È terminato il Consiglio dei ministri in cui il governo di Giorgia Meloni ha dato delle risposte agli italiani per quanto riguarda, ancora, il caro bollette, le cui coperture nella legge finanziaria sarebbero scadute entro il 31 marzo. Su proposta del titolare del dicastero dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, per le nuove misure sono stati stanziati 4,9 miliardi di euro.
Non è, però, l’unica novità. Nel Cdm di oggi, i membri della maggioranza hanno dato il via libera anche al codice appalti, e anche a un disegno di legge che contiene disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici. Quest’ultimo provvedimento è stato salutato con favore anche dai manifestanti della Coldiretti, che hanno accolto con un applauso il blitz del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, e quello della Salute, Orazio Schillacci, a pochi passi da Palazzo Chigi.
Nessuna sorpresa, anzi tutto come previsto. Il Consiglio dei ministri, che si è appena concluso a Roma (non a Cutro, non con Giorgia Meloni, la presidentessa del Consiglio in videoconferenza), a Palazzo Chigi, ha confermato in pieno quello che si leggeva nelle bozze circolate da qualche giorno.
Su proposta del ministro dell’Economia e delle Finanze, il leghista Giancarlo Giorgetti, è stato infatti approvato il decreto con misure a sostegno di famiglie e imprese contro il caro bollette, in cui ci sono anche delle interventi per il settore sanitario, che vale 4,9 miliardi di euro e che è stato ridisegnato su base trimestrale, tenendo conto dell’andamento dei prezzi e dell’obiettivo di favorire il risparmio energetico, si legge nel comunicato del Mef. Ma vediamo insieme quali sono queste novità.
SALUTE – In materia di salute, sono stati stanziati circa 1,1 miliardi di euro in favore delle Regioni e delle Province autonome per limitare l’impatto del payback dei dispositivi medici sulle aziende del settore.
IVA AL 5% PER IL GAS – Per quanto concerne il gas, fino al 30 giugno 2023 l’Iva rimarrà al 5% e ci sarà anche l’azzeramento degli oneri di sistema. È stata anche prorogata l’aliquota Iva ridotta al 5% per il teleriscaldamento e per l’energia prodotta con il gas metano. A seguito, però, della riduzione dei prezzi del gas naturale all’ingrosso, il contributo per i consumatore fino a 5mila metri cubi è stato confermato solo per aprile e solo per il 35% del valore applicato al trimestre precedente.
BONUS SOCIALE – A sostegno delle famiglie è stato prorogato fino al 30 giugno il bonus sociale, lo sconto sulle bollette di luce e gas per le famiglie con Isee fino a 15mila euro.
CONTRIBUTO SPESE RISCALDAMENTO – La principale novità introdotta riguarda il nuovo incentivo al risparmio energetico per tutti i cittadini e senza limiti di reddito che inizierà a partire dal primo ottobre e finirà il 31 dicembre che potranno usufruire di un contributo a compensazione delle spese di riscaldamento, i cui criteri per l’assegnazione verranno definiti con decreto del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, di concerto con il ministro dell’Economia e delle Finanze. Inoltre, l’Arera determinerà le modalità applicative e la misura del contributo che verrà erogato, in quota fissa e differenziato in base alle zone climatiche.
CREDITO IMPOSTA PER LE IMPRESE – Le imprese potranno invece continuare a beneficiare fino al 30 giugno dei crediti d’imposta al 40% e al 45% se nel primo trimestre del 2023 hanno registrato un incremento del prezzo delle bollette di luce e gas superiore al 30% rispetto al primo trimestre del 2019.
AGEVOLAZIONE IMPRESE AGRICOLE – Per l’anno di imposta 2022 agli imprenditori agricoli che producono e cedono energia fotovoltaica è garantita, per la componente riconducibile all’energia ceduta, un regime di tassazione più favorevole basato sul minor valore tra il prezzo medio di cessione dell’energia elettrica, determinato dall’ARERA e il valore di 120 euro/MWh.
FISCO – In tema fiscale, riguardo alle scadenze introdotte con la legge di bilancio sono stati ricalendarizzati dal 31 marzo al 31 ottobre 2023 i termini di pagamento della prima rata per regolarizzare le violazioni di natura formale commesse fino al 31 ottobre 2022. Prorogati rispettivamente al 30 settembre 2023, al 31 ottobre 2023 e al 30 novembre 2023 i termini per il pagamento della prima, della seconda e della terza rata per il ravvedimento speciale sulle dichiarazioni validamente presentate per il periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2021 e precedenti.
Nel Consiglio dei ministri, così come ha spiegato dopo anche il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, in conferenza stampa con il titolare della Salute, Orazio Schillacci, sono stati approvati anche altri due decreti, uno riguardante il codice degli appalti, l’altro un ddl che contiene disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici, così come era stato chiesto dalla Coldiretti.
La prima è stata più pubblicizzata della seconda, anche se in realtà si tratta solo di una proposta che il Parlamento dovrà far diventare una legge – che, per altro, se le aziende violassero verrebbero multate dai 10mila ai 60mila euro, oltre ad andare incontro alla confisca dei prodotti. In ogni caso, Lollobrigida ha detto che gli alimenti sintetici creano “un rischio di ingiustizia” perché incoraggiano “una società in cui i ricchi mangiano bene e i poveri no“. Pur non scendendo nei dettagli, il ministro (anche cognato della premier) ha detto che la misura è stata presa per evitare “il rischio di disoccupazione e tutelare la salute pubblica“. Il collega della Salute, invece, ha precisato che non ci sono evidenze che faccia male, ma che con questa misura si vuole ribadire “la salvaguardia del patrimonio della nostra nazione e della nostra cultura agroalimentare che si basa sulla dieta mediterranea“.
Sul tema appalti, meglio sul nuovo Codice dei contratti pubblici, pensato anche per velocizzare il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, al cui vertice siede il leader della Lega, Matteo Salvini, ha fatto sapere che potranno essere assegnati senza gara fino a 5,3 milioni di euro, e potranno essere realizzati più in fretta (con un risparmiamo da sei mesi a un anno). Non solo, perché per loro, questo significa “più autonomia agli enti locali con particolare riferimento ai piccoli comuni, corsia preferenziale per le forniture italiane ed europee, digitalizzazione con risparmio di carta e incombenze burocratiche“. “Per gli appalti fino a 500mila euro le piccole stazioni appaltanti potranno procedere direttamente senza passare per le stazioni appaltanti qualificate – si legge nella nota -. Taglio dei tempi notevole soprattutto per quei piccoli comuni che debbano procedere a lavori di lieve entità che hanno tanta importanza per la vivibilità dei luoghi e il benessere delle proprie comunità“.
In un’altra nota, il Carroccio ha commentato questa decisione dicendo che è stato “piegato il partito dei No: è infatti previsto il dissenso qualificato, principio per cui le amministrazioni pubbliche avranno una cornice più limitata in caso di contrarietà a un’opera“.
Non solo, perché nel Consiglio dei ministri il ministro per gli Affari europei, con delega anche al PNRR, Raffaele Fitto, ha illustrato agli altri membri dell’esecutivo lo stato dell’opera per quanto riguarda il raggiungimento degli obiettivi per ottenere la terza rata. L’ex presidente della Puglia ha chiesto ai ministri e “in tempi rapidi, un’analisi netta e chiara di tutte le criticità relative ai progetti di competenza di ciascun ministero elaborando delle proposte d’azione concrete“.
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