Cosa Nostra pianificava di uccidere un architetto, i piani sono stati smascherati grazie alle intercettazioni.
I mafiosi seguivano uno statuto scritto. Gli investigatori hanno tratto in arresto 7 persone, entrando dentro i segreti della cosca di Rocca Mezzo Monreale grazie alle cimici piazzate nel luogo dove si stava tenendo un incontro fra alcuni vertici.
Nel mirino di Cosa Nostra era finito un architetto, a svelarlo sono state le intercettazioni ambientali dei Carabinieri, disposte dalla Procura Distrettuale Antimafia.
La vittima è accusata di aver sbagliato delle pratiche per quanto riguarda la sanatoria edilizia e così ha mancato di rispetto Gioacchino Badagliacca, boss della famiglia di Rocca Mezzo Monreale, già in passato indagato per associazione di stampo mafioso e che ora torna in carcere.
L’uomo, in particolare molto attivo nella gestione di sale giochi e scommesse, era libero dopo l’assoluzione di 3 anni fa ma, in seguito a gravi indizi di colpevolezza che lo collegano direttamente all’organizzazione dell’omicidio dell’architetto, è stato arrestato di nuovo.
L’attività dell’organizzazione criminale più conosciuta e ramificata d’Italia è in piena attività. Le intercettazioni eseguite dai Carabinieri, seguite ancora una volta dal procuratore aggiunto Paolo Guido, che è intervenuto anche nel caso di Matteo Messina Denaro, hanno svelato il prossimo obiettivo del clan Badagliacca.
Questo opera ai confini con Monreale e aveva intenzione di uccidere un architetto che avrebbe sbagliato delle pratiche sanatorie edilizie e quindi ha mancato di rispetto al boss Gioacchino. Da quanto si è evinto, i fatti risalgono al 2018, quando quest’ultimo era ancora in carcere.
Durante la notte sono scattate le manette per 7 persone, di cui cinque sono state incarcerate e due sono finite ai domiciliari. L’indagine ha mostrato l’intenzione dei boss di Cosa Nostra di riorganizzarsi e continuare nonostante in questi giorni ci siano stati massicci arresti, processi e sequestri.
Uno degli indagati in questa vicenda è stato individuato a Rimini, dove si era recato per una fiera ma le intercettazioni hanno consentito alle autorità di capire il modus operandi. Nel contesto del summit infatti si è registrato un continuo richiamo al rispetto delle regole, stabilite da uno statuto scritto dai padri costituenti di Cosa Nostra, i quali richiamano a punire i trasgressori.
Ancora oggi questo statuto guida tutte le azioni mafiose ed è un vero e proprio baluardo dell’esistenza dell’organizzazione, come viene spiegato in un comunicato del comando provinciale.
Il clan Badagliacca è un mandamento che fa parte del più ampio di Pagliarelli, che negli ultimi anni è stato oggetto di diversi blitz antimafia. Glu ultimi boss mafiosi sono proprio di Pagliarelli ma aveva ripreso potere anche Gioacchino Badagliacca, arrestato nel 2018 ma poi assolto in primo grado.
Anche se negli ultimi tempi Cosa Nostra sia più prudente proprio per evitare intercettazioni, le autorità sono riuscite con successo ad infiltrarsi, identificare coloro che pianificavano il prossimo omicidio e fermarli.
I mafiosi stanno cambiando, infatti si incontrano in luoghi sempre diversi e lontani dalla città ma ancora una volta la il Nucleo Investigativo è riuscito a prevenire le loro mosse: la casa dove si stava tenendo l’incontro, nelle campagne di Caltanissetta, era stracolma di telecamere e microfoni ovunque.
Un colpo pesantissimo per i boss, che sono sempre più ossessionati dall’idea di essere intercettati. Avevano anche paura di essere denunciati dai commercianti locali, ma questo non aveva impedito di chiedere il pizzo e fare minacce anche molto pesanti.
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