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Costretta a sposarsi con l’inganno, 14enne viene violentata dal marito imposto che poi è scappato

A soli 14 anni l’hanno costretta a sposarsi con uno sconosciuto di 30 anni e in una lingua mai sentita; è stata violentata dal “marito” che poi è scappato; ha trovato la forza di fuggire da quella casa e denunciare il tutto, portando alla condanna di 14 settimane per il padre che l’ha venduta. È successo a Manchester, dove una ragazzina ha vissuto un vero incubo che si è concluso in questi giorni con la decisione della Corte che ha riconosciuto il “tradimento” del padre: la piccola non ha potuto ribellarsi a quanto le stava accadendo, ma appena ha avuto l’occasione, è fuggita dalla famiglia che l’ha costretta a subire la violenza.

Il padre ora dovrà scontare la pena inflitta dalla corte inglese. Secondo i giudici, l’uomo ha messo in atto un “inganno” ai danni della figlia che invece doveva proteggere. Il matrimonio è stato organizzato nella casa di famiglia, a Manchester, mentre i fratelli più piccoli erano a scuola.

Il giorno del 14esimo compleanno, gli zii hanno fatto irruzione nella sua camera, l’hanno costretta a vestirsi da sposa e l’hanno portata al piano di sotto dove l’attendeva uno sconosciuto, di circa 30 anni. Una zia la teneva ferma per il braccio, stringendola al momento di pronunciare la formula di rito, mentre un imam, in lingua bengalese, celebrava le nozze. Finita la cerimonia, il “marito”, l’ha portata in una stanza e ha abusato di lei, ancora sconvolta e incredula.

A quel punto, è arrivata la reazione: la giovane si è vestita in tutta fretta ed è scappata di casa, incontrando per strada un’auto della Polizia a cui ha raccontato l’accaduto. A distanza di quasi due anni, è arrivata la sentenza.

Il Pm Elizabeth Nichols ha sì ricordato le “forti pressioni culturali da parte di altri membri della famiglia”, ma ha aggiunto che era “lui l’unica persona preposta a proteggere la figlia”. Secondo l’avvocato della difesa, il padre non aveva dato il suo consenso alle nozze e al “contatto” fisico: il giudice ha dato ragione all’accusa e alla ragazza, riconoscendo la sua colpa. “Il suo dovere era quello di proteggere sua figlia. Ha violato tali obblighi. Forzando questa unione ha tradito la sua fiducia”, ha dichiarato il giudice Patrick Campo.

Del “marito” invece si sono perse le tracce: dopo le nozze, è fuggito in Bangladesh e non risulta ricercato dalla polizia locale.

Lorena Cacace

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