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Politica

Cosa sta succedendo alla Lega di Salvini: il futuro tra ministri e la mossa di Bossi

Le elezioni politiche di una settimana fa hanno ridimensionato non solo nei numeri la Lega di Matteo Salvini. Il segretario di quello che è sempre stato il partito del Nord Italia potrebbe perdere la sua leadership sia all’interno del governo che verrà, sia nel suo stesso partito.

Matteo Salvini – Nanopress.it

Martedì è previsto un Consiglio federale per condividere e poi scegliere una lista di nomi adatti per formare l’esecutivo, fanno sapere dal Carroccio, mentre un’ala, capitanata dal fondatore Umberto Bossi studia una formazione “nordistaper riconquistare gli elettori persi.

Cosa sta succedendo alla Lega di Matteo Salvini

Non è solo il Partito democratico a essere in fermento, anche la Lega ha la sua bella gatta da pelare dopo le elezioni politiche di domenica scorsa che hanno rinnovato il Parlamento. Sì, il Carroccio fa parte della coalizione che governerà il Paese (presumibilmente) per i prossimi cinque anni, ma le urne hanno anche restituito uno scenario che nessuno, Matteo Salvini in primis, si sarebbe aspettato. Non così tragico, per lo meno.

Con l’8,8% dei consensi, infatti, il partito dell’ex ministro degli Interni ha perso tre milioni di elettori in quattro anni e mezzo e quasi dieci punti percentuali. In quello che era il suo fortino, il Nord, specialmente il Nord-est, poi, la Lega ha ceduto il passo agli alleati di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, una “sconfitta” che stava per costare cara anche al fondatore Umberto Bossi, ripescato in extremis dal Viminale.

I mal di pancia, dunque. Con la testa del segretario federale (che pure è stato l’artefice del successo alle europee del 2019) che rischia di saltare. E, ancora, una difficile partita, sempre per Salvini, per entrare a far parte del governo di quella che sarà la prima presidentessa del Consiglio donna della storia della Repubblica italiana.

Fino all’ultimo, infatti, il Capitano credeva che sarebbe stato lui il leader del centrodestra a cui Sergio Mattarella avrebbe affidato l’incarico di formare un esecutivo. Ora, invece, considerata anche la sua situazione giudiziaria, rischia di dover rinunciare anche a tornare al Viminale. E il potere negoziale con la leader di FdI è uguale a quello di Silvio Berlusconi e di Forza Italia.

Ecco, in questa situazione (a cui se ne aggiunge anche un’altra di cui parleremo meglio dopo), il segretario ha convocato per martedì un Consiglio federaleaffinché la Lega dia all’Italia la squadra di governo migliore possibile“, hanno scritto in una nota. In agenda, dicono ancora dal Carroccio, la condivisione e la scelta dei nomi più adatti da presentare poi a Meloni. “C’è grande ottimismo – hanno concluso -, la Lega non vede l’ora che questo governo cominci a lavorare“.

Bossi studia un Comitato Nord per “riconquistare elettori”

L’altra situazione, ancora, è tutta interna al partito (o per lo meno lo è per il momento). Il Senatur, ieri all’AdnKronos, infatti, ha lanciato una nuova sfida alla sua Lega, un Comitato Nord, che servirà “esclusivamente a riconquistare gli elettori del Nord, visto il risultato elettorale del 25 settembre per rilanciare la spinta autonomista“.

Umberto Bossi – Nanopress.it

Sono stati invitati a aderire tutti gli iscritti di Lombardia e Veneto “che voglio impegnarsi con rinnovato entusiasmo alla conquista degli obiettivi che sono stati alla base della fondazione della Lega nel marzo 1984“. Niente di personale, dunque, con Salvini che qualche minuto più tardi ha fatto sapere in un comunicato che “questa sarà la legislatura che finalmente attuerà quell’Autonomia delle Regioni che la Costituzione prevede“.

Certo, però, che ad alcuni esponenti storici del Carroccio non è piaciuta del tutto, non a quelli che si sono costituiti in un nuovo contenitore che si chiama Alleanza per l’Autonomia e che comprende 27 sigle provenienti da Lombardia, Veneto e Piemonte e non diventerà mai partito. Giancarlo Pagliarini, per esempio, ha detto sempre all’agenzia che la scelta di Bossi per raccogliere voti “è una bestemmia“. “Le cose si fanno se ci credi, se sono utili e necessarie per il paese. Fare qualcosa con l’obiettivo di avere dei voti per me equivale a una bestemmia”, ha precisato ancora l’ex ministro dell’Economia e delle Finanze.

Mariacristina Ponti

Nata nel lontano 1992, nel giorno più bello per nascere, a Cagliari. Dopo la maturità scientifica, volo a Padova e poi a Roma per studiare lettere. Nella Capitale poi rimango anche per il master in giornalismo. Tra stage a profusione, sempre nelle redazioni sportive, anche se il vero amore è sempre stato la politica, ho ancora da ritirare un tesserino da professionista.

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