Cospito non cambia idea sullo sciopero della fame, si valuta ricorso alla Corte Europea

Continua il caso di Alfredo Cospito, l’anarchico in sciopero della fame da quando è stato posto in regime di 41 bis.

Carcere di Opera
Carcere di Opera – Nanopress.it

Dopo il peggioramento delle sue condizioni di salute in seguito allo sciopero che sta andando avanti da ottobre scorso, ovvero dal provvedimento del carcere duro, è stato ricoverato in ospedale e quasi obbligato a prendere degli integratori. Ora sembra in leggero miglioramento ma ha affermato che continuerà a non mangiare. Andiamo con ordine e cerchiamo di capire come mai si parla tanto di questo caso.

Alfredo Cospito torna in carcere

Alfredo Cospito si trova nel carcere di Opera, dove è tornato dopo un periodo di ricovero in ospedale per il peggioramento delle sue condizioni di salute in seguito alla decisione di non mangiare più.

Lo sciopero della fame nasce dal fatto di essere stato sottoposto nell’ottobre scorso al regime del 41 bis, ovvero il carcere duro istituito negli anni Novanta da Falcone per evitare che i detenuti abbiano contatti sia all’esterno che all’interno del carcere.

Questo per evitare che vengano trasmessi ordini e messaggi di morte. Il carcere duro è stato deciso per l’accertamento di un secondo reato dopo quello principale per cui è conosciuto, ovvero la gambizzazione di Roberto Adinolfi.

Il secondo reato di cui è accusato il capo di diversi gruppi anarchici è l’attentato a una scuola di Carabinieri di Fossano, dove è stato posizionato dell’esplosivo che fortunatamente non ha provocato vittime né feriti.

Confermate le accuse nei confronti nell’uomo che già stava scontando diversi anni per la prima accusa e anzi, aveva quasi terminato la pensa, questa è stata prolungata con il 41 bis che l’ha allungata di altri 4 anni in totale isolamento.

Da diverse immagini circolate in queste settimane si vede Cospito già molto provato dal rifiuto di cibo  e decisamente un uomo diverso da quello sorridente che appare nelle prime foto dopo l’arresto, fra i Carabinieri che lo hanno condotto nel carcere di Opera.

Struttura nella quale è tornato ieri mattina dopo le dimissioni dall’ospedale San Paolo, che era presidiato dalle forze dell’ordine perché Cospito era ricoverato e sotto osservazione medica. Alcune fonti hanno riferito che inizialmente rifiutava gli integratori, poi si è riusciti a nutrirlo con questi e a fargli assumere acqua e zucchero, con altri ricostituenti per fargli recuperare le forze perse.

Il suo legale Flavio Rossi Albertini ha parlato con la stampa perché gli occhi sono puntati su questo caso e tutti si chiedono cosa farà ora Cospito. L’avvocato ha riferito che l’anarchico non ha intenzione di cambiare idea, è convinto di sé e di ciò che sta facendo nonostante ne vada della sua vita.

“È lucido e determinato, per nulla demoralizzato”.

Il ricorso della difesa per revocare il carcere duro è stato respinto dalla Cassazione, tuttavia Rossi Albertini sostiene che Cospito è determinato a continuare proprio per opporsi al 41 bis perché non è vita digiunare ma nemmeno quella a cui è costretto in isolamento. Fra l’altro questo regime non consente id esercitare i propri diritti.

Striscioni per Cospito dopo il rigetto del ricorso
Striscioni per Cospito dopo il rigetto del ricorso – Nanopress.it

Le ultime valutazioni mediche hanno evidenziato valori nella norma e condizioni stazionarie che non necessitano della degenza però molti sostengono che se non mangerà, peggiorerà nuovamente e per questo si pensa a un ricorso alla Corte Europea per i diritti umani. I difensori di Cospito stanno valutando questa opzione proprio dopo il rigetto del ricorso in Cassazione.

In tutta questa diatriba sul fatto che l’anarchico non voglia nutrirsi e abbia preso solo un paio di chili nel suo ultimo ricovero, ricordiamo il fatto principale di tutto ciò, ovvero il passaggio dal carcere normale a quello duro.

Le agitazioni per il 41 bis

Si parla molto di questo caso e in effetti molti ora sanno cosa è il 41 bis proprio per la vicenda di Alfredo Cospito. Il 41 bis è stato voluto fortemente da Giovanni Falcone, che lo ha introdotto nei primi anni Novanta per evitare che terroristi e mafiosi comunicassero con l’esterno.

Si tratta di un regime molto particolare a cui vengono sottoposti detenuti altrettanto d’eccezione, come ad esempio Matteo Messina Denaro. Il fatto che Cospito sia stato paragonato a questi personaggi ha provocato grandi tensioni all’esterno fra i suoi sostenitori, che stanno organizzando manifestazioni ovunque, che richiedono sempre l’intervento delle forze dell’ordine per sedare gli animi e disperdere la folla.

Oltre a striscioni e murales a favore di Cospito c’è anche chi ha ricordato l’operato di Falcone, come l’artista AleXsandro Palombo che a Milano ha raffigurato il magistrato ucciso nell’attentato di Capaci e vicino la scritta ‘Save 41 bis’.

I giudici hanno pensato in effetti che fosse lui ad orchestrare le agitazioni che si stanno tenendo fuori dal carcere, comunicando in qualche maniera con l’esterno. Fondamentalmente è per questo che è stato deciso per il 41 bis.

I sostenitori di Cospito chiedono che venga posto di nuovo in regime carcerario normale ma questo al momento non sembra possibile. Continua anche fra le mura del carcere la protesta contro questa decisione e il portavoce e proprio Cospito, che sta perdendo le forze giorno dopo giorno, diventando debole e necessitando dell’intervento dei medici per riprendersi.

Come lui anche tante persone sono determinate e ora gli occhi sono puntati su un maxi corteo di Torino. Intanto è arrivata una relazione degli 007 che puntano il dito contro gli anarchici, definendoli una minaccia concreta per la sicurezza nazionale.

Tuttavia viene fatta una precisazione in merito, infatti molti hanno paura che i protestanti si alleino con realtà criminali invece non ci sono elementi che indichino questa eventualità.

Insomma la situazione è abbastanza turbolenta su tutti i fronti e il 41 bis sta facendo nascere un vero e proprio attivismo, vedremo come evolverà la vicenda e se davvero il detenuto riuscirà a far valere le sue ragioni oppure per lui continuerà il carcere duro.

 

 

 

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