La massoneria esiste da secoli ma non tutti sanno cos’è, specialmente i giovani. E nonostante spesso si sente nominare.
La sua storia è intrecciata con alcuni degli affari più loschi della storia d’Italia ma ancora oggi esercita grande fascino e sono sempre di più coloro che fanno domanda di iscrizione alla varie logge.
Nel nostro Paese sono oltre 40mila gli iscritti alla massoneria e il loro numero è in crescita da qualche anno a questa parte. Ma cosa è nei fatti? Iniziamo con il dire che si divide in diversi gruppi, chiamati logge, appunto, od obbedienze. Quella principale è il Grande Oriente d’Italia, che conta 23mila iscritti: tutti uomini.
Le donne, infatti, non sono ammesse in gruppo ma ne hanno uno a parte composto principalmente dalle mogli dei massoni che fanno parte di questa obbedienza.
La seconda per grandezza è la Gran Loggia d’Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori che ha 9000 iscritti misti, infatti qui ci sono anche donne. Anche se non ci sono dati precisi a riguardo, pare che almeno il 34% sia composto dal gentil sesso, con domande, tra l’altro, sempre in aumento.
La terza obbedienza più diffusa nel nostro territorio è la Gran Loggia Regolare d’Italia, nata da una scissione della prima, abbreviata anche con il termine GOI, che conta attualmente 2500 affiliati.
Queste sono le principali logge italiane, ma ce ne sono molte altre minori come il Centro di Attività Massoniche Accettate, la Gran Loggia Unita d’Italia e la Gran Loggia Femminile d’Italia aperta solo alle donne.
Fino a diversi anni fa la massoneria era coinvolta solo in questioni di attualità mentre ad oggi è una forma di organizzazione sconosciuta a tante persone e all’apparenza marginale. Per chi è lontano da questa realtà non è facile comprendere e orientarsi in un mondo intricato, fatto di giuramenti e riti per salire nella scala sociale delle diverse associazioni massoniche.
Le obbedienze, dette anche comunioni, hanno oggi siti Internet e sono presenti sui social quindi è molto facile mettersi in contatto con queste persone che comunque allo stesso tempo, sebbene abbiano seguito il mutare dei tempi, conservano sempre gli stessi principi di segretezza di un tempo. E infatti, questo è stato il principio fondamentale fin da quando la massoneria venne creata in Inghilterra nel XVIII secolo.
Non è una domanda semplice a cui rispondere e nei diversi libri sull’argomento che sono stati scritti nel corso degli anni, le ipotesi sono varie.
Quella più accreditata, sottolineata anche da Massimo Rizzardini che ha scritto il libro “All’Oriente d’Italia. Le fondamenta segrete del rapporto fra Stato e Massoneria”, indica che le persone che si iscrivono desiderano ampliare le loro conoscenze in ambito lavorativo.
Infatti, la maggior parte di coloro che fanno domanda sono professionisti. Ma un’altra motivazione è anche quella del fascino esercitato da questo mondo dove si agisce lontano dal quello cosiddetto profano, ossia non massone.
La massoneria sopravvive da secoli perché è rimasta fedele ai suoi riti che la fanno somigliare a un grande gioco di ruolo in cui i contorni sono poco chiari.
Ferruccio Pinotti, autore del libro “Potere massonico. La fratellanza che comanda l’Italia: politica, finanza, industria, mass media, magistratura, crimine organizzato”, crede che iscriversi alla massoneria sia non solo un aiuto reciproco nel lavoro, ma anche un mezzo perverso per attività poco pulite. Nello stesso testo vengono citate le parole della ricercatrice Eleonora Salina che indica fra i motivi dell’aderenza alle logge il bisogno di spiritualità e la ricerca di risposte a domande esistenziali.
Altro motivo è la volontà di fare business e quindi avanzare in carriera entrando in contatto con persone importanti che possono aiutare in tal senso.
I massoni si chiamano fra di loro con il termine di fratelli e in effetti si tratta di una vera e propria fratellanza che ha lo scopo di approfondire temi di diversa natura come quelli culturali, esoterici, scientifici, storici ma anche attuali.
Le logge tessono rapporti con il mondo profano per gli interessi dei propri affiliati, questo il riassunto perfetto di quest’organizzazione sempre più radicata nel nostro Paese, basti pensare infatti che negli anni Sessanta contava 4000 iscritti, nel 1998 erano più di 12mila e nel 2007 erano 18mila. Ora invece superano i 40mila.
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