per entrambe le comunità.

La autorità hanno spiegato di aver un ruolo importante da svolgere nel garantire la protezione dei diritti umani dei bambini e dei minori in Israele e Palestina, nonché nel promuovere la giustizia e la pace.

Per porre fine al conflitto moltissime associazioni per i diritti umani hanno deciso di fare sentire la propria voce motivando e spontaneo le istituzioni globali a ricercare un percorso che porti a lungo tenute stabilità e tolleranza, che necessità di un inizio che fino ad ora non è stato di certo visto.

 

Letizia De Rosa

Mi chiamo Letizia De Rosa, ho 35 anni e per molto tempo ho lavorato nell'ambito della mediazione finanziaria e immobiliare. Amo la natura e il suo potere rigenerante. Sono curiosa e ho, da sempre, fame di conoscenza e proprio per questo approfondisco minuziosamente ogni argomento negli ambiti più disparati. Imparare e conoscere è un punto focale della mia vita e ho sfruttato, così, un momento di difficoltà personale per dare finalmente un ruolo concerto alla mia più grande passione ovvero la scrittura, creando un connubio perfetto tra la penna e tematiche che mi appassionano come la geopolitica e i rapporti internazionali e diplomatici. Questo mi ha permesso, con grande orgoglio e dopo aver acquisito anni di esperienza, di occuparmi su Nanopress.it proprio di ciò che amo di più ovvero di news e dinamiche estere, comprese le relazioni tra Stati.

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