Dopo la polemica accesa dal sottosegretario alla Giustizia Delmastro, che critica la visita di alcuni parlamentari del PD ad Alfredo Cospito lo scorso gennaio, La Repubblica cerca di ricostruire cosa si sono detti davvero in carcere.
Il 12 gennaio Debora Serracchiani, Andrea Orlando, Silvio Lai e Walter Verini, parlamentari del PD, si sono recati dall’anarchico Alfredo Cospito nel carcere di Bancali.
Su questo incontro si è scagliato il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, che critica il PD con un attacco molto duro. Ma cosa si sono detti davvero in quei 48 minuti di colloquio Cospito con i parlamentari del Partito Democratico.
La polemica che ha accesso Delmastro contro il PD nei giorni scorsi fa parlare, in merito all’incontro di alcuni parlamentari del Partito Democratico con Alfredo Cospito, avvenuto il 12 gennaio scorso.
Il sottosegretario alla giustizia ha chiesto al PD spiegazioni con un duro attacco politico, parlando di un atteggiamento giustificazionista da parte loro e addirittura di un “inchino” fatto al cospetto dell’anarchico.
Come riporta La Repubblica, però, la cronaca dell’incontro è stata riportata dal Gruppo operativo mobile della Polizia penitenziaria, che spiega come sono andate le cose.
Il 12 gennaio la mattina la delegazione è arrivata in carcere, davanti alla cella 24 dove si trovava Alfredo Cospito.
Quest’ultimo, a quanto pare, avrebbe detto le seguenti parole:
“Io non ho niente da dire se prima non parlate con gli altri detenuti, solo dopo avrò qualcosa da dire”
Dopo questa frase, la delegazione del PD si è affacciata nella cella di Francesco Di Maio, boss dei Casalesi che dice “Ora stiamo inguaiati”.
Secondo il poliziotto che ha annotato la conversazione, Di Maio ha voluto insinuare che quando l’onorevole Orlando era ministro si stava meglio della situazione attuale in Italia.
Di Maio si sofferma a parlare qualche minuti con i parlamentari, parlando del 41 bis e di come essere detenuti con questo regime significasse essere praticamente condannati a morte.
Dopo un presunto monologo del boss, gli onorevoli si spostano davanti ad altre celle, dove sono reclusi Pino Cammarata e Pietro Rampulla.
Il primo si lamenta di una cura non adeguata nel carcere, mentre Rampulla specifica solo di essere lì da 30 anni.
Secondo la documentazione della polizia penitenziaria, Debora Serracchiani, Andrea Orlando, Silvio Lai e Walter Verini hanno poi parlato con Alfredo Cospito.
L’anarchico non era propenso a parlare con loro, convinto che il decreto che ha deciso la sua reclusione fosse stato firmato da una persona appartenente al PD.
I componenti del partito presenti gli fanno notare, invece, che Marta Cartabia non fa parte del Partito Democratico, ma che è la giurista ex presidente della Corte costituzionale.
Dopo di che, Cospito ha specificato di stare bene a livello di salute e dopo di che si lamenta delle sue condizioni all’interno del carcere.
Inoltre, denuncia il fatto che secondo lui la decisione di rinchiuderlo non è stata presa per i fatti dichiarati (ovvero la strage politica) bensì solo per la sua ideologia.
Infine, dopo diverse spiegazioni sulla sua vita al 41-bis, ha dichiarato di non avere nessuna intenzione di finire la sua protesta, ovvero lo sciopero della fame che porta avanti dallo scorso ottobre.
Insomma, secondo quanto riportato dal rapporto della Polizia penitenziaria, pare che dopo il monologo dell’anarchico Cospito la delegazione sia andata via, precisamente alle 12.13.
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