Dopo le dichiarazioni del ministro della Salute, Roberto Speranza, che aveva aperto alla possibilità di uscire dall’incubo della pandemia da Coronavirus nei primi mesi del 2021, in Italia, nonostante l’aumento record dei contagi di ieri, sembrerebbe esclusa l’ipotesi di un secondo lockdown.
A darne conferma è il presidente del Consiglio superiore di sanità e membro del Comitato tecnico scientifico (Cts), Franco Locatelli, in una intervista a “La Repubblica”.
“La chiusura non si prende in considerazione. Ora il Paese è preparato, ci sono comunque terapie per rallentare la malattia, presto arriveranno vaccini e medicinali efficaci come gli anticorpi monoclonali”, le sue parole.
In merito alla riapertura delle scuole e al ritorno in aula degli studenti dopo il lockdown, Locatelli si è dichiarato fiducioso in quanto “ci sono misure stringenti e percorsi attenti per garantire la sicurezza, sia di chi ci lavora, che di chi ci va. Non ho la sfera di cristallo ma, a mio giudizio, alla fine la partita giocata negli istituti avrà un risultato largamente positivo“.
Tuttavia, il membro del Cts ha consigliato di non abbassare la guardia, poiché la situazione rimane ancora delicata. “Ci vuole un richiamo alla responsabilità dei comportamenti. Al distanziamento, alle mascherine, al lavaggio delle mani ma adesso è davvero cruciale evitare gli assembramenti. Aspetto che a volte non si valuta compiutamente nella sua importanza”, le parole del Presidente del Consiglio superiore di sanità.
Sulla questione mascherine, Locatelli ha precisato che “potrebbero contribuire a contenere il virus anche se usate all’aperto. Se indossarle appena si esce di casa diventa un comportamento automatico quando si incontrano da vicino altre persone si è già protetti. I numeri nelle terapie intensive si stanno incrementando, stiamo arrivando quasi a 300 ricoverati, mentre eravamo scesi sotto i 50. Questo dato testimonia purtroppo l’immutata capacità del virus di provocare danni assai gravi sull’organismo di chi viene infettato”.
Inoltre, ha sottolineato che “è cambiata l’epidemiologia. Durante la fase critica il problema era concentrato al Nord. Probabilmente una sorta di rilassamento, per certi versi anche comprensibile dopo la fine del lockdown, ha favorito la circolazione tra le regioni, anche al Sud”.
Niente lockdown generalizzato nemmeno per il professor Walter Ricciardi, ordinario d’Igiene e Medicina Preventiva dell’Università Cattolica e consulente del governo per l’emergenza Coronavirus. Secondo il braccio destro del Ministro Speranza, però, “non c’è la possibilità di escludere lockdown locali“.
Ai microfoni di Radio Uno, Ricciardi ha dichiarato che la proroga dello stato d’emergenza fino al 31 gennaio 2021 “è assolutamente giusta. C’è la necessità, in questo periodo, che sarà molto duro, di prendere provvedimenti con grande rapidità. Sappiamo che il nostro ordinamento a volte non lo consente. L’emergenza è finalizzata a questo: reagire prontamente a un virus che si dimostra sempre più insidioso“.
Inoltre, ha spiegato che bisognerebbe prestare massima attenzione “negli ambienti di vita e di lavoro“, poiché il virus ha cominciato a circolare proprio in questi contesti.
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