[didascalia fornitore=”ansa”]Paolo Grossi[/didascalia]
Paolo Grossi, presidente della Corte Costituzionale italiana, è stato protagonista di una lectio magistralis sulla Costituzione italiana, nell’ambito delle celebrazioni per il ventennale dell’Università Milano Bicocca. A margine dell’evento, l’esperto ha poi spiegato ai cronisti perché la Costituzione, nonostante gli anni trascorsi dalla sua stesura – ben settanta anni – è da considerare un testo moderno che ancora può essere migliorato per quanto riguarda l’estensione dei diritti umani.
La Costituzione italiana conserva il ruolo di presidio dei diritti del cittadino, della persona umana. E il ruolo a presidio della democrazia della Consulta è oggi fondamentale.
“La nostra Carta – spiega il presidente della Corte Costituzionale, Paolo Grossi, invitato dal rettore dell’Università Milano-Bicocca, Cristina Messa – è molto vecchia di età, ma freschissima e giovanile per i contenuti. Mi riferisco ovviamente ai principi fondamentali e alla prima parte, dove sono delineati i diritti e i doveri del cittadino e i rapporti tra cittadino e stato. Lì abbiamo avuto il meglio della riflessione dei nostri padri costituenti che hanno individuato un perno portante di quella che sarebbe stata la futura Carta, e cioè il rispetto a la tutela della persona umana; il rispetto e la tutela delle libertà della persona come componenti indispensabili per la sua dignità. Essendo questo il canone principale a cui si ispirava il loro programma costituzionale, è ovvio che ne è venuto fuori qualcosa di duraturo, qualcosa che dopo 70 anni dimostra ancora di essere una Carta veramente presidio della persona umana, presidio di ogni cittadino con possibilità espansive anche per molti anni a venire”.
Ma la Costituzione italiana può essere migliorata? Risponde Grossi: “Noi abbiamo una Carta in fase espansiva. Penso per esempio a tutti i diritti del cittadino che la Corte in 61 anni di vita ha individuato, definito e ha finalmente costituito a salvaguardia del cittadino italiano. Non solo, ma anche – tiene a sottolineare Grossi – di qualsiasi personaggio che sia qui in Italia per lavorare, per permanere nel tempo, proprio perché ci sono dei diritti fondamentali che competono a ogni uomo e non solo a un cittadino”. La Carta, quindi, potrà essere migliorata e arricchita nei prossimi anni, “anche in considerazione della complessità sociale, e dunque giuridica, alle cui domande va data una risposta”, conclude l’esperto.
In collaborazione con AdnKronos