Cose strane fatte dai dittatori

Muhammad Gheddafi

Sorvolando sull’analisi politica del concetto di dittatura, ci sono cose strane fatte dai dittatori durante i loro governi, che con tutta probabilità non entreranno mai nei libri di storia canonici. I tiranni sanno come usare il potere per soggiogare le popolazioni, e spesso organizzano attività repressive verso i dissidenti – un argomento decisamente serio – ma in questo caso vi raccontiamo alcune strane storie che hanno avuto comunque ripercussioni e conseguenze, alcune nella storia dell’umanità, e altre nelle vicende personali dei protagonisti di questi strani episodi.

Pulgasari, il Godzilla socialista

Shin Sang-ok era conosciuto come l’Orson Welles della Corea del Sud. Nel 1978 fu rapito e portato in Corea del Nord, dove fu imprigionato e costretto a modernizzare l’industria cinematografica del paese repressivo. Kim Jong-Il, figlio di Kim Il-sung, ancora al potere, voleva dimostrare al mondo la creatività della Corea del Nord in ambito cinematografico. Il risultato fu una serie di film, tra cui Pulgasari, il Godzilla dal messaggio socialista, fortemente controllato da Jong-Il. Alla fine, Shin e sua moglie sono riusciti a fuggire dal paese. Pulgasari è stato pubblicato nel 1998 ed è stato un flop.

Quelli che volevano uccidere i Beatles

Gli allora governanti delle Filippine, Ferdinando Marcos e Imelda Marcos erano grandi fan dei Beatles. Quando durante il loro Tour Mondiale del 1964 toccarono anche le Filippine, furono ‘invitati’ a incontrare la famiglia Marcos a Palazzo Reale. Giunti stanchi dal viaggio, e desiderosi di riposare prima del concerto, i Fab Four fecero quello che Imelda considerò un grave sgarbo, un’offesa irreparabile: non si presentarono. Pare che le parole che si udirono a palazzo furono ‘Portatemi la testa di John, Paul, George e Ringo!‘. Scherzi a parte, la First Lady indignata disse alla Nazione che i Beatles avevano snobbato il presidente e sua moglie. Ne derivò un caos incredibile e i Beatles scapparono via, minacciati di morte da una folla inferocita.

Rumble in the jungle, Mobutu e l’incontro Foreman – Ali

Nel 1974, Don King era alle prime armi e non aveva certo 5mila dollari per il premio di un eventuale incontro tra i rivali Muhammad Ali e George Foreman, ma soprattutto non aveva a disposizione un luogo per tenere il combattimento di pugilato. Mobutu Sese Seko, dittatore narcisistica dello Zaire (ora Repubblica Democratica del Congo), sempre alla ricerca di pubblicità, si offrì di ospitare e di finanziare (coi proventi delle miniere di oro e diamanti) il match di boxe a Kinshasa. Il risultato è stato il famoso ‘Rumble in the Jungle‘ del 30 ottobre 1974, che è considerato ancora oggi uno dei più grandi eventi sportivi di tutti i tempi.

Idi Amin contro i bianchi

Idi Amin, presidente dell’Uganda dal 1971 al 1979, è conosciuto per essere stato un dittatore spietato, e per il suo comportamento irregolare e spregevole fu chiamato ‘il macellaio d’Africa‘. Nel giorno delle celebrazioni per la sua nomina a presidente a vita, ha preteso di farsi trasportare per le strade su di una portantina sorretta da quattro uomini bianchi. Prendendosi gioco di loro, diceva ‘Ecco il fardello dell’uomo bianco‘, e ‘Noi africani siamo stati utilizzati per trasportare gli europei, ora è il contrario. Ora siamo i padroni‘.

François Duvalier e il numero 22

Il dittatore haitiano François Duvalier era conosciuto per essere un uomo estremamente superstizioso e un praticante di riti voodoo. Egli credeva che il numero 22 fosse particolarmente potente – prese il potere il 22 ottobre 1957. Inoltre, affermò di aver lanciato una maledizione sul presidente Kennedy, che in effetti è morto il 22 novembre 1963. Negli anni successivi, solo il 22 di ogni mese, considerato come giorno abbastanza sicuro, Papa Doc lasciava il palazzo per i suoi affari. Morì il 21 aprile 1971 dopo una lunga malattia, ma il suo ultimo desiderio era che fosse annunciato il 22.

Hitler inventò la bambola gonfiabile

Adolf Hitler, nel tentativo di prevenire la diffusione della sifilide tra le truppe dei soldati tedeschi, inventò il prototipo di quello che oggi è una bambola gonfiabile. Sono state definite all’epoca ‘trapunte sintetiche’. Erano progettate con capelli biondi e occhi azzurri, ed erano abbastanza piccole da stare in uno zaino. In produzione sono state accertate almeno 50 bambole, ma molti soldati si rifiutarono di portarle con loro. La fabbrica saltò probabilmente in aria durante il bombardamento di Dresda nel 1942.

Gheddafi e le amazzoni vergini

L’ex dittatore libico Muammar Gheddafi poteva contare sulle Amazzoni, un team di guardie del corpo tutto al femminile, che si preoccupavano di proteggerlo. Queste donne addestrate all’uso delle armi avevano il permesso di essere truccate in viso e portare i tacchi alti, ma quello che si è saputo col passare degli anni ha messo una luce diversa su quello che lui stesso vantava essere ‘il femminismo gheddafiano’. Il tiranno usava abusare sessualmente delle sue amazzoni, costrette a subire violenze indicibili nel suo harem, chiuso agli occhi del mondo.

Saparmurat Nyýazow e il culto della personalità

Quando l’Unione Sovietica crollò nel 1991, il leader del Turkmenistan, Saparmurat Nyýazow prese il comando. Si autoproclamò padre dei turkmeni, rinominò Türkmenbaşy varie città, scuole, aeroporti, piazze e addirittura un meteorite. Cambiò il nome dei mesi dell’anno e dei giorni della settimana con quelli della sua famiglia. Cambiò il nome del pane con il nome di sua madre. L’effigie di Nyýazow apparve sulle banconote turkmene, mentre i suoi ritratti vennero esposti ovunque negli edifici pubblici e nelle piazze. In tutto il paese vennero costruite statue dorate sue e di sua madre: famosa quella posta sulla cima dell’arco della neutralità ad Aşgabat, che gira seguendo la rotazione del sole. Il suo volto appariva pure sulle bottiglie di vodka, e sui manifeste, praticamente a ogni angolo della strada.

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