Si parla molto del caso dell’anarchico Alfredo Cospito il primo a finire in regime di 41 bis. Ora è in ospedale.
L’uomo sta seguendo lo sciopero della fame da ottobre per protestare contro il carcere duro, così come stanno facendo tantissime persone fuori che lo sostengono con manifestazioni e striscioni per chiedere diverse condizioni di reclusione.
Cospito in ospedale
Alfredo Cospito sta seguendo ormai da diversi mesi uno sciopero della fame totale, rifiutando qualsiasi cosa da mangiare e anche gli integratori alimentari. Questo ha comportato un rapido peggioramento delle sue condizioni di salute fino al ricovero in queste ore in ospedale.
Dal carcere di Opera dove è detenuto, è stato portato al San Paolo di Milano nella notte poiché il suo peso ha ormai raggiunto i 71 chili. Si trova nel reparto di medicina penitenziaria e continua a seguire il regime del carcere duro anche dalla camera riservata ai detenuti tali, all’interno della struttura.
La decisione che ha preso Cospito dopo la decisione del regime di 41 bis, lo sta esponendo a rischi di salute molto gravi poiché come hanno riferito i medici, è a rischio di edema cerebrale e aritmie cardiache che potrebbero essergli fatali.
“La salute di ogni detenuto costituisce una priprità assoluta”
così ha spiegato in una nota il ministero della Giustizia. Già il medico che lo aveva visitato ultimamente aveva confermato che il suo stato di salute si era molto aggravato e anche lo stesso legale, Flavio Rossi Albertini, aveva detto preoccupato che il suo assistito non sarebbe arrivato a fine febbraio e oggi ha saputo del trasferimento solo dai giornalisti.
Proprio il 24 febbraio la Cassazione si esprimerà sulla revoca del regime duro, l’ennesima speranza per l’imputato dopo il rifiuto di pochi giorni fa dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, accusandolo di usare il suo corpo come arma per fomentare le insurrezioni di chi lo appoggia dall’esterno.
L’alimentazione forzata
Ora si apre una questione ben precisa su Alfredo Cospito, ovvero ci si interroga sull’alimentazione forzata. Nei giorni scorsi ha comunicato formalmente che non avrebbe accettato nessun trattamento, quindi una sorta di testamento biologico con cui ha espresso la volontà di morire e rifiutare le cure.
Tuttavia lo Stato ha il dovere di tutelare la salute, anche quella dei peggiori detenuti. Il ministero della Giustizia ha voluto fare chiarezza e così ha interpellato il Comitato nazionale di bioetica per capire come muoversi di fronte a questa situazione.
Il detenuto ha deciso volontariamente di mettersi in condizioni di salute gravi e sempre in autonomia ha deciso di non voler essere curato.
Secondo le ultime informazioni, sembra che il compito di decidere spetti ai medici che lo seguono al San Paolo, ma le disposizioni fatte intervenire in maniera ufficiale dal diretto interessato pesano molto.
Aleggia anche l’ipotesi del trattamento sanitario obbligatorio ma a decidere questo aspetto sarà il sindaco di Opera, dove Cospito è detenuto, in accordo con i sanitari. Probabilmente però non sarà questa la decisione finale, nessuno sa ancora quale sarà e per il momento si monitorano le condizioni dell’uomo.
Il suo fisico è in grande sofferenza e l’immagine non è certo quella che circola sul web e si riferisce ai giorni dell’arresto. Cospito fatica a muoversi, infatti usa una sedia a rotelle e ha problemi a mantenere il corretto livello di temperatura corporea.
Pochi giorni fa era caduto mentre faceva la doccia rompendosi il naso, proprio perché accusa dei cedimenti.
Le manifestazioni
La notizia del trasferimento in ospedale è arrivata durante l’ennesimo corteo a sostegno di Cospito, segnato come al solito da furiosi scontri fra le forze dell’ordine e i manifestanti.
Sono arrivati insulti verso i giornalisti e i fotografi e dura è stata la reazione di Salvini, che ha annunciato di portare in Cdm la richiesta di intervenire in maniera dura verso queste persone, bloccando i canali online dove si mettono in contatto fra di loro per organizzarsi e smantellando i loro covi.
Alfredo Cospito è finito in carcere per ver gambizzato Roberto Adinolfi ma mentre questa pena è quasi terminata, ne ha ricevuta una seconda di 20 anni per l’attentato alla caserma dei Carabinieri di Fossano, che fortunatamente non provocò vittime.
Ora, per toglierlo dal 41 bis e tornare alla detenzione standard è partita una petizione che in pochi giorni ha raccolto molte firme.
I disagi all’esterno continuano e le persone che lo seguono attaccano sedi diplomatiche, commissariati di polizia ma scendono anche in piazza, tutto per aiutare l’anarchico che nel 2012 è stato condannato a 10 anni e poi è stato accusato nuovamente per l’attentato a Fossano, considerato come atto contro la sicurezza dello Stato.
Dal canto suo Cospito aveva fatto sapere che per sottoporlo a Tso avrebbero dovuto legarlo perché ad ogni costo lui avrebbe rifiutato il cibo, vedremo come andrà a finire questa vicenda che sta assumendo contorni etici che non possono essere tralasciati.