C’è bisogno di una Carta Costituzionale per Internet, posto virtuale – ma reale – che coinvolge mediamente 3 miliardi di persone. La Commissione voluta dalla presidente della Camera Laura Boldrini, ha reso nota la bozza in quattordici punti della Carta dei diritti di Internet. Gli articoli presenti nel documento vanno dal diritto all’accesso al Web, all’educazione, toccando punti come la neutralità della rete, la privacy e l’oblio.
L’importanza assunta dai motori di ricerca, e dai siti dei social network su Internet, insieme il bisogno di continuare a garantire tutele e pari condizioni di accesso al pubblico, hanno, in questi anni, alimentato il dibattito sulla necessità di leggi specifiche in merito.
La presidente della Camera Laura Boldrini ha sottolineato l’importanza della tutela dei diritti dei cittadini, anche per quanto riguarda Internet: ‘Ho istituito la commissione perché il Parlamento non può rimanere un osservatore esterno. Non possiamo lasciare il web in mano ai potenti, è uno strumento troppo importante. I cittadini hanno dei diritti che devono essere rispettati‘.
Stefano Rodotà, in relazione a questo nuovo documento, ha commentato: ‘Si basa sui principi di eguaglianza, libertà e dignità che devono prevalere sulle logiche economiche‘, per poi rimarcare che la neutralità della Rete: ‘È condizione necessaria perché possa mantenere la sua capacità di innovazione‘.
La proposta della Commissione ha però ancora bisogno di essere definita compiutamente.
Dal 27 ottobre la bozza composta da 14 punti, sarà oggetto di una consultazione pubblica, ma fin da subito sono richiesti i contributi di singoli e realtà collettive, italiane e straniere, per migliorare il corpus.
La carta, tra le altre cose, introduce il diritto fondamentale di accesso a Internet, ovvero quello di potersi connettere da qualsiasi zona del Paese o situazione economica e culturale di partenza.
Ma come evidenzia Repubblica, a una più approfondita lettura, nei 14 articoli presenti attualmente nel documento si notano alcune mancanze evidenti nel testo che, ad esempio, non affronta i temi dell’accesso alla cultura e alla conoscenza, dei diritti di autori e fruitori delle opere creative online, dello status della comunicazione e della ricerca scientifica, dei diritti del lavoro digitale in rete.
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