Cos’è la mini Imu? Chi la deve pagare? Sono tante le domande che hanno ruotato intorno a questa imposta che tanto ha fatto parlare e che ha creato diverse polemiche, oltre che una grande confusione anche in relazione al suo calcolo. La potremmo definire più esattamente come un’imposta residuale, che ha coinvolto 10 milioni di italiani, proprietari delle prime case. Nello specifico questa tassa, che si è pagata entro il 24 gennaio scorso, ha interessato i cittadini residenti in quei Comuni che hanno previsto un’aliquota più alta del 4 per mille fissata dallo Stato. Una tassa sulla casa, il cui costo medio si è aggirato intorno ai 40 euro.
A non essere interessati da questa tassa sono stati, invece, tutti coloro che sono in possesso di una seconda casa, che hanno una prima casa di lusso e coloro che hanno una prima casa nei Comuni, i quali non hanno deciso di alzare l’aliquota oltre il 4 per mille.
Il calcolo
Per calcolare la mini Imu si è dovuta prendere in considerazione la rendita catastale, tenendo conto della quota del possesso di un immobile e delle pertinenze. Di per se stesso il calcolo si è configurato come qualcosa di particolarmente complesso. Difatti, una volta che è stato individuato questo importo in euro, esso doveva essere aumentato del 5%, per poi essere moltiplicato per il 160%. In questo modo si poteva trovare il valore catastale aggiornato, sul quale poi andavano applicate l’aliquota e le relative detrazioni. Questi altri fattori dipendevano dai vari Municipi. Il contribuente ha dovuto poi calcolare una differenza tra gli importi, togliendo il 60%.
Chi ha dovuto pagare
La mini Imu è stata pagata in 3.377 Comuni. Sono stati proprio questi i Municipi che hanno deciso un aumento dell’aliquota. Il punto di base è stato rappresentato da quella del 2013. Se questa non c’era, si è dovuto ricorrere all’aliquota decisa nel 2012. In tutto sono stati 10.000 i nostri connazionali che hanno dovuto pagare questa “tassa di differenza”. Sono tutti i proprietari delle case che posseggono e delle pertinenze, compresi i solai, i posti auto, le cantine, i box e le tettoie. La regola non si è applicata, invece, a chi possiede immobili signorili, ville, castelli e palazzi. Anche i coniugi che, in seguito ad un’eventuale separazione o dopo il divorzio, hanno avuto l’assegnazione della casa hanno dovuto pagare la mini Imu.
Sono stati interessati da questa imposta anche i soci che hanno case in cooperativa, coloro che possiedono terreni agricoli e immobili rurali. Lo stesso discorso vale per le forze dell’ordine, per i militari e per i vigili del fuoco che possiedono soltanto una casa e ai quali non è stato richiesto il requisito della residenza. Ci sono state, comunque, delle esenzioni particolari, riguardo alle quali ci si è dovuti informare per tempo, anche perché non si sono trovate, riguardo ad esse, delle informazioni generali, ma soltanto delle esclusioni decise dai singoli Comuni. Alcuni municipi, ad esempio, hanno provveduto ad escludere gli anziani ricoverati in ospedale o quelle abitazioni che sono state date in comodato ai figli o ai parenti in linea diretta.
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