Cos’è un Poke di Facebook? Non sorprendetevi se vi state chiedendo a cosa diavolo ci stiamo riferendo: sarete sorpresi di scoprire che non solo è (ancora) presente sul social network di Mark Zuckerberg ma è anche una delle funzionalità più antiche e originali. D’altra parte è un tool che non ha mai davvero attecchito e anzi si è sempre più ridotto ai margini fino a scomparire nei meandri dei menu interni.
Tuttavia per gli amanti del vintage hi-tech (un po’ come lo squillo sul cellulare e il trillo sul caro estinto MSN) può essere utile rispolverare un piccolo comando che può servire a compiere un’azione gentile e educata come quella di richiamare l’attenzione di un altro iscritto. Andiamo a scoprire la traduzione di Poke così come l’uso e tutte le informazioni su questa funzionalità che potrebbe in effetti vivere una nuova giovinezza.
Interessante come una funzionalità definiremmo fossile sia ancora nascosta nei meandri della community, disponibile non soltanto per l’uso da desktop, ma anche da applicazione mobile per iPhone o Android. Il Poke di Facebook è stata una delle feature più apprezzate nei suoi esordi perché voleva dire un primo, timido e pacato approccio a qualcuno che non conoscevamo o qualcuno che stavamo imparando a conoscere. È tempo di soffermarsi nuovamente su questa funzione che è così vecchia da ritornare nuova, quasi inedita oseremmo dire.
A leggerlo così sembra quasi che derivi da Pokemon, ma con i mostriciattoli giapponesi c’entra ben poco: in realtà la traduzione di Poke deriva dall’inglese “to poke” che può riguarda il toccare qualcuno con un dito per attirarne l’attenzione, un po’ come per chiamare un amico girato di spalle per dire “Ehi, senti qui”. Il poke è nato praticamente con Facebook ed era molto usato soprattutto nei primi anni perché era un po’ come il trillo su MSN (altro celebre estinto dell’hitech) o lo squillo sul cellulare.
Qualcosa di privato, quasi fisico e di intimo tra due utenti. Poteva servire per ricordare di leggere un messaggio sulla bacheca o privato o ancora di rispondere in un modo o nell’altro a una richiesta di amicizia. Oppure, era un pacato modo di ricordare che si era lì o ancora che si stava pensando a qualcuno. Ma perché è caduto così in disgrazia? Prima dell’analisi scopriamo come si usa.
Come mandare un Poke su Facebook? È molto semplice, si deve cliccare sul nome di un utente per visitare la pagina personale, poi si deve cliccare nello spazio che abbiamo evidenziato nell’immagine qui sopra, i tre puntini dopo messaggio sulla parte destra. Al centro del menu ecco “Manda Poke” appena sotto dettagli amicizia. Si clicca e il gioco è fatto.
Da notare che una volta si potevano inviare poke a tutti gli iscritti mentre ora è possibile farlo solo con gli amici oppure con gli amici degli amici anche per evitare problemi di bullismo o di cyber-persecuzione. Molto semplice e lineare. E quando si riceve un Poke?
Ok, hai capito come inviare un Poke, ma se invece hai ricevuto un Poke come ti devi comportare? Ovviamente sta a te decidere se rispondere o meno, sono le uniche due opzioni che ti rimangono a disposizione. Riceverai una notifica istantanea se qualcuno ti “toccherà la spalla”, potrai contraccambiare e tutto finisce qui. In realtà un tempo se si accettava un poke da un non-amico si apriva il proprio profilo per una settimana l’accesso dunque aveva un suo senso e un suo scopo migliore di quello attuale.
Peccato non sia più così, era una funzione anche un po’ romantica che è andata persa col tempo, così come è andata persa ad esempio l’app Poke per iPhone. Già, perché era stata sviluppata addirittura un’applicazione. Ai tempi, Mark Zuckerberg ha anche provato a rendere più appetibile questa funzionalità con un software estinto per iPhone, iPad e iPod Touch. Questo programma gratuito ha riscosso uno scarso successo, scaricato non tantissime volte e soprattutto valutato piuttosto male. Cercava di recuperare il recuperabile aggiungendo funzioni in più come ad esempio la possibilità di accompagnare al poke un video, una foto o un disegno. Permetteva anche di proteggersi, nel caso in cui il destinatario del poke salvasse uno screenshot di un contenuto che non si desiderava venisse condiviso (come ad esempio una foto un po’ piccante…). Eppure è rimasto anche questo ai margini del mondo del portale blu.
Un tempo – e per “un tempo” parliamo anche di più di cinque anni fa – chi riceveva un poke su Facebook era molto contento perché era una dimostrazione di attenzione privata e interessante. Tuttavia era poco “social” perché appunto più privata che aperta e non particolarmente stimolante sotto il profilo dell’iterazione tra gli iscritti. Motivo per il quale lo stesso staff l’ha poi gradualmente nascosto fino a lasciarlo attivo più per nostalgia e affetto che per altro.
La messaggistica privata e la chat hanno fatto il resto, sbranando il povero poke e poi cibandosi anche delle sue ossa. Probabilmente non sparirà mai, ma buona parte degli oltre un miliardo di abitanti della community lo ignora completamente. Chissà se vivrà una seconda (o forse prima) giovinezza insperata nei prossimi anni?
Perché usare il Poke di Facebook nel 2018? Per quale motivo concentrarsi su una funzionalità ormai dimenticata da tutti quando si ha la chat che consente anche di contattare al meglio chi non conosciamo? La risposta sta nella sua gentilezza, nel suo essere così anticonformista da diventare quasi hipster. Volete mettere l’attenzione che scatenate in un/una ragazzo/a con un Poke invece che un classico messaggio? Insomma, per chi vuole uscire dal coro, il Poke può davvero fare al caso.
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