Quando si parla del costo dei cambiamenti climatici, la nostra attenzione si concentra principalmente sulle conseguenze per i territori dovuti a fenomeni meteorologici estremi, le perdite possibili o probabili per le nuove generazioni, gli effetti sulle biodiversità: un prezzo ideale e metaforico che si riflette sulla nostra quotidianità presente e futura. Ma esiste anche un costo dei cambiamenti climatici più concreto, strettamente commisurato alla vile pecunia, al denaro speso insomma. E a fare i calcoli è stata l’Eea, l’Agenzia europea dell’ambiente, che in un report di recente pubblicazione ha snocciolato i dati relativi al costo in Europa del climate change: dal 1980 ad oggi i cambiamenti climatici hanno provocato perdite economiche superiori ai 400 miliardi di euro.
Mentre negli Stati Uniti il Presidente Donald Trump ha appena confermato la sua scarsa propensione ai problemi ambientali, cancellando l’annuale convegno sugli effetti del mutamento climatico sulla salute umana, l’Europa rilancia la propria attenzione al problema, non soltanto certificando i costi sostenuti fino ad oggi in termini finanziari dal Vecchio Continente, ma azzardando stime anche per il futuro, benché vi sia una notevole incertezza in questa direzione, soprattutto perché i dati a disposizione riguardano solo alcuni specifici settori. Il report dell’Eea Climate change, impacts and vulnerability in Europe 2016 evidenzia comunque come anche nel prossimo futuro il costo dei cambiamenti climatici risulterà molto elevato, e che l’area di maggior rischio è quella del Mediterraneo, che sta già affrontando forti aumenti di eventi estremi quali ondate di calore e diminuzioni nelle precipitazioni e della portata dei fiumi, comportando probabilità più elevate di siccità, diminuzione dei raccolti, perdita della biodiversità e rischio di incendi boschivi. Il cambiamento climatico sta inoltre provocando, in tutta Europa come nel resto del pianeta, cambiamenti negli ecosistemi marini a causa dell’acidificazione degli oceani e del riscaldamento esponenziale delle acque.
Il costo dei cambiamenti climatici si traduce in gravi conseguenze sull’economia e sulla salute umana: l’aumento delle malattie sensibili al clima è esponenziale, e come si legge nel report ‘la diffusione di specie di zecche, della zanzara tigre asiatica e di altri vettori di malattie aumenta il rischio di insorgenza di malattie quali la malattia di Lyme, l’encefalite da zecche, la febbre del Nilo occidentale, la dengue, la chikungunya e la leishmaniosi‘. Inoltre molte specie animali e vegetali stanno migrando altrove subendo variazioni del loro ciclo di vita, e questo avrà delle inevitabili ripercussioni anche sull’alimentazione. Previsioni certe per il futuro non sono ovviamente possibili, molto dipenderà anche dagli interventi che i governi metteranno in campo per contrastare il fenomeno, ma per la sua posizione l’Europa è ‘interessata dalle ripercussioni che i cambiamenti climatici hanno al di fuori del suo territorio sugli scambi commerciali, sulle infrastrutture, sui rischi geopolitici e la sicurezza e sui flussi migratori‘, conclude il report dell’Eea, certificando l’indubitabile portata economica del climate change sul pianeta. Con buona pace delle convinzioni di Donald Trump.