Raccolta differenziata: cosa va nell’umido? Un dubbio che certamente ha assalito almeno una volta chiunque cerchi di fare il proprio dovere per rispettare l’ambiente, nel tentativo di individuare il rifiuto da riciclare e gettare nell’apposito bidone. Certo i simboli aiutano ad identificare determinati prodotti, ma non c’è nulla di meglio che seguire i consigli e suggerimenti degli esperti per imparare cosa va e cosa non va nell’umido, ed anche quale sacchetto deve essere utilizzato. Ecco una sintetica guida ragionata su cosa si può buttare nell’umido quando si fa la raccolta differenziata.
Cosa va nell’umido: scarti di cibo
La prima cosa che tutti apprendono su cosa si può buttare nell’umido sono gli scarti di cibo, gli avanzi di quello che mangiamo durante i vari pasti giornalieri. Vanno bene scarti di cucina sia crudi che cotti di frutta e verdura, gusci di uova, ma anche le bustine di tè e camomilla. In un’estensione più larga del concetto di scarti alimentari rientrano anche tutti quei prodotti scaduti e avariati, purché siano privati del loro imballaggio, ed ancora le cialde e il caffè sfuso. Attenzione invece a non confondersi con le capsule, che vanno buttate nell’indifferenziato.
I resti dei lavori di giardinaggio vanno nell’umido
La raccolta differenziata del rifiuto organico, se fatta nella maniera idonea, permette di creare il cosiddetto compost riutilizzabile in campo agricolo e nel giardinaggio: e in questa miscela di materie organiche rientrano perfettamente i piccoli scarti dei lavori botanici. Chi lavora nei campi o è dedito al giardinaggio può gettare nell’umido fiori, erba, rametti, foglie, in poche parole tutto il materiale ‘verde’ in eccesso.
Plastica biodegradabile? Va nell’umido
Siamo abituati a pensare che tutti gli oggetti di plastica e gli imballaggi vadano nell’apposito cassonetto differenziato, oppure nel multimateriale insieme all’alluminio, a seconda dei vari regolamenti comunali. E invece tra i rifiuti che vanno nell’umido vi è anche una tipologia di plastica, la cosiddetta plastica compostabile, ed è esattamente il materiale di quei sacchetti che vanno utilizzati per riempire gli scarti alimentari e del giardinaggio. Un’altra tipologia di rifiuti che può ingenerare confusione sono i fazzoletti e i tovaglioli di carta: vanno buttati nell’umido, a patto che siano senza stampe.
Raccolta differenziata umido: quali sacchetti?
Per fare correttamente la raccolta differenziata non conta solamente separare bene i rifiuti che vanno nell’umido dagli altri, ma anche la scelta del sacchetto da utilizzare. Riconoscibili da un apposito logo, i sacchetti per l’umido devono essere soltanto non soltanto biodegradabili, ma anche compostabili: i due termini vengono spesso confusi, ma esistono delle differenze, giacché biodegradabile è quel materiale che una volta decomposto dai microrganismi conduce in un tempo anche molto lungo alla formazione di sostanze naturali, come acqua o anidride carbonica, mentre compostabile è quel materiale che in seguito alla sua degradazione, naturale o industriale, produce velocemente compost, entro 12 settimane. Non vanno utilizzati per la raccolta dell’umido i normali sacchetti in polietilene (sigla PE), quelli in plastica leggera ed anche quelli che presentano un’ambigua dicitura come ‘Amico della natura’ e simili.
Cosa non va nell’umido
Dopo aver visto cosa si può buttare nell’umido, vediamo adesso cosa non va gettato insieme a scarti alimentari ed altri rifiuti buoni per il compostaggio: non vanno i materiali in plastica ed alluminio utilizzati come imballaggio per gli alimenti, ad esempio la pellicola trasparente con cui copriamo il cibo, e poi i resti di animali, peli, ossa e quant’altro. Benché spesso siano indicati come compostabili, i pannolini e gli assorbenti igienici rientrano tra le cose che non vanno nell’umido. Infine chiudiamo con uno scarto alimentare che al contrario di altri necessita di un luogo di riciclaggio a parte: sono i liquidi come l’olio cucinato, che vanno rinchiusi in un sacchetto a parte e portato nell’apposita piazzola ecologica dove verrà effettuata la giusta raccolta differenziata di tale materiale di scarto.
Cosa va e cosa non va nell’umido: schema riassuntivo
Abbiamo visto cosa va e cosa non va nell’umido: compiere in maniera corretta questo aspetto della raccolta differenziata è molto importante, poiché se mal differenziati, i rifiuti umidi in discarica producono gas e liquami pericolosi, mentre in un termovalorizzatore o inceneritore che dir si voglia bruciano in maniera difficoltosa a causa dell’alta percentuale di acqua che contengono. La soluzione migliore è fare una buona raccolta dell’umido affinché possa trasformarsi in compost riciclabile. Qui di seguito uno schema riassuntivo di quanto detto finora: cominciamo con quello che si può buttare nell’umido
- Scarti di cucina cotti o crudi
- Avanzi di frutta e verdura
- Alimenti avariati e scaduti purché senza imballaggio
- Scarti di verde (fiori, erba, rametti, foglie)
- Fondi di caffè e cialde di caffè (no capsule che vanno invece nell’indifferenziata)
- Filtri di tè (staccare eventuale filo e bollino di carta)
- Tovaglioli e fazzoletti di carta, purché siano senza stampe
- Bastoncini in legno per gelati
- Ceneri spente del caminetto in modiche quantità
- Escrementi e lettiere naturali di animali domestici
Ecco invece i rifiuti che non vanno gettati nell’umido:
- Capelli
- Peli e ossa di animali
- Nessun tipo di liquido (olio compreso, che va raccolto separatamente e portato alle piazzole ecologiche)
- Pannolini e assorbenti igienici anche se compostabili
- Piante infestanti o malate
- Polveri o filtri dell’aspirapolvere
- Legno trattato con prodotti chimici
- Metalli compreso alluminio per cibi