Cosa sta succedendo a Roma spiegato in breve: Movimento 5 Stelle nel caos

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La sindaca di Roma Virginia Raggi è nell’occhio del ciclone e con lei tutto il Movimento 5 Stelle. Il caos della giunta romana è stato generato da un cocktail esplosivo di impreparazione politica, bugie grossolane e faide interne.
Di seguito un breviario in stile domande e risposte, utile per capire cosa stia succedendo e per fare bella figura in caso vogliate atteggiarvi a sapientoni nei commenti su Facebook.

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Chiara Appendino è più brava di Virginia Raggi?
Paragone improprio. In molti in queste settimane stanno giocando a fare paragoni fra Virginia Raggi e Chiara Appendino, rispettivamente sindache di Roma e Torino. Il paragone non è solo improprio, ma anche malizioso: Piero Fassino è stato un ottimo sindaco e Chiara Appendino ha ereditato una Torino pulita, ordinata e con i conti in regola.
Virginia Raggi invece si è ritrovata fra le mani una città caotica, sporca, male amministrata, commissariata e che per decenni è stata preda degli appetiti di palazzinari, mafiosi e interessi di casta.

Virginia Raggi è un sindaco sotto tutela?
Vero. Per i suoi detrattori è uno scandalo, per i suoi sostenitori è un marchio di garanzia. Fatto sta che come qualsiasi altro esponente del Movimento 5 Stelle, Virginia Raggi non ha autonomia decisionale ma deve rispondere a ordini superiori che si rifanno (a volte in maniera arbitraria) a un programma.
Virginia Raggi risponde al mini direttorio romano, il quale risponde al direttorio nazionale, il quale risponde a Beppe Grillo e allo studio Casaleggio.

La base 5 Stelle è in rivolta?
Falso. La stampa cerca di far passare l’idea che gli elettori 5 Stelle siano sul piede di guerra contro Virginia Raggi e Di Maio. Per sostenere tale tesi diversi giornali riportano alcuni commenti inviperiti rubati dai social network.
Peccato che decine di migliaia di altri utenti siano ancora fedeli ai 5 Stelle e lo dimostrano postando valanghe di commenti che vengono opportunamente ignorati dalla stampa. Il motivo? Chi simpatizza per i 5 Stelle non è un elettore, è un tifoso. E i tifosi, nel bene e nel male, non tradiscono mai la propria squadra del cuore e giustificano anche i comportamenti ingiustificabili.

L’assessore Paola Muraro sapeva di essere indagata?
Sì. Lo sapeva dal 18 luglio: aveva chiesto lei stessa un certificato penale alla Procura della Repubblica.

Virginia Raggi sapeva delle indagini sull’assessore Paola Muraro?
Sì. Il 18 luglio la Muraro telefonò a Virginia Raggi per informarla.

Paola Muraro ha ricevuto un avviso di garanzia?
No. E’ indagata ma non ha ricevuto alcun avviso di garanzia. E’ proprio su questa differenza che, da brava avvocatessa, gioca Virginia Raggi.

Il direttorio sapeva delle indagini su Paola Muraro?
Sì. Lo prova una mail inviata dalla senatrice grillina Paola Taverna a Luigi Di Maio oltre un mese fa.

Di Maio sapeva delle indagini su Paola Muraro?
Ovviamente. L’aspirante candidato premier del Movimento 5 Stelle sapeva tutto e la sua linea difensiva è risibile. Di Maio avrebbe letto male la mail che lo informava della situazione romana, in altre parole sarebbe rimasto vittima di una svista, di una leggerezza o di un caso di analfabetismo funzionale. Il miglior commento al riguardo è il seguente:

Di Maio sarà ancora il candidato premier del Movimento 5 Stelle?
Forse sì, forse no. La sua credibilità è crollata e alcuni colleghi potrebbero approfittarne per fargli le scarpe, ma tutto può ancora accadere.

Perché il direttorio 5 Stelle è in fibrillazione?
Secondo la fisica (e la politica) il fango cade sempre verso il basso, ovvero verso la persona con minore potere. In questo caso però sta succedendo esattamente l’opposto.
Inizialmente Virginia Raggi aveva dichiarato di aver informato il direttorio del caso Muraro. Poi ha precisato di avere informato solo il mini direttorio romano. Paola Taverna, che fa parte di questo circolo, si è sentita chiamare in causa e si è smarcata dimostrando di avere informato per tempo Luigi Di Maio, membro del consiglio nazionale. Il processo a Virginia Raggi si sta trasformando in un processo a Luigi Di Maio.

La Muraro l’ha scelta Virginia Raggi?
No, le è stata imposta dal mini direttorio romano.

Il direttorio chiede la testa di Raffaele De Dominicis, il nuovo assessore al Bilancio appena nominato?
Sì, per via della sua vicinanza allo studio Sammarco e Cesare Previti.

Il direttorio chiede la testa di Raffaele Marra, vice capo di gabinetto?
Sì perché è associabile all’amministrazione di Gianni Alemanno.

Virginia Raggi è arrivata preparata alle elezioni?
No. Un candidato sindaco che si rispetti già molto prima delle elezioni ha una lista di papabili da nominare nei vari assessorati. Virginia Raggi ha dimostrato di essere politicamente impreparata e in questo momento sembra navigare a vista. Inoltre ha inanellato una serie di gaffe disarmanti. La cosa è ancora più grave perché la vittoria dei 5 Stelle a Roma era nell’aria dall’inizio dell’anno. Già a metà febbraio la senatrice grillina Paola Taverna aveva lanciato la sua provocazione: “A Roma c’è un complotto per farci vincere”. Il riferimento era agli enormi problemi che il nuovo sindaco della Capitale avrebbe dovuto affrontare dopo la nomina e al fatto che chiunque non fosse riuscito a risolverli si sarebbe bruciato politicamente.

I fatti di Roma sono gravi?
Ni. Se quello che sta succedendo al Movimento 5 Stelle romano fosse accaduto a qualsiasi altro partito, sarebbe passato sotto silenzio. Ma i 5 Stelle non sono un partito qualsiasi: hanno giocato la loro battaglia politica su trasparenza, verità e diversità dalla ka$ta. Al suo insediamento Virginia Raggi è stata intervistata dalla Cnn e di lei hanno parlato i giornali di mezzo mondo. Un sindaco che sa di vivere sotto ai riflettori non può peccare di leggerezza o impreparazione.

I giornali hanno montato una campagna contro Virginia Raggi?
Vero. Ai tempi di mafia capitale i giornalisti per lo più dormivano. Si sono svegliati e sono entrati in fibrillazione quando si trattava di far fuori Ignazio Marino, sindaco del Pd in rotta di collisione con Matteo Renzi. Poi sono entrati in coma vigile sotto il commissariamento del prefetto Francesco Paolo Tronca. Ed eccoli magicamente ridestarsi adesso che il Movimento 5 Stelle ha il fianco scoperto.

Il caos romano è colpa dei poteri forti?
No. Il mantra dei grillini è che i poteri forti starebbero facendo abortire sul nascere l’esperienza politica di Virginia Raggi: in ballo ci sarebbero gli appalti miliardari per le Olimpiadi del 2024, che Virginia Raggi non vuole si tengano a Roma per non aggravare i debiti del comune. I palazzinari sono effettivamente sul piede di guerra, ma con il caos romano non c’entrano niente: Raggi, Di Maio, Grillo e Casaleggio stanno facendo tutto da soli.

Virginia Raggi ha mostrato discontinuità col passato?
No. Per fare solo due esempi, Marra era vicino a Gianni Alemanno e la Muraro è stata consulente dell’Ama per 12 anni.

Che c’entra Cesare Previti con Virginia Raggi?
C’entra. Virginia Raggi è un avvocato. Ha lavorato per lo Studio Sammarco (che ha difeso Previti, Berlusconi e Dell’Utri) e ha svolto il praticantato legale proprio nello studio Previti. Un peccato di gioventù che la Raggi ha omesso nel suo CV. Ma l’interessata minimizza: “La cosa mi fa sorridere perché risale a 13 anni fa. Dopo essere uscita dall’università uno dei miei professori di diritto dell’Informatica mi disse che avrei potuto lavorare con lui; lui però lavorava all’epoca per lo studio di Previti. E quindi ho fatto il praticantato di avvocato presso quello studio”.

Renzi sta utilizzando il caso Raggi per sviare l’attenzione dall’autogol del referendum?
Vero. E’ una tecnica che Matteo Renzi padroneggia alla perfezione, anche grazie all’ausilio della stampa e di un’opinione pubblica sempre più a caccia di Pokemon e sempre meno a caccia di notizie. Quando c’è da gestire una patata bollente, Renzi cambia argomento. Mesi fa, in pieno scandalo Banca Etruria, Renzi riuscì a sviare l’attenzione dell’elettorato abbandonandosi a una logorrea irrefrenabile sulle unioni civili.
Oggi il referendum costituzionale si preannuncia un flop e il caos romano capita a fagiolo per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica.

Scusate per il post eccessivamente lungo. Ecco per voi una foto di Alessandro Di Battista (il Dibba) con l’aria arruffata:

Di Battista Alessandro

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