Cosa sta succedendo in Brasile?Il Senato ha approvato – con 55 voti a favore e 22 contro – la procedura di impeachment che prevede la sospensione di 180 giorni della prima presidente donna del Brasile. Il governo della presidente Dilma Rousseff è stato dunque bocciato, dopo che quest’ultima è uscita sconfitta dall’umiliante voto della maggioranza dei deputati (367 sì, 137 no, 7 astenuti) che hanno approvato l’avvio di una procedura di impeachment nei suoi confronti. L’accusa per lei è una presunta violazione delle leggi di bilancio. Dopo la decisione del Senato si dovrà poi aspettare anche il pronunciamento della Corte Suprema che deciderà infine se confermare o respingere la destituzione della premier. Lo scontro sull’impeachment di Rousseff ha diviso il Brasile, colpito dalla peggior recessione dagli anni ’30, creando la frattura più profonda tra i suoi 200 milioni di abitanti dalla fine della dittatura militare nel 1985. Ma perché si è arrivati a questo punto? Cerchiamo di chiarire cosa è successo in Brasile negli ultimi anni..
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Lo scandalo PetrobasDal 2014 il Brasile rischia il tracollo a causa di un gigantesco e costoso scandalo di corruzione mai scoperto in una democrazia, che si stima valga 5.3 miliardi di dollari. In pratica, una lista di aziende brasiliane che operano nella costruzione di infrastrutture petrolifere avevano formato una sorta di cartello per controllare gli appalti dei lavori necessarie alla società energetica di proprietà del Governo, la Petroleo Brasileiro (Petrobras). I costi delle infrastrutture sono stati gonfiati da un minimo dell’1% ad un massimo del 3%, le aziende che si aggiudicavano gli appalti erogavano tangenti ai partiti di Governo, soldi con i quali i partiti poi pagavano le campagne elettorali.
Le responsabilità di RousseffRousseff si trova di fronte un procedimento di impeachment con l’accusa di aver manipolato i bilanci pubblici del 2014 in vista delle elezioni, per rendere il deficit di bilancio del Paese meno grave di quello reale. ”L’impeachment manda un chiaro messaggio: la politica di questo Paese va ripulita”, si sente dire per le strade. Gli analisti considerano la richiesta della destituzione di Rousseff come un referendum sulla sua popolarità, attualmente scesa di parecchio. E sottolineano anche che la presidente è accusata di uno stratagemma economico comunemente utilizzato da molti politici al potere. Per quanto Rousseff non sia accusata di aver preso tangenti, è stata Presidente di Petrobras dal 2003 al 2010, cioè mentre gran parte delle attività illegale stavano avvenendo, cosa che ha messo in dubbio la sua efficacia come leader.
L’indignazione dei brasilianiSecondo i sondaggi, oltre il 60% dei brasiliani è a favore dell’impeachment di Rousseff, la prima donna alla presidenza del Paese. Il Brasile è rimasto molto scosso dopo la diffusione dei particolari dell’indagine chiamata Operazione Car Wash, che ha coinvolto politici di spicco e che rischia di segnare in maniera definitiva la carriera della Presidente Dilma Rousseff, anche se, lo ricordiamo, la premier non è stata direttamente coinvolta nello scandalo Petrobras e non è stata accusata di corruzione. Le piazze del Paese si sono comunque riempite di cittadini (soprattutto della classe media) che hanno protestato in massa contro la corruzione delle alte sfere politico-istituzionali e contro il governo, colpevole secondo loro di avere favorito la recessione. Dall’altro lato, il partito dei lavoratori di Rousseff può contare su un ampio supporto di milioni di cittadini delle classi meno abbienti, che rimangono fiduciosi grazie al successo dei programmi sul welfare che nel decennio scorso hanno sollevano molte famiglie dalla povertà.
Cosa succederà? Solo un paio di anni fa, il Brasile, la più grande economia del Sud America, sembrava destinato a un grande futuro in quanto economia emergente con un enorme potenziale di crescita. Dopo la richiesta di impeachment nei confronti della presidente brasiliana Dilma Rousseff, l’approvazione da parte della Camera, ora la conferma avuta in Senato, la previsione è che sia sollevata dal suo incarico a pochi mesi dalle Olimpiadi ospitate dal suo Paese. Il voto finale dei senatori potrebbe arrivare in settembre e prima delle elezioni amministrative di ottobre. A sostituirla alla presidenza durante l’eventuale procedimento penale sarà l’attuale vice, il 75enne e impopolare Michel Temer. Che, nel caso la 68enne sia ritenuta colpevole, sarà poi capo dello Stato sino alla fine del mandato nel 2018.