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Cosa sono le emissioni: quando la salute va in fumo

Negli ultimi anni la parola emissioni è stata ripetuta talmente tante volte, di cui molte a sproposito, da aver provocato una certa nausea. Ma cosa sono le emissioni? Assegni circolari? Buoni del Tesoro? Perché ci frantumano le orecchie e anche altri organi con questa parola? Ormai ne hanno parlato così tanto che siamo convinti di sapere tutto. O no?

Se anche non sapessimo cosa fossero le emissioni, perché abbiamo tre anni di età o viviamo in un universo parallelo, basterebbe mettersi dietro ad un tubo di scarico per capire che si tratta di qualcosa di nocivo. Ma quanto e perché? Ripassiamo brevemente. In un motore a combustione interna l’energia potenziale contenuta nel carburante viene trasformata in lavoro meccanico appunto attraverso la combustione di esso, una reazione chimica provocata miscelando il combustibile (benzina, gasolio, Gpl, metano, alcool) con un comburente, cioè l’ossigeno contenuto nella normale aria che respiriamo. La compressione e l’espansione dei gas (l’aria è una miscela di gas, in gran parte azoto, poi ossigeno) causate dall’aumento di temperatura e pressione nel ciclo del motore a scoppio, provocano il movimento del pistone, collegato all’albero motore. Abbiamo così ottenuto lavoro meccanico da utilizzare per i nostri scopi.

L’aria e il carburante che entrano nella camera di scoppio si trasformano chimicamente dopo la combustione; diventano gas non più utilizzabili per un altro ciclo del motore, quindi vanno espulsi attraverso il condotto di scarico, eventualmente dopo il passaggio in una turbina per motori dotati di turbocompressore. Il risultato della combustione è una serie di schifezze molto nocive per le persone e per le altre forme di vita del pianeta.
Sono queste le famigerate emissioni. Cioè gas di scarico inquinanti, residui del funzionamento di un motore a combustione. I gas maggiormente nocivi hanno dei nomi astrusi: NOx, HC, CO, CO2, PM10 e così via. In termini più umani: ossidi di azoto, idrocarburi incombusti, ossidi di carbonio, anidride carbonica, polveri sottili di particolato (fuliggine).

L’anidride carbonica di per sé non è un gas nocivo per la salute umana. Le bevande gassate sono appunto ottenute tramite l’aggiunta di essa. Anzi, è vitale, poiché il suo accumulo nell’atmosfera rende la temperatura del pianeta abitabile, e il suo assorbimento da parte delle piante tramite la fotosintesi clorofilliana ci fornisce l’ossigeno.
Purtroppo, se l’anidride carbonica si accumula in modo esagerato nell’atmosfera, aggrava il cosiddetto effetto serra: la stessa coperta di gas che ci impedisce di congelare diventa troppo spessa e fa aumentare eccessivamente la temperatura del pianeta, il che è pericoloso. La CO2 è un prodotto naturale di qualsiasi combustione. Per limitarne l’emissione l’unica strada è diminuire i consumi. Di tutti i motori: soprattutto le caldaie degli edifici e i motori industriali. Il discorso si fa molto complesso, ma il concetto di base è chiaro.

Le più pericolose sostanze inquinanti risultanti dal funzionamento del motore sono per la maggior parte causate da carburante sfuggito alla combustione, per varie ragioni tecniche; si chiamano idrocarburi incombusti. Poi c’è l’ossido di carbonio. Negli ultimi venti anni l’introduzione dei catalizzatori ha abbattuto in modo quasi totale queste sostanze.

Le sostanze che restano, NOx e PM vari, sono principalmente un problema dei motori diesel (mentre la CO2 è minore); ma vengono in ampia parte neutralizzate dai filtri antiparticolato. Quindi le emissioni che scappano verso l’atmosfera o i nostri polmoni sono i gas che “avanzano” dopo tutti questi trattamenti. Infinitamente meno rispetto ad un ventennio fa; ancora tante, certamente. Ma per ottenere ulteriori importanti diminuzioni si dovrebbe intervenire in modo logico sulla fluidità del traffico (più code, più inquinamento) e sul modo in cui è organizzata la nostra vita. L’automobile ha responsabilità, ma non sono certo le peggiori. Tuttavia è il bersaglio più facile da attaccare.

Roberto Speranza

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