Per fronteggiare l’emergenza migranti l’Italia ha proposto all’Ue un ‘migration compact‘, una iniziativa accolta dalla Commissione Europea con molto favore, che prevede l’introduzione di Eurobond per affrontare la crisi dei rifugiati e combatterne le cause, con l’obiettivo di gestire i flussi migratori in modo ordinato e tornare ad un sistema di Schengen pienamente funzionante. Ma, nello specifico, in cosa consistono questi Eurobond per l’Africa? E perché la Germania dice no?
Come funziona un eurobond? Il meccanismo dell’eurobond è quello di un’obbligazione tradizionale: il titolo ha un valore nominale, una scadenza e un tasso di interesse il cui corso è inverso a quello del prezzo del titolo, e in base al quale viene staccata l’eventuale cedola. Si tratta di un ipotetico meccanismo con cui verrebbero emesse (da un’apposita agenzia dell’Unione europea) obbligazioni del debito pubblico dei Paesi dell’eurozona, garantiti congiuntamente dagli stessi Paesi dell’eurozona. Quindi di Eurobond, ovvero di obbligazioni emesse a livello Ue, si era iniziato a parlare – senza arrivare a nulla – dall’estate 2011, a proposito della crisi dei debiti sovrani nell’area euro.
Cosa sono gli Africa-bond?Per fronteggiare l’emergenza migranti in Europa, l’Italia sta cercando nuovi strumenti finanziari, ed è in questo ambito che è maturata la proposta di emissione di ”bond comuni europei per l’immigrazione”. La proposta contenuta nel documento di lavoro sull’immigrazione inviato dal governo Renzi ai presidenti di Commissione e Consiglio europeo, Jean-Claude Juncker e Donald Tusk è piaciuta, ma non alla Germania. L’idea è lo sviluppo di una strategia che preveda anche la creazione di fonti di finanziamento condiviso a livello europeo per coprire i costi della gestione dei migranti nei vari Paesi. E infatti si parla anche della necessità di investire nel coinvolgimento dei Paesi di origine e transito dei migranti. Anche in questo caso l’obiettivo è trovare fondi per portare a uno sviluppo coerente di luoghi e metodi che consentano controlli alle frontiere, strutture di accoglienza e rimpatri. Di qui l’idea di titoli ”eurobond-africani” a cui l’Italia pensa di affiancare ”altre iniziative innovative di finanziamento in collaborazione con la Banca europea per gli investimenti (Bei) e le altre organizzazioni finanziarie europee ed internazionali”.
Perché la Germania dice no?La Germania, il principale oppositore agli Eurobond, ha respinto l’idea del finanziamento comune del debito per le spese destinate alla migrazione è ha definito l’ipotesi ”senza fondamenti né basi”. ”Il governo non vede fondamenti per un finanziamento condiviso del debito derivato dalle spese degli Stati membri in materia di immigrazione, è importante che continuiamo a studiare misure aggiuntive”, ha sostenuto il portavoce dell’esecutivo tedesco, Steffen Seibert. Il fulcro è che Berlino teme un aumento di passività nei conti pubblici nazionali, perché dovrebbe farsi carico delle difficoltà di partner più deboli. Quali sono le alternative? Sugli strumenti finanziari per affrontare la crisi dei migranti, tra le proposte giunte a Bruxelles, oltre a quella italiana, c’è anche quella tedesca di una eventuale tassa sulla benzina.