Gli Usa hanno deciso di prendere di mira le milizie filo iraniane in Siria che hanno, a loro volta, alimentato il malcontento contro attaccando con razzi ed è inevitabile notate in deterioramento del nervosismo tra Teheran e Washington. Le autorità iraniane hanno espresso chiaramente la loro posizione in merito alla delicata vicenda.
La tensione tra Iran e Usa ha raggiunto livelli preoccupanti e la comunità globale è preoccupata per una possibile contro mossa iraniana. Da settimane si parla della questione in Iran dell’uranio arricchito all’84%, che è ben oltre al limite consentito e ha ovviamente allarmato i vertici internazionali, in quanto secondo l’intelligence Usa in dodici giorni il regime iraniano ha la capacità di creare una bomba atomica.
Questo va aggiunto al malcontento globale scaturito dalla durissima repressione che il regime iraniano ha attuato e sta ancora attuando violentemente contro la rivoluzione popolare iraniana, che è iniziata a settembre dopo la morte di Mahsa Amini e che ha portato gli Stati Uniti a scagliarsi contro il regime di Teheran, insieme all’Occidente, emettendo sanzioni e causando così un pericoloso avvicinamento tra Russia e Iran che nutrono parecchio astio nei confronti degli Stati Uniti che vedono come paese ostile.
Gli attacchi reciproci mostrano nervosismo e sia il Pentagono che il regime in Iran hanno precisato la loro posizione che rimane in contrasto nonostante gli Usa abbiano affermato di avere intenzione a frenare un’escalation che porti al contrasto diretto con Teheran e hanno escluso la volontà di cercare un conflitto.
Gli attacchi di rappresaglia sferrati dagli statunitensi in territorio siriano hanno causato ben 19 vittime e la notizia è stata riportata nella giornata del 25 marzo Washington e ha spiegato che non era in atto nessun conflitto con teheran è non è interesse statunitense attuare arrivare ad un conflitto.
Le milizie colpite in territorio siriano sono sostenute dall’Iran dopo aver compiuto il raid attuato mediante attacco con droni che ha colpito per l’appunto i gruppi di militanti affiliati alle autorità iraniane gli stessi hanno contrattaccato e ciò ha causato un nuovo attacco da parte delle forze statunitense secondo quanto riferito dall’osservatorio siriano per i diritti umani.
I primi attacchi mossi dagli usa sono stati attuati a seguito della notizia riferita dal Pentagono che parlava di un appaltatore statunitense ucciso e di cinque militari feriti insieme ad un altro appaltatore nella giornata di giovedì da parte di un drone di origine iraniana che ha colpito appositamente la base degli Stati Uniti che si trova ad Hasakeh, situata nella zona a nord-est della Siria.
Il segretario statunitense della difesa Lloyd Austin ha precisato di aver ordinato l’attacco su indicazione del presidente Biden ed ha affermato in merito che a seguito dell’attacco iraniano e truppe Usa hanno attuato : “attacchi aerei di precisione… nella Siria orientale contro strutture utilizzate da gruppi affiliati al Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche iraniane”.
La Gran Bretagna ha una rete di fonti ben informata sul campo ed ha rivelato che 19 persone sono state uccise nella prima ondata di attacchi pervenuti dagli Usa e si tratta di tre soldati del regime siriano e 16 membri che sono invece afflliati alle autorità iraniane tra cui 11 cittadini residenti in Siria.
Dopo aver colpito con un contrattacco le milizie filo iraniane stanziate in Siria, Biden ha voluto stemperare la tensione crescente con le autorità In Iran e ha precisato che gli Stati Uniti: “non cercano un conflitto con l’Iran, ma sono pronti ad agire con la forza per proteggere il nostro popolo”.
La risposta delle milizie ribelli filo iraniane è arrivata poche ore dopo gli attacchi e sono stati lanciati dieci razzi contro le truppe americane e della coalizione stanziate al Green Village e la notizia è stata confermata direttamente dal Comando centrale degli Stati Uniti.
Gli attacchi non hanno provocato feriti o danni alle strutture della base militare, ma un razzo ha colpito un’abitazione a circa 5 km di distanza dall’edificio militare, ma un razzo ha colpito un’abitazione a circa 5 km di distanza dall’edificio militare che ha che ha provocato che ha provocato il ferimento di due donne e due bambini.
In risposta le milizie filo iraniane hanno attaccato venerdì una base nel giacimento di gas Conoco, che hanno fatto scaturire attacchi di rappresaglia da parte degli aerei della coalizione statunitense nella città di deir ezzor secondo l’osservatorio siriano.
Sono state poi prese di mira anche le zone adiacenti al giacimento petrolifero di Al-Omar e la campagna orientale di Deir Ezzor dove sono stati causati danni materiali ma non a persone.
L’osservatorio siriano ha precisato che nelle prime ore di sabato mattina la calma ha ripreso a scorrere tra le due fazioni in contrasto. Le Guardie Rivoluzionarie hanno molte milizie situate in Siria che impongono la loro presenza e in particolar modo si trovano al confine con l’Iraq ma anche a sud dell’Eufrate dove hanno per l’appunto avuto luogo gli ultimi attacchi reciproci.
Le truppe americane hanno a disposizione 900 soldati nelle postazioni a nordest della Siria per cercare di mantenere un equilibrio su le milizie dello Stato islamico e cercare di sostenere le forze democratiche siriane che sono a guida curda e che controllano la maggior parte della zona est e nord.
Il Pentagono ha precisato che due caccia F 15 hanno lanciato l’attacco di rappresaglia e secondo il portavoce Pat Ryder l’azione è stata unicamente per di mantenere in sicurezza il personale statunitense.
Ha riferito in merito che gli attacchi: “avevano lo scopo di inviare un messaggio molto chiaro che prenderemo sul serio la protezione del nostro personale e che risponderemo rapidamente e con decisione se sono minacciati.”
Precisando soprattutto che sono state azioni: “proporzionate e deliberate intese a limitare il rischio di escalation per ridurre al minimo le vittime”.
Non è certamente una novità che il personale statunitense in Siria riceva attacchi da parte delle milizie islamiche sostenute dalle autorità di Teheran. Il Pentagono ha riferito esattamente sulla morte dei due soldati: “Due dei militari statunitensi feriti giovedì sono stati curati sul posto, mentre le altre tre truppe e un appaltatore statunitense sono stati evacuati in Iraq.”
Il generale Michael Kurilla ha voluto sottolineare: “Adotteremo sempre tutte le misure necessarie per difendere il nostro popolo e risponderemo sempre in un momento e in un luogo a nostra scelta”.
Va precisato che lo scorso gennaio l’esercito americano ha sottolineato che droni d’attacco unidirezionali sono stati lanciati contro il presidio militare statunitense presente ad al-Tanf in Siria, uno per dei droni ha colpito violando le difese aeree, due combattenti siriani alleati.
Biden ad agosto ha ordinato attacchi simili nella provincia di Deir Ezzor dato che diversi droni avevano preso di mira le postazioni e un avamposto della coalizione senza però causare vittime.
Ryder ha precisato anche che: “Sappiamo che questi gruppi sono sponsorizzati dall’Iran”, ha detto Ryder. “Quindi l’Iran svolge certamente un ruolo nel garantire che questo tipo di attività non si verifichi”.
lI consiglio di sicurezza iraniano sabato 25 marzo ha voluto mettere in guardia gli Stati Uniti dopo che sono stati effettuati ulteriori attacchi alle basi In Siria, precisando che se la situazione fosse andata nello stesso modo e quindi se fossero verificati altri attacchi sarebbero stati questa volta attuati attacchi diversi nei confronti degli Stati Uniti.
Keyvan Khosravi, portavoce del Consiglio supremo per la sicurezza nazionale iraniana ha voluto mettere in allarme, sia gli oppositori che la popolazione rispetto all’aumento degli attacchi da parte degli Usa nei confronti delle milizie in Siria precisando che poteva essere un conflitto in via di espansione.
Le milizie filo iraniane sono controllate dalle Guardie della Rivoluzione dell’Iran ed hanno finora attuato almeno due attacchi contro le basi situate a nord-est della Siria.
L’osservatorio siriano per i diritti umani che ha sede nel Regno Unito a sottolineato come sopracitato l’origine dei morti causati dai recenti attacchi ed ha precisato anche che sono stati effettuati tramite due caccia e due droni statunitensi ed hanno preso di mira precisamente le postazioni delle guardie rivoluzionarie iraniane nel deserto di Al-Bokamal e nelle periferie di Al-Mayadeen ma è stato preso di mira anche un deposito di munizioni collocato all’esterno delle residenze degli ufficiali di arabesche nella città di Deir ez-Zur.
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