Rumors, soffiate, indiscrezioni, ma niente di ufficiale, per lo meno non per il momento, eppure qualcosa si muove all’interno di Forza Italia, il partito personale (ormai quasi non più) di Silvio Berlusconi. A guidare la corrente di chi vorrebbe che gli azzurri stessero più vicini al governo di Giorgia Meloni, di cui ovviamente fanno parte, è la consorte del Cavaliere, Marta Fascina, anche lei eletta come deputata il 25 settembre. Ma la moglie dell’ex presidente del Consiglio non è sola, anzi. Nell’idea di poter mettere all’angolo chi, soprattutto in passato, ha creato dei grattacapi non da poco a Berlusconi, ovvero Licia Ronzulli, ci sono anche i due figli: Marina e Pier Silvio, e, ovviamente, la prima donna premier della storia della Repubblica italiana.
Da Repubblica hanno raccontato che non sarebbe strano se l’ex infermiera, finora una delle fedelissime di Berlusconi, venisse destituita dalla carica di capogruppo al Senato di Forza Italia e, come lei, saltasse la testa anche del suo omologo alla Camera, Alessandro Cattaneo. Ed è proprio il presidente dei deputati azzurri che rischierebbe di più la testa in favore di uno degli uomini più vicini ad Antonio Tajani, titolare della Farnesina ma anche vicepremier, che per il Cav sta trattando le nomine governative assieme a Gianni Letta, lui sì uno degli uomini da sempre più vicini al numero uno del Monza.
Fascina ha preso in mano le redine di Forza Italia e a rischiare potrebbero esserci i due capigruppo, Cattaneo e Ronzulli
La linea più governista di Forza Italia ha preso il via nel partito che era, è e sarà sempre di Silvio Berlusconi, in primis. Dopo mesi di mal di pancia malcelati, soprattutto dalla capogruppo al Senato, Licia Ronzulli, una delle fedelissime del Cav fino a poco tempo fa, che durante la formazione dell’esecutivo aveva puntato i piedi per entrare a far parte della squadra nonostante le poche simpatie con l’allora premier in pectore, Giorgia Meloni – c’erano stati degli screzi, specialmente per quanto riguarda i vaccini e il Covid, e infatti in un’occasione, a Palazzo Madama, aveva fatto anche mancare il suo appoggio alla maggioranza -, a prendere in mano le redini dello schieramento pare sia stata Marta Fascina, consorte del numero uno, aiutata e supportata anche dai Berlusconi junior, Marina e Pier Silvio.
La deputata, eletta in Sicilia alle politiche del 25 settembre, è come se avesse ceduto alle avance della presidentessa del Consiglio, arrivate anche grazie ai figli del Cav, ma a pesare potrebbe esserci, secondo quanto si racconta, anche di una lite avvenuta proprio con Ronzulli, che è stata anche smentita nei fatti dalla compagna del presidente del Monza. Il non invito alla festa del compleanno del leader della Lega, Matteo Salvini, quello che è successo nella Giunta regionale della Lombardia oltre che la risposta da dare a Volodymyr Zelensky dopo le uscite pubbliche di Berlusconi rappresentano degli indizi a cui i più attenti hanno fatto caso.
Tornando, però, a Forza Italia e Meloni, e quindi al governo, di segnali distensivi, comunque, ce ne sono stati parecchi nel corso del tempo. Uno dei primi è arrivato dopo la sentenza di condanna per Augusta Montaruli – che ha poi dovuto abbandonare il ruolo di sottosegretaria tornando a sedersi solo tra i banchi della maggioranza a Montecitorio per le spese fatte quando era consigliera in Piemonte -, sconfessata prima da Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera in quota forzista, e rincuorata, qualche ora più tardi, dall’ex capo di governo in persona.
Poi sì, c’è il ruolo importante che è stato affidato ancora una volta a Gianni Letta, lo zio dell’ex segretario del Partito democratico Enrico, che mai ha preso la tessera del partito, e che è stato mandato a trattare con l’esecutivo per le nomine nelle società di Stato, bollenti, bollentissime, in luogo (pare) proprio della presidentessa dei senatori azzurri – su questo, però, si dice che non dovesse essere lei a sedersi al tavolo per discutere – assieme ad Antonio Tajani, ministro degli Affari esteri e vicepremier.
Ecco, a proposito del titolare della Farnesina, secondo quanto si vocifera, ma si tratta di rumors e niente di confermato, per sostituire l’altro capogruppo, quello della Camera, Alessandro Cattaneo, si starebbe pensando di mettere proprio uno dei suoi uomini: Paolo Barelli. Il presidente della Fin, la federazione del nuoto, era in lizza già da prima per il ruolo che invece è stato affidato a chi non sempre si è dimostrato tenero nei confronti dell’esecutivo, e proprio ora potrebbe tornare in auge, ma non è il solo perché tra i nomi attenzionati ci sarebbe anche quello di Deborah Bergamini. Al posto di Ronzulli, invece, in pole ci sarebbe Adriano Paroli.
A dispetto dei boatos sui cambi al vertice, comunque, in casa azzurra difficilmente ce ne sono stati, specialmente in corso d’opera, ma nulla è scritto e tutto può rappresentare una prima volta. Una cosa, però, è certa, Forza Italia fa parte del progetto della maggioranza, e lavora in accordo con Meloni, per lo meno adesso.