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Cosa mangiavano gli antichi Egizi?

Cosa mangiavano gli antichi Egizi? Dopo gli antichi Romani, ecco un’altra curiosità legata alle abitudini alimentari dei grandi popoli del passato. Entrambi pare fossero delle buone forchette, non solo perché consumavano un’infinità di cibo ma perché quella di mangiare era, oltre che una forma di sostentamento, un vero e culto. Gli antichi Egizi, ad esempio, ritenevano che la vita continuasse anche dopo la morte e che, per questo, l’anima avesse bisogno di mangiare e di bere. Per questo motivo i corredi funebri che accompagnavano le salme dei defunti erano ricchi di cibo e di bevande che, sistemati in appositi contenitori, garantivano ai morti di sopravvivere nell’aldilà. Grazie all’idea che gli antichi Egizi avevano della morte, e al fatto che molti di questi contenitori sono giunti intatti fino a giorni nostri, siamo in grado di sapere ciò che compariva sulle mense di questo popolo. Siete curiosi di saperlo? Continuate a leggere.

Gran parte delle informazioni sugli usi alimentari degli antichi Egizi proviene, dunque, dalle loro tombe: qui, oltre ai cibi conservati, vi erano altri elementi che ci raccontano cosa solitamente si mangiava all’epoca, dalle raffigurazioni dei vari cibi alle scene di vita quotidiana dipinte sulle pareti. Da queste preziose testimonianze, gli studiosi sono stati in grado di affermare fossero degli ottimi cuochi e delle buone forchette, almeno a giudicare dalla varietà della loro alimentazione. Ma cosa mangiavano gli antichi Egizi? Intanto consumavano due pasti al giorno, uno all’alba, costituito da fave condite con limone e aglio, e un pasto molto più ricco la sera, a base di piselli, verdure crude (tra cui radicchio, cetrioli, sedano e cipolle) e tantissima frutta.
In genere il cibo veniva servito sopra una sorta di focaccia schiacciata, mentre i pezzetti più grandi venivano utilizzati come posate. Come condimento, gli antichi Egizi usavano sia grassi animali, burro, grasso d’oca e crema di latte, che vegetali, come gli oli ottenuti dal sesamo, dal ricino e dai semi di lino, mentre l’olio d’oliva fu importato dai Paesi Mediterranei molto più tardi.
La bevanda più diffusa era il vino, riservato però alle classi sociali più elevate, la birra invece (che, con il pane, era alla base dell’alimentazione di questo popolo), era diffusa soprattutto tra i più poveri.

Un’altra caratteristica interessante legata alle abitudini alimentari degli antichi Egizi, riguarda il fatto che consumavano i cibi solitamente crudi. Questo essenzialmente per due motivi: uno, per il clima caldo, l’altro per la scarsità del legno – i focolari, infatti, situati all’esterno delle abitazioni, servivano solo per riscaldare o cucinare zuppe o stufati.

Parlando di cosa mangiavano gli antichi Egizi, non si può trascurare un altro degli aspetti fondamentali di questa grande civiltà del passato, quello, cioè, legato al ‘fiume divino’, il Nilo. Com’è noto, dalle sue acque dipendeva tutto ciò che ruotava intorno alla vita di questo popolo, la caccia, l’agricoltura, la pesca, e di conseguenza anche il cibo. Non solo il terreno era più fertile grazie al limo lasciato dopo le periodiche inondazioni, ma anche le acque, quando si ritiravano, ospitavano una varietà enorme di pesci. Ma pesce e selvaggina raramente apparivano sulle tavole dei poveri, essendo tra le pietanze preferite (e maggiormente consumate) di nobili, ricchi e faraoni. Il resto della popolazione era solito consumare carne di pecora o maiale, mentre i bovini si preferivano come animali da fatica (erano utilizzati, infatti, soprattutto per la lavorazione dei campi).

Ovviamente, tra i cibi preferiti dagli antichi Egizi, c’erano anche il latte e i formaggi, mentre i cereali erano considerati una vera e propria prelibatezza: tostati o bolliti, si utilizzavano sia per le zuppe che per produrre la birra ed erano considerato un bene primario proprio per la loro versatilità. Proprio la birra, infine, molto diversa da quella che si beve oggi, era usata anche a scopo terapeutico: si adoperava per disinfettare le ferite o per curare le malattie dell’intestino.

Caterina Padula

Giornalista pubblicista, appassionata di scrittura, mi occupo da anni di approfondimenti culturali e di informazione online. Da sempre lettrice accanita e curiosa, amo la musica, l'arte e tutto ciò che è natura.

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