La pandemia da Covid-19 ha provocato un’impennata di disinformazione e fake news. E’ quanto rileva un rapporto annuale dell’Intelligence, che evidenza il ricorso all’utilizzo combinato di campagne disinformative e attacchi cibernetici, volti a fruttare l’onda emotiva provocata dalla crisi sanitaria. A ricorrere a tali strumenti di manipolazione sono attori ostili di matrice statuale nel tentativo di trasformare la pandemia in un vantaggio strategico di lungo termine.
Al riguardo, “è stata registrata una elevatissima produzione di fake news – si legge nel report – e narrazioni allarmistiche, sfociate in un surplus informativo di difficile discernimento per la collettività“. Ulteriore fattore di rischio intrinseco al fenomeno della disinformazione online “ha continuato a risiedere nelle logiche e negli algoritmi alla base dello stesso funzionamento dei social media, tendenti a creare un ambiente autoreferenziale ed autoalimentante“, alimentando quindi una percezione parziale e faziosa.
Nell’anno della pandemia sono aumenti del 20% gli attacchi cibernetici contro assetti rilevanti per la sicurezza nazionale. Pare che l’obiettivo di tali attacchi fosse quello di estrapolare illegalmente informazioni sensibili su terapie e stato della ricerca da strutture ospedaliere, centri di ricerca e realtà impegnate nello sviluppo di vaccini e terapie contro il Covid-19.
Nella relazione annuale consegnata al Parlamento, i servizi segreti affermano di aver intensificato l’attività di ricerca ed analisi a supporto del decisore politico. La ricerca si è focalizzata innanzitutto sulla filiera sanitaria, “anche con riferimento a possibili ingerenze esterne in danno di strutture emergenziali, centri di ricerca ed aziende“. Oltre alla filiera ospedaliera, i servizi segreti hanno dato prioritaria attenzione a settori come l’aerospazio, difesa e sicurezza, e le telecomunicazioni, in virtù delle trasformazioni introdotte dalla tecnologia 5G. Ma anche al settore della logistica, in particolare quella portuale, “in ragione della forte integrazione dell’economia italiana nei flussi commerciali internazionali“.
Tra le criticità segnalate nel rapporto compaiono anche gli arrivi di migranti attraverso la frontiera terrestre, così come gli sbarchi fantasma dal Nordafrica o dalle sponde turco-elleniche. Considerate le modalità d’ingresso più critiche, esse avrebbero favorito la possibile dispersione sul territorio nazionale di soggetti positivi al virus, a cui si aggiunge “il pericolo di infiltrazioni terroristiche“, sottolinea la Relazione annuale dell’Intelligence.
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