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Costi delle spiagge 2015 in Italia: tutti i rincari

Nonostante la riduzione dei canoni demaniali, i prezzi delle spiagge italiane non scendono e come ogni anno molti si ritroveranno a dover optare per il lido meno costoso. In Versilia, a Forte dei Marmi, due lettini e un ombrellone vengono affittati in media a 50 euro, a Ostia e San Felice Circeo a 29 euro. Veneto e Friuli sanno come tenersi stretti i clienti, offrendo ottimi servizi a prezzi abbordabili, anche se rimane imbattibile il primato siciliano dei bagni Poseidon di Cefalù: 15 euro al giorno di affitto. L’Emilia Romagna, dal canto suo, mantiene principalmente le stesse tariffe del 2014.

In Europa la spiaggia viene considerata un bene pubblico ed è libera, noi italiani invece abbiamo deciso di aprire circa 30 mila attività commerciale su circa 8 mila chilometri di costa: stabilimenti balneari, bar, ristoranti e chioschi. Per occupare la spiaggia, i lidi devono pagare un canone demaniale per un periodo di tempo regolata da una concessione, con costi in media fra 2 e 3 euro al metro quadrato, ma in Versilia e Sardegna si arriva a toccare i 4 e 7 euro di canone.

Per giustificare i costi i proprietari degli stabilimenti parlano di spese di gestione, come in Emilia Romagna dove contestano i costi di esercizio e chiedono di estendere la durata delle concessioni demaniali fino al 2020. Fra i disagi che affliggono la gestione delle spiagge, non sono da sottovalutare gli effetti della natura, come accade sul Tirreno dove l’erosione delle coste da parte del mare può dimezzare nel giro di solo un anno lo spazio per gli ombrelloni. Ci sono poi i costi delle strutture, l’addizionale regionale (15% circa del canone), l’Iva al 22%, la TaRi sui rifiuti e l’Imu.

Modifiche ai canoni per rientrare nei costi

Il sottosegretario del ministero dell’Economia e Finanze Pier Paolo Baretta, ha annunciato che verranno ricalcolati i canoni demaniali: attualmente i 102 milioni, divisi per 30 mila concessioni, equivalgono a meno di 300 euro al mese. Per ora l’affitto pagato allo Stato dai gestori degli stabilimenti balneari è stato ridotto dallo 0,1 allo 0,9% in meno, questo però non sempre influisce sui prezzi. Da tempo il Governo sta studiando una modifica dei canoni irrisori, anche in base alla bellezza e qualità dell’ambiente di ciascun litorale. Inoltre, le concessioni che sarebbero dovute scadere nel 2015 potrebbero essere riassegnate con durata variabile tra i 5 e i 50 anni, tramite un bando, e il Ministero dell’Economia e Finanze prevede un indennizzo per i gestori che perderanno questa concessione.

«Siamo impegnati in un disegno di legge per riordinare il settore e le concessioni che sarà presentato a breve», dice il sottosegretario Baretta, «Il Governo è consapevole della necessità­­ di riorganizzare le concessioni demani­a­li marittime e ha pronta una legge di­ riferimento­ generale. Io stesso ho por­tato la quest­ione all’attenzione della ­Presidenza del­ Consiglio perché arrivi ­presto al dibat­tito parlamentare». I punti di discussione: la revisione del sistema dei canoni, il cui calcolo passerà al metro quadrato e la “linea demaniale” che verrà ridisegnata tenendo conto dei piani regolatori e dell’impatto ambientale coinvolgendo direttamente le Regioni.

La “direttiva Bolkestein“, relativa ai servizi nel mercato europeo comune, prevedeva che le spiagge venissero messe al bando già nel 2015 facendo decadere i precedenti diritti dei gestori, ma gli ultimi governi hanno ottenuto una proroga e adesso trattano con Bruxelles per rendervi conto nel 2020. Perchè modificare i canoni? Principalmente per una questione di “tesoro”: nel 2011 questi hanno fruttato all’Erario circa 98 milioni di euro, 102 milioni nel 2012 e poco più nel 2013, 101 milioni e 900 mila euro nel 2014. Cifre abbastanza sconcertanti. La definizione dei canoni, secondo Baretta, sarà ispirata al federalismo fiscale e solo parte delle entrate andrà nelle casse dello Stato, lasciando il resto agli enti locali.

Tutti al mare.. e io pago!

Secondo una indagine del Corriere della Sera, a Monopoli in Puglia l’affitto di 2 lettini e ombrellone ammonta a 15 euro anche in agosto, mentre ad Alassio in Liguria si passa a ben 55. In questa regione ci sono alcuni fra gli stabilimenti più cari d’Italia, con una tariffa media per 1 ombrellone e 2 lettini di 30 euro al giorno, con l’eccezione dello stabilimento Eco del Mare, sito fra Lerici e Tellaro, che propone lo stesso tipo di affitto ad un costo “minimo” di 60 euro giornalieri nei feriali a maggio e settembre, medio e massimo rispettivamente di 90 e 110 euro. Lo stabilimento si trova in una splendida zona della costa ligure ed offre servizi esclusivi in una struttura di qualità, con solo 45 ombrelloni, innegabile però che questi prezzi facciano strabuzzare gli occhi ai più. C’è però una contro tendenza in Liguria rispetto alle costose spiagge private: il 40% del “sabbione” è libero, un record tutto italiano!

Cecilia Casadei

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